Elezioni in Francia, oggi i ballottaggi: candidati, sfide e cosa può succedere
Tre blocchi in Parlamento ma senza maggioranza: questo è lo scenario più probabile. Peserà il fattore affluenza. Macron spera di fare l'ago della bilancia
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI - Dopo i 76 deputati eletti subito al primo turno, oggi 6 luglio i francesi (49 milioni di iscritti alle liste elettorali) vanno a votare per i 501 seggi ancora da assegnare.
Il blocco nazionale del RN ha conquistato 39 seggi al primo turno e sarà presente in 353 duelli, 86 sfide fra tre candidati e nelle due quadrangolari. La sinistra del Nouveau Front Populaire, che domenica scorsa ha visto eletti 32 suoi deputati, è in corsa in 208 testa a testa, 89 triangolari e nelle due quadrangolari. Per quanto riguarda il blocco centrista di Ensemble e di suoi alleati, hanno vinto due circoscrizioni e concorreranno in 161 duelli, 70 triangolari e due quadrangolari.

Fattore affluenza
L’affluenza è già stata molto alta, come non si vedeva da decenni, nel primo turno di domenica 30 settembre ma potrebbe aumentare ancora, con un bacino di voti di cui i sondaggisti fanno fatica a prevedere la direzione: i toni drammatici degli ultimi giorni, le violenze in campagna elettorale e la mobilitazione «per sbarrare la strada all’estrema destra» potrebbero portare più consensi al Nouveau Front Populaire della sinistra, ma anche al Rassemblement national, i cui leader già parlano da giorni di «vittoria rubata» a proposito delle desistenze degli avversari e invocano quindi a un ultimo sforzo chiamando alle urne «tutti i francesi che vogliono la rinascita della Francia».
L’ipotesi di Jordan Bardella primo ministro con la maggioranza assoluta è ancora aperta, nessuno si sente di escluderla del tutto, perché la legge elettorale maggioritaria fa sì che ciascuno dei 577 collegi possa andare a uno o all’altro dei candidati per una manciata di voti.
Tre blocchi
Ma lo scenario ormai più probabile è quello di un parlamento senza maggioranza, nel quale i tre blocchi — nazionale di Le Pen e Bardella, centrista di Macron e del premier Attal, Nouveau Front Populaire dei rivali Mélenchon e Glucksmann — non riescano a prendere decisamente il sopravvento l’uno sull’altro. È probabile allora che il Nouveau Front Populaire, unito solo dall’opposizione al Rn ma profondamento diviso al suo interno, si disgregherà e che i quattri partiti che lo compongono (socialisti, comunisti, ecologisti e insoumis di Mélenchon) si rendano disponibili per nuove alleanze ancora da costruire.
Ago della bilancia
La speranza di Macron è di fare l’ago della bilancia in una nuova «grande coalizione», o «alleanza plurale» come la chiama il suo premier Attal, che vada dai gollisti alla sinistra moderata di Glucksmann e persino ai comunisti di Fabien Roussel, ma senza la France Insoumise di Mélenchon, che alle elezioni europee e anche a queste legislative ha giocato la carta della vicinanza con il mondo arabo-musulmano e la lotta palestinese, fino a posizioni pro-Hamas e antisemite. Molto dipenderà dai rapporti di forza all’interno del Nfp: in base all’accordo elettorale, la ripartizione dei candidati ha previsto 229 insoumis, 175 socialisti, 92 ecologisti, 50 comunisti. Ma bisognerà vedere se a vincere saranno più gli uni o gli altri. In caso di affermazione della componente moderata, la grande coalizione avrebbe più possibilità di riuscita.
Se il Rassemblement national arrivasse vicino ai 27o seggi potrebbe sperare di attirare a sé la ventina di deputati mancanti pescando tra i Républicains che finora hanno resistito alla mossa del presidente Eric Ciotti, pronto ad allearsi con Le Pen.
I programmi
Quanto ai programmi, si possono individuare cinque misure fondamentali per ognuno dei tre blocchi.
- Rassemblement national (Bardella e Le Pen): pensione a 60 anni per chi ha cominciato prima dei 20, aumento dei salari, divieto di telefonini nelle scuole, doppia frontiera europea e francese, espulsione degli stranieri in posizione irregolare specie se autori di reati.
- Nouveau Front Populaire (Mélenchon, Glucksmann, Tondelier, Roussel): abrogazione della riforma delle pensioni, salario minimo dagli attuali 1400 a 1600 euro netti, imposta sul patrimonio, scuola 100% gratuita, riconoscimento dello Stato della Palestina.
- Ensemble (Attal e Macron): pensioni legate all’inflazione, aumento dei salari, settimana lavorativa di quattro giorni, più medici specie nelle zone rurali, riforma elettorale in senso proporzionale.