Compagnia di San Paolo, 170 milioni di erogazioni per il 2024, patrimonio a 8,4 miliardi

Compagnia di San Paolo, 170 milioni di erogazioni per il 2024, patrimonio a 8,4 miliardi Compagnia di San Paolo, 170 milioni di erogazioni per il 2024, patrimonio a 8,4 miliardi Francesco Profumo

Francesco Profumo si appresta a congedarsi dalla Compagnia di San Paolo dopo 8 anni di mandato e lascia una fondazione in salute e prodiga nei confronti del territorio d’elezione, Piemonte, Liguria e Val d’Aosta. Alla giornata a Torino della Compagnia – oggi, martedì 23 gennaio – sono stati annunciati 170 milioni di euro di erogazioni per il 2024 (di cui 135 sulla base del preconsuntivo 2023) così destinati: 36,4 milioni per iniziative culturali (obiettivo Cultura), 52,4 milioni per iniziative solidali (obiettivo Persone) e 44,7 milioni per l’ambiente (obiettivo Pianeta); il budget della direzione Pianificazione, Studi e valutazione ammonta a invece a 1,5 milioni. «Se rifletto su questi ultimi otto anni, mi rendo conto di come l’operato della Compagnia sia andato modificandosi con l’intento di interpretare e cercare di fornire delle risposte ai cambiamenti della società – ha osservato Profumo –. Pensiamo al modello di “fondazione ibrida”, che bilancia cioè, dove è necessario, azioni erogative e di gestione diretta o di accompagnamento dei progetti; al significato che abbiamo voluto dare all’impatto e alla leva, cioè alla attrazione, messa in comune e moltiplicazione delle risorse; al capacity building e all’asset building; alla arricchita “cassetta degli attrezzi”».

«Come ente filantropico abbiamo la possibilità di essere flessibili nell’uso delle risorse – ha proseguito il presidente -, di guardare con tempi più lunghi e infine di mettere in campo strumenti ibridi (contributi, investimenti, competenze): il nostro ruolo è quello di operare in un’ottica di sussidiarietà orizzontale e reticolare. Oltre a generare impatto sociale, le azioni della Compagnia sono pensate per favorire effetti duraturi di efficienza e di sostenibilità per gli enti beneficiari». Il bilancio 2023 sarà approvato ad aprile e per quel mese sarà anche indicati il nome del successore di Profumo alla presidenza. Il sindaco di Torino, Stefano Lorusso, nella terna per le nomine di competenza del Comune in cui per prassi è indicato il presidente dell’ente torinese, sarebbe per proporre l’ex rettore del Politecnico di Torino Marco Gilli. Interpellato sul suo futuro, che indiscrezioni lo vorrebbero alla presidenza di Intesa Sanpaolo tra un anno, Profumo si smarca: «Mai avuto ansie di futuro, il futuro non lo so cosa sarà, non bisogna avere ansie, bisogna lavorare fino a compimento del nostro lavoro, io credo che la città abbia tutti i semi buoni, bisogna però bagnarli poco per volta: le classi dirigenti han bisogno di essere coltivate -. La Compagnia deve essere governata bene - è il monito del presidente uscente - e per essere le queste persone non devono avere conflitto di interessi, devono avere un sistema di relazioni, questo territorio non he ha abbastanza, e devono avere senso delle istituzioni. Credo che si debba partire da lì perché gli enti si mettano una mano sul cuore e capiscano cosa fare».

A proposito di lungimiranza e gestione, i dati del conto economico sono esemplificativi: se il patrimonio nel 2016, primo anno di Profumo alla guida dell’ente torinese, ammontava a 6,7 miliardi di euro (attivo), a dicembre era di 8,3 miliardi, oggi 8,4 miliardi (+1,6 miliardi di componente non quotata), con la componente strategica pari a 3,85 miliardi, dei quali 3,1 rappresentati dalla partecipazione in Intesa Sanpaolo. La componente diversificata valeva invece circa 4,2 miliardi, oltre a 240 milioni detenuti in altre attività finanziarie. Sotto la regia di Profumo la fondazione ha distribuito in otto anni 1,3 miliardi a favore di 8.454 iniziative.

«Il Piano strategico 2021-24 ci impegnava ad avere maggiore impatto con le nostre erogazioni. In altre parole, non era sufficiente per noi erogare oltre 700 milioni in quattro anni per dire di aver raggiunto l’obiettivo, ma occorreva anche lavorare per massimizzare l’impatto - gli effetti- di ogni euro messo a disposizione – ha aggiunto Alberto Anfossi, segretario generale della Compagnia di San Paolo -. Se guardo all’interno della fondazione posso dire che in questi anni ci siamo evoluti: siamo una fondazione che è stata in grado di gestire progetti ad elevata complessità, capace di affiancare sistematicamente strumenti di accompagnamento e di sviluppo organizzativo al “solo” finanziamento».

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