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Il primo ministro giapponese Fumio Kishida in conferenza stampa (foto Afp/Franck Robichon) È il più grave scandalo della politica giapponese in oltre trent’anni. Decine tra ministri, viceministri e dirigenti della corrente Seiwaken del partito conservatore al potere Ldp sono sospettati di aver nascosto, attraverso l’uso illecito di un sistema di finanziamento ai partiti, una cifra che potrebbe superare i cinque miliardi di yen (32 milioni di euro). E quattro ministri sono stati costretti alle dimissioni: tra loro il braccio destro del premier Fumio Kishida. Secondo la procura distrettuale di Tokyo, la potentissima corrente Seiwa Seisaku Kenkyukai del Partito Liberal Democratico (quella dell’ex primo ministro Shinzo Abe, ucciso in un attentato nel 2022, anche detta «corrente Abe») non avrebbe dichiarato il numero effettivo di biglietti venduti per le cene di finanziamento nel quinquennio 2018-22, pagando poi un premio in nero ai propri membri che avevano venduto un numero di biglietti superiore a quello assegnato. Le prime indiscrezioni risalgono ad agosto, ma la reazione dei media giapponesi era stata piuttosto trattenuta. Mentre il governo crolla nei sondaggi (al 17%, il peggior risultato dal 2009), il primo ministro, Fumio Kishida, corre ai ripari, e annuncia l’ennesimo rimpasto (il terzo da quando si è insediato, due anni fa; l’ultimo era stato a settembre). I ministri costretti a dimettersi, tutti della corrente Abe, sono il portavoce di governo Hirokazu Matsuno, braccio destro di Kishida; il titolare dell’Economia Nishimura; il ministro degli Interni Suzuki e quello dell’agricoltura Miyashita. Kishida, al centro, con i quattro nuovi ministri del suo governo (foto Epa) In particolare, Nishimura, figura chiave nelle ambizioni del Giappone per tornare leader mondiale nella produzione di chip, e che a giugno aveva dichiarato di voler sostituire lo stesso Kishida, avrebbe organizzato cene di fundraising «immaginarie». Altri nomi arriveranno nei prossimi giorni, mentre hanno già dato le dimissioni il responsabile delle proposte sul budget dell’Ldp, Koichi Hagiuda e altri sei viceministri. L’Ldp si trova così senza più rappresentanti nel Gabinetto, l’organo che esercita il potere esecutivo. E mentre la procura promette arresti, Kishida starebbe anche valutando se rimandare la visita di Stato in Brasile e in Cile, in programma a gennaio. Intanto, il gradimento dell’Ldp è crollato sotto il 30% per la prima volta dal 2012. Tra gli implicati anche Seiko Hashimoto, l’ex potentissima ministra delle Olimpiadi, già coinvolta nello scandalo delle Olimpiadi di Tokyo 2020, che avrebbe intascato oltre 20 milioni di yen. Già nei guai nel 2014 per presunte molestie sessuali ai danni del pattinatore Daisuke Takahashi, Hashimoto, la cui famiglia è legata a uno dei quotidiani più importanti del Giappone, il Manichi, era diventata presidente del Comitato organizzativo di Tokyo 2020 rimpiazzando l’ex primo ministro Yoshiro Mori. Continua a leggere sul sito del Corriere, cliccando qui. |
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