Modello 730, dal 2024 sarà utilizzato da 5 milioni di contribuenti in più: tutte le novità
di Valentina Iorio
La metà più povera degli italiani vive con meno di 13 mila euro all’anno e detiene meno del 17% del reddito nazionale. Mentre l’1% più ricco controlla circa il 12% del reddito nazionale, con un reddito medio di 310 mila euro all’anno. Ma, in proporzione, paga meno tasse del restante 99% dei contribuenti. Per chi supera i 500 mila euro l’anno l’aliquota «vera» scende al 36%. A fotografare la situazione è uno studio congiunto di Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Università di Milano - Bicocca, pubblicato dalla rivista scientifica Journal of the European Economic Association.
di Valentina Iorio
Dallo studio emerge che la progressività del sistema fiscale italiano è poca e mal distribuita. «Abbiamo dimostrato che l’intero sistema fiscale italiano è solo blandamente progressivo per il 95% più basso della distribuzione del reddito, con un’imposizione fiscale che sale dal 40% al 50% – spiega Andrea Roventini, autore dello studio e direttore dell’Istituto di Economia della Scuola Superiore Sant’Anna – .Il sistema diventa addirittura regressivo per il 5% dei contribuenti più ricchi con un’aliquota effettiva che scende fino al 36% per chi guadagna oltre i 500 mila euro annui. Il sistema fiscale è addirittura sempre regressivo se si considera la distribuzione del patrimonio invece che quella del reddito».
di Marco Sabella
Il fatto che i redditi più elevati paghino un’aliquota più bassa è dovuto principalmente a tre fattori: l’effettiva regressività dell’Iva, che grava meno sui contribuenti abbienti, il minor peso dei contributi sociali per i redditi superiori ai 100 mila euro, la maggiore rilevanza, per i più ricchi, delle rendite finanziarie e dei redditi da locazioni immobiliari tassate con aliquote proporzionali variabili tra il 10 per cento e il 26 per cento. Lo studio conferma che esistono importanti differenze in relazione alla tipologia di reddito prevalente: i lavoratori dipendenti sono quelli che pagano più imposte, seguiti dai lavoratori autonomi, dai pensionati e, infine, da chi percepisce soprattutto rendite finanziarie e locazioni immobiliari. «Questo lavoro – spiega Demetrio Guzzardi, autore dello studio e ricercatore in Economia della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa - combina diverse fonti di dati, quali dichiarazioni dei redditi, indagini campionarie di Istat e Banca d’Italia, stime sulla distribuzione del patrimonio netto, per distribuire a livello individuale l’intero ‘reddito nazionale netto’, corretto per l’evasione fiscale. Così è stato possibile identificare le fasce di reddito che hanno perso di più negli ultimi anni».
di Mario Sensini
Dal 2004 al 2015, mentre il reddito nazionale reale diminuiva del 15%, il 50% più povero degli italiani subiva la perdita maggiore con un calo del 30% circa. All’interno del 50% più povero, i più colpiti sono giovani tra i 18 e i 35 anni, che hanno perso circa il 42% del loro reddito. I 50 mila italiani che compongono lo 0,1% più ricco del Paese, invece, detengono il 4,5% del reddito nazionale con entrate medie superiori al milione di euro annuo, cifra che potrebbe essere raggiunta dal 50% più povero soltanto risparmiando l’intero reddito per 76 anni «Solo una ridottissima parte dei redditi dei più ricchi è ottenuta grazie ai redditi da lavoro dipendente», sottolinea.
Lo studio mette a confronto anche la concentrazione dei redditi dell’Italia con quella di altri Paesi. Paragonando le stime ottenute da ricerche analoghe condotte per Stati Uniti e Francia, dalla ricerca emerge che l’Italia presenta un livello di concentrazione dei redditi simile a quello della Francia. Tuttavia «a differenza della situazione in Francia, dove le fasce più deboli hanno visto un modesto aumento della loro quota di reddito – sottolinea Alessandro Santoro, autore dello studio e pro-rettore al Bilancio dell’Università di Milano-Bicocca- in Italia si osserva l’opposto, con le fasce più povere che diventano sempre più svantaggiate».
Iscriviti alle newsletter di L'Economia
Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile
Europe Matters di Francesca Basso e Viviana Mazza
L’Europa, gli Stati Uniti e l’Italia che contano, con le innovazioni e le decisioni importanti, ma anche le piccole storie di rilievo
One More Thing di Massimo Sideri
Dal mondo della scienza e dell’innovazione tecnologica le notizie che ci cambiano la vita (più di quanto crediamo)
E non dimenticare le newsletter
L'Economia Opinioni e L'Economia Ore 18
Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.
14 gen 2024
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Alessia Conzonato
di Valentina Iorio
di Isidoro Trovato
di Redazione Economia
di Federico Fubini