Netanyahu ha già lanciato la sua campagna elettorale: «È tutta colpa di Oslo»

di Davide Frattini

Nei sondaggi il premier � travolto da Benny Gantz

Netanyahu ha già lanciato la sua campagna elettorale: «È tutta colpa di Oslo»

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME
— Oslo. Lo slogan che Benjamin Netanyahu ha scelto per la campagna elettorale ufficiosa — � stato lui ad aprirla di fatto marted� pomeriggio — sembra una contraddizione per il politico che sull’opposizione all’intesa con i palestinesi ha costruito la carriera. Il martellamento � cominciato il giorno prima durante l’informativa con una commissione parlamentare, avrebbe dovuto essere a porte chiuse eppure le parole del primo ministro sono arrivate ai giornali: dell’Autorit� palestinese non si fida — ribadisce — �� come Hamas, ma tenta di distruggerci per fasi, non in un colpo solo�. Arriva a dire che �il numero delle vittime israeliane causato dagli accordi � lo stesso degli assalti del 7 ottobre, l’intesa ha rafforzato i terroristi�.

Questo passaggio rivela — secondo i commentatori locali — la strategia in vista del voto inevitabile, anche se una data non � stata fissata mentre i soldati combattono a Gaza, anche se � lo stesso Bibi a ripetere: adesso � tempo di guerra, non di macchinazioni. Che invece lui ha messo in moto per allontanare nel tempo il disastro di 10 settimane fa o almeno le sue cause: dal 7 ottobre 2023 al 13 settembre 1993, dalle sue responsabilit� a quelle — secondo il suo schema — di Yitzhak Rabin e Shimon Peres, i firmatari del patto con Yasser Arafat.

Cos� i discorsi citano sempre Oslo come nel 1996, quando aveva ribaltato i sondaggi e battuto Peres prendendosi il primo dei sei mandati totali, questa volta senza bisogno di urlare il no alla pace con gli arabi a ogni apparizione, perch� tanto l’intesa � stata sepolta in questi trent’anni e l’Autorit� che ne era nata � moribonda. Lo sa anche lui: nel video diffuso attraverso i suoi canali social — prima mossa — proclama di essere l’unico a poter impedire �di ripetere gli errori di Oslo�, ormai un nome con pochi contenuti. Lo sanno anche gli americani che da due mesi parlano di �Autorit� palestinese rivitalizzata�: non si pu� tornare indietro alla stretta di mano tra Rabin e Arafat, bisogna guardare avanti e progettare il dopo Hamas a Gaza avendo comunque come obiettivo la soluzione dei due Stati.

Qui arriva la terza mossa del premier al potere dal 2009, salvo una interruzione di 563 giorni: cr eare da subito la frattura con gli Stati Uniti — anche solo apparente — per vantarsi con la base, �Joe Biden non mi ferma�, inviare gi� in queste ore gli emissari per i corridoi della Knesset a rafforzare le vecchie alleanze e crearne di nuove, il tentativo � riportare nel Likud Gideon Sa’ar, legato a Benny Gantz, l’ex capo di Stato Maggiore che lo travolge nei sondaggi. Sopratutto prepararsi a rintuzzare la sfida interna al partito che Yoav Gallant, il ministro della Difesa, sta costruendo. �Netanyahu sa di non avere una maggioranza quando si andr� alle urne, forse a primavera — scrive Anshel Pfeffer sul quotidiano Haaretz — e sa di avere poco tempo. I suoi sondaggisti non hanno mai smesso di lavorare e gli descrivono una societ� traumatizzata dai massacri, il supporto a uno Stato palestinese � molto limitato. Per ora. Cambier� con il passare del tempo, a restare sar� la rabbia verso l’uomo che � il principale responsabile della peggiore calamit� nella Storia di Israele�. Ecco la fretta, ecco lo slogan: � colpa di Oslo.


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13 dicembre 2023 (modifica il 13 dicembre 2023 | 20:53)

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