Ita-Lufthansa, l’Antitrust Ue avvia l’indagine: decisione a giugno sulla fusione
di Leonard Berberi
La Commissione europea vuole che Ita Airways cresca e faccia utili o che resti da sola, piccola e in perdita? È la domanda che si fanno in molti dopo che la Direzione generale della Concorrenza Ue ha deciso di indagare meglio sull’accordo tra il Tesoro e Lufthansa (e pure sull’altro dossier: l’acquisizione di Air Europa da parte di Iag). Nel dire che servono altri 90 giorni lavorativi per decidere, per l’Antitrust Ue le nozze italo-tedesche «potrebbero ridurre la concorrenza» sulle rotte tra Italia e Nord America.
di Leonard Berberi
I tecnici guidati dalla commissaria Margrethe Vestager — spiegano al Corriere quattro fonti a conoscenza delle discussioni interne — hanno riferito ai due vettori coinvolti nell’operazione che per avere il via libera è necessario tagliare le frequenze su alcune rotte tra Roma Fiumicino (dove vola Ita), Francoforte (Lufthansa), Zurigo (Swiss) e gli Usa. Secondo Bruxelles non si dovrebbero nemmeno avviare nuovi voli tra la capitale italiana e Stati Uniti e Canada. Il motivo? La combinazione tra Ita e le alleate oltre l’Atlantico di Lufthansa (United Airlines, Air Canada) creerebbe una situazione di monopolio o quasi.
di Leonard Berberi
Le richieste sono giudicate pesanti dagli addetti ai lavori: l’80% dei profitti dei vettori — sottolineano — vengono realizzati sulle rotte transatlantiche e compensano le perdite sui voli di breve e medio raggio dove dominano le low cost. Nel 2019, per avere un’idea, i voli tra Europa e Usa hanno generato ricavi per tutti i vettori pari a 68 miliardi di euro — secondo i dati forniti dai sistemi interni della Iata —, di cui 33 miliardi sono finiti nelle casse dei vettori europei: 11,2 miliardi alla holding Iag (British Airways, Iberia, Aer Lingus, Level), 6,3 miliardi al gruppo Lufthansa (incluse Swiss, Austrian Airlines, Brussels Airlines, Eurowings), 5,3 miliardi ad Air France-Klm, il resto alle società non «allineate», compresa Alitalia.
Questo nuovo approccio dell’Antitrust Ue allarma — e non poco — gli analisti, per almeno tre motivi. Il primo: chiedendo a Ita addirittura di ridurre la sua presenza negli Usa per entrare nel gruppo tedesco — sostengono — l’Ue priverebbe il vettore tricolore di una fetta significativa di utili. Il secondo: suggerendo a Lufthansa di sacrificare il suo network americano — sempre come condizione per poter investire in Ita —, la Commissione renderebbe non più sostenibile l’investimento in Italia.
Il terzo motivo: se nella valutazione dell’impatto si inseriscono i numeri degli alleati oltre oceano «Ita non potrebbe finire in nessun gruppo europeo», sostengono gli esperti. Non solo con Lufthansa, nemmeno con Air France-Klm (perché negli Usa i franco-olandesi hanno Delta Air Lines, per non parlare del ruolo di Virgin Atlantic nel Regno Unito) o Iag (dove oltre oceano c’è American Airlines): nessun colosso, peraltro quotato, sarebbe disposto a tagliare i voli redditizi.
lberberi@corriere.it
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25 gen 2024
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