Josh Cahill, il blogger che recensisce (e fa arrabbiare) le compagnie aree: «Controllo anche i bagni»
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Se c’è un aereo da evitare, lui sicuramente ci sale a bordo. Se c’è una compagnia aerea da non far arrabbiare, lui non ci pensa un attimo a finire nella black list. Se c’è un aeroporto dove è meglio non filmare, lui è sempre lì con la sua GoPro. E se c’è il rischio che il cibo a bordo possa creare più di qualche problema allo stomaco, lui di certo non si tira indietro. Anche a costo — com’è successo — dell’avvelenamento. Il tutto documentato con i video, pubblicati sul suo canale YouTube, visti da milioni di persone.
I rischi
Da sette anni Josh Cahill, 37enne tedesco-australiano che ha vissuto in Cina e ora è di base in Sri Lanka, fa il «critico» dei voli in ogni loro aspetto. Bagni compresi. E, sempre da critico, non esita a prendersi rischi. Compreso litigare con una delle più potenti aviolinee del mondo, Qatar Airways. Far arrabbiare un altro vettore, Aero Dili (basato a Timor Est), che per ripicca ha pubblicato il suo passaporto. E denunciare chi mostra filmati che in realtà sono delle promozioni — non dichiarate — per conto dei vettori. «Provo a essere il Robin Hood dell’aviazione», dice al Corriere durante una chiacchierata.
Josh, che cosa faceva prima di diventare un «recensore» dei voli?
«Ho studiato Marketing a Melbourne, ma ho lasciato l’università poco dopo. Sono andato in autostop in giro per il mondo per un po’ e ho dormito in un sacco di divani di chi mi ospitava».
Perché questo cambio radicale?
«Volevo girare il mondo, ma non avevo soldi».
Quando la svolta?
«Nel 2018, quando vivevo a Pechino. Lì ho avviato l’attività di “vlogger” con 5 mila euro di budget e dopo qualche tentativo e con una base di 65 mila iscritti».
E il momento in cui le cose sono decollate?
«Quando ho iniziato a viaggiare anche in Paesi dove non ci andava nessuno oppure a prendere compagnie che nessuno voleva. Tipo Biman in Bangladesh».
Quanto è grande la sua platea oggi?
«Ho 680 mila iscritti su YouTube e 115 mila su Instagram. Sommati tutti i profili social siamo su un milione. Le visualizzazioni complessive hanno superato i 250 milioni».
Chi paga per i suoi voli?
«Io! Grazie ai ricavi dai video. Poi ho uno sponsor e uso Patreon, piattaforma dove gli appassionato possono fare una donazione accedendo ai miei gruppi WhatsApp dedicati, alle sessioni su Zoom».
Ma lei riesce a guadagnare?
«Sì, con tutte quelle visualizzazioni YouTube ha un buon sistema di remunerazione. Ma non è che aspiro a diventare ricco, tanto i soldi non li ho mai avuti».
Però è costoso...
«A chiunque piacerebbe volare sempre in Business a spese delle compagnie. Ma a quel punto si perde l’imparzialità, cosa che io voglio mantenere. E infatti volo di più nel retro dell’aereo, in Economy».
Come organizza la sua attività?
«Per un mese prendo diversi voli. Poi mi fermo per 3-4 mesi che utilizzo per montare e pubblicare i video. Sono da solo, non ho assistenti che mi danno una mano. Non è facile però fare tutto questo e continuamente. A volte è dura».
Quanti voli prende in un anno?
«Mediamente un centinaio, da quando è iniziata questa avventura sono 700».
E quante compagnie aeree hai preso?
«Al momento 195».
(secondo le stime del Corriere si contano circa 750 aviolinee tradizionali e low cost, regional e leisure)
Perché fa tutto questo?
«Lo faccio per responsabilizzare le compagnie aeree e per ricordare loro che devono mantenere le promesse. Non è possibile che io prenoti un volo pensando di salire su un aereo nuovo e mi ritrovo in uno vecchio, oppure che mi aspetti un servizio a bordo e non è quello che poi effettivamente avviene».
Di recente ha irritato Qatar Airways, una delle compagnie più potenti del mondo.
«Si sono arrabbiati perché ho raccontato del loro “declino”, almeno per quel volo che ho preso. Doveva essere su un Airbus A350, moderno, invece era un vecchio A330. Queste cose uno non se le aspetta da una compagnia che dice di essere la migliore al mondo».
Cos’è successo poi?
«Di tutto. Prima mi hanno regalato un volo a condizione che cancellassi il video negativo per loro. Poi sono stato bandito dalla compagnia quando ho raccontato la cosa sempre su YouTube. Ovviamente mi è stato consigliato dai legali di non mettere più piede in Qatar perché potrei rischiare l’arresto. Ma io non sono in vendita. Lo so che potrei guadagnare molti soldi facendo i video sponsorizzati, ma non è quello che voglio. Mi voglio ritenere un “Robin Hood” dell’aviazione».
Che passaporto usa di più quando viaggia?
«Quello tedesco, senza dubbio. Consente di accedere facilmente in quasi tutto il mondo».
A un certo punto però è arrivato il Covid.
«Quando il mondo si è chiuso ero con la mia ragazza a Bali, in Indonesia. Lei è tornata a Singapore, dove vive. Io sono rimasto bloccato per 6 mesi».

Cahill con piloti e assistenti di volo tutti al femminile in Afghanista (foto da @gotravelyourway/Instagram)
In Afghanistan ha viaggiato in un aereo tutto al femminile tra piloti e assistenti di volo.
«Sì, è stato a bordo della compagnia Kam Air. Esperienza fantastica. Volare in Paesi come quelli è un po’ un viaggio indietro, anche per l’aviazione: usano ancora aerei che in Occidente sono spariti da tempo. Ricordo per esempio anche l’Airbus A310 di Mahan Air in Iran».
Qual è la compagnia migliore secondo lei?
«Domanda impossibile... non saprei. Forse direi Singapore Airlines. Ma anche l’Economy di Emirates è davvero buona. Attenzione però: secondo me nei prossimi anni un’altra aviolinea batterà tutte».
Quale?
«Starlux, è di Taiwan».
E la compagnia peggiore?
«Direi Tunisair, della Tunisia, e la nigeriana Air Peace. Quando ho volato con quest’ultima ho visto delle violazioni record: non avevano il carburante, il personale aveva superato le ore consentite quel giorno, avevano problemi ai flap».
La compagnia che ha reagito peggio ai video?
«Qatar Airways, senza dubbio».
L’aereo migliore?
«L’Airbus A380 è imbattibile».

Un fermo immagine del momento «loo review» (l’ispezione del bagno) a bordo di un volo (via Josh Cahill/YouTube)
Ha preso aerei vecchi, in Paesi colpiti dall’embargo o con controlli quasi assenti sui velivoli. Non ha mai paura?
«Molte cose devono succedere, tutte assieme, perché possa esserci un incidente. No, non ho mai avuto paura. L’aviazione è sicurissima».
Ha litigato con un altro «vlogger» famoso, Sam Chui, accusandolo di fare recensioni «vellutate» perché viaggia a spese delle compagnie.
«Conosco lui da una decina d’anni, eravamo grandi amici. Ma io faccio videorecensioni, lui fa video promozionali senza dichiararlo».
Come fa a sostenerlo?
«Ogni volta che pubblico una clip in cui critico il servizio a bordo di qualche compagnia, guarda caso due settimane dopo compare un suo video, su quella stessa compagnia, in cui sostiene che è tutto fantastico. Un caso? Non direi. Ma devo dare atto a Chui che sta cambiando ultimamente. Meglio tardi che mai».
lberberi@corriere.it
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