Pop Sondrio, l’ipotesi di una lista condivisa tra vertici, Unipol e piccoli azionisti

Pop Sondrio, l'ipotesi di una lista condivisa tra vertici, Unipol e piccoli azionisti Pop Sondrio, l’ipotesi di una lista condivisa tra vertici, Unipol e piccoli azionisti

I rumors sulla Popolare di Sondrio potrebbero sbloccare il risiko bancario italiano. L’istituto di credito valtellinese, ieri a Piazza Affari, si è mantenuto sui livelli della fiammata di venerdì, quando «mani forti» si sono scatenate sul titolo, sulla scia di probabili acquisti da parte di una banca straniera per conto di un attore interessato. Goldman Sachs ha opposto un secco «no comment» e Unicredit, tirata in ballo, ha smentito qualsiasi interesse per l’istituto guidato da Mario Alberto Pedranzini. Ora il mercato guarda all’appuntamento più importante: il parziale rinnovo ad aprile del cda della Popolare di Sondrio con l’arrivo di cinque nuovi consiglieri. Secondo indiscrezioni di mercato i vertici della banca lombarda avrebbero già avviato interlocuzioni con il gruppo Unipol. Obiettivo, arrivare a una sintesi e presentare una lista unica, condivisa con il gruppo assicurativo che ha investito a settembre 253,6 milioni per salire settembre dal 9,5% al 19,7%. Nei colloqui è stata coinvolta anche Insieme per la popolare, l’associazione che raduna più di 1.300 piccoli azionisti e pesa per il 4%: era nata per difendere l’autonomia dell’istituto valtellinese due anni fa quando i fondi partecipavano in massa al rinnovo della governance. In base a quanto emerge, il vertice della Pop Sondrio vorrebbe proporre una lista comune a Unipol cui spetterà il compito di vagliarla, assieme a Insieme per la popolare.

La mossa non sarebbe frutto di un arrocco ma da valutazioni comuni che hanno interesse per le famiglie e le imprese del territorio lombardo e non solo. L’istituto infatti conta circa 500 sportelli per lo più in Lombardia, zona in cui altri istituti hanno sempre faticato ad aprire filiali. E, fatta eccezione per il socio forte Unipol, la banca è una sorta di public company. Conta cioè poche azioni sparse tra tanti soci e passate di mano tra tanti investitori. Da Vanguard a Norges Bank, da Dimensional Fund ad Arca Fondi, da Anima a una piccolissima percentuale di Goldman Sachs. Sono quote non molto grandi, diverse dal 7% posseduto a suo tempo da Amber capital o Citadel. Adesso si parla di nuovi movimenti sul titolo della Popolare che andrebbero a comporre circa un 5% o 10%. Il mercato si aspetta a breve che emergano posizioni definite con la Consob. Se dal 2 al 17 gennaio la media giornaliera degli scambi sul titolo Pop Sondrio è stata 739 mila, il 18 gennaio è balzata a 3.661.202 milioni e il giorno seguente è proseguita a 3.556.718 milioni. Volumi quasi 5 volte la media fino ad allora registrata. Ieri, nonostante l’azione sia rimasta piatta, ha scambiato 1.865.350 milioni, cioè 2,5 volte la media, segno che l’attenzione in Borsa è rimasta alta.

La Banca Popolare di Sondrio copre un’area molto ricca e dove le altre banche non sono presenti e che ha permesso di raccogliere a settembre 84.453 milioni (+2%). Nei primi nove mesi dell’anno l’istituto di credito ha realizzato 48,6 milioni di utili, in crescita del 130%, spinti da un margine di interesse che ha toccato quota 668,4 milioni (+40,1%). Le commissioni nette invece sono arrivate a 290,1 milioni (+5%). Un boccone ricco che può far gola a qualsiasi banca o a un fondo in vista dell’assemblea di aprile.

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