Ita Airways, perdita quasi azzerata (-5 milioni). Il presidente Turicchi: «Avanti con Lufthansa»
di Leonard Berberi
Il presidente di Ita Airways, Antonino Turicchi, è stato netto qualche giorno fa: «Non c’è alcun piano B, andiamo avanti con Lufthansa». Una posizione condivisa dal Tesoro, azionista unico del vettore tricolore, che vede nei tedeschi l’opzione migliore per lo sviluppo della società. A Francoforte sono fortemente convinti dell’investimento in Italia. Con il ceo Carsten Spohr che vuole entrare in Ita il prima possibile per integrare l’azienda nel gruppo europeo.
Ma tutti loro sanno che c’è una «variabile» indipendente — qualcuno l’ha definita «impazzita» —: l’Antitrust Ue. Gli uffici della commissaria Margrethe Vestager pongono diversi ostacoli alle nozze, chiedendo sacrifici che, ad oggi, sono ritenuti inaccettabili da italiani e tedeschi. Non a caso ad aprile andrà in scena un braccio di ferro con Bruxelles.
di Leonard Berberi
I conti di Ita, migliorati nettamente l’ultimo anno (il rosso è passato da -486 a -5 milioni di euro, i ricavi sono balzati a 2,4 miliardi e quest’anno dovrebbero salire a 3,5 miliardi) consentono di stare tranquilli e di ragionare su diversi scenari. Anche nel caso di una risposta negativa della Direzione generale della Concorrenza Ue.
Al momento, assicura chi segue il dossier, si lavora tutti i giorni all’ingresso di Lufthansa attraverso l’aumento di capitale riservato da 325 milioni per il 41% di Ita. C’è, tra le opzioni, anche una manovra più «forzata»: si basa sempre sulla cessione ai tedeschi del 41%, ma priva del cambio di controllo così da non chiedere l’ok Ue. Per il colosso di Francoforte vorrebbe dire avere due membri su cinque nel cda di Ita e senza nominare il ceo, come previsto dagli accordi siglati a giugno 2023.
di Leonard Berberi
Non è escluso che, di fronte all’opposizione dell’Antitrust Ue, il ministero dell’Economia e Lufthansa rivedano gli equilibri interni, riducendo la quota dei tedeschi al 19,9% e portando il Mef all’80,1% «aggirando» l’obbligo di notifica. Ma questa eventualità ha il limite di non consentire a Ita di beneficiare in pieno delle sinergie commerciali e industriali di Lufthansa.
Sullo sfondo c’è chi caldeggia il rientro nella trattativa di Mediterranean Shipping Company (Msc) di Gianluigi Aponte e figli. La posizione del colosso marittimo mondiale non è però cambiata: il dossier Ita è stato cestinato dopo la battaglia fallita nell’estate 2022 (esecutivo Draghi) in tandem proprio con Lufthansa. Ma se il governo italiano lo chiedesse allora Aponte potrebbe riconsiderare il tutto. Sarebbe, di fatto, un ritorno al gennaio 2022 quando entrambe le società si fecero avanti per rilevare l’80% di Ita: il 60% sarebbe andato a Msc, il 20% ai tedeschi, il restante 20% al Tesoro.
L’eventuale ritorno di Msc ha però diverse criticità. Non rientra tra i piani del Mef. Deve avere il gradimento di Francoforte. Soprattutto: costringerebbe a una modifica del dpcm e a ripensare tutto l’impianto dell’accordo, definendo — ancora una volta — equilibri, poteri, responsabilità. Servirebbero diverse settimane e si andrebbe oltre l’estate.
Una cosa è certa, in mezzo a questi ragionamenti: a Palazzo Chigi e in via XX Settembre hanno perso la pazienza con la commissaria Vestager e i tecnici della Direzione generale della Concorrenza.
Il vero rischio — spiegano fonti europee — è che l’Antitrust approvi le nozze Ita-Lufthansa, scatenando subito dopo i ricorsi di Ryanair, easyJet, Wizz Air e Air France-Klm che finirebbero per «congelare» il closing. Uno scenario che a Roma, a Francoforte e persino a Bruxelles vorrebbero scongiurare.
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