Leggendo l’interessante ricerca del portale inglese etyres che ha elaborato i terrificanti dati sugli incidenti stradali mortali provenienti dall’Organizzazione Mondiale della Sanit�, non mancano i motivi di consolazione. In primis, il fatto che rispetto ai quasi 8 milioni di morti contati nel 2000, nel 2019 - ultimo anno della ricerca che ha voluto fermarsi al pre-Covid - i numeri sono pi� che dimezzati, arrivando a solo 3 milioni. Le croci ogni 100 mila abitanti sono cos� scese da 13,9 a 5,3 . Se questa � obiettivamente una ventata positiva, non si pu� dimenticare che nel ventennio preso in esame, l’Italia � stato il secondo Paese europeo - il peggiore � la Polonia - che ha dovuto contare pi� vittime sulla strada. Nel periodo esaminato, da noi sono morte mediamente 5.034 persone all’anno, 419 al mese, 97 a settimana e 14 al giorno.
Incidenti mortali, quali sono i paesi più pericolosi? L’Italia è seconda in Europa. I dati
Una ricerca del portale inglese etyres ha analizzato i dati sugli incidenti stradali provenienti dall’Organizzazione Mondiale della Sanit�: dal 2000 al 2019, le nostre strade sono state teatro di una strage. Ma pian piano i numeri si sono dimezzati

Incidenti mortali, quali sono i paesi pi� pericolosi? L'Italia � seconda in Europa. I dati
La media ancora alta
Il portale inglese calcola anche quanti morti ci siano stati ogni 500 miglia (circa 800 km) di rete stradale del Paese: per l’Italia sono 17, il che significa che se facciamo un viaggio di 800 mediamente negli ultimi 20 anni su quel tratto di strada sono morte 17 persone. Come detto, peggio di noi dal 2000 al 2019 ha fatto solo la Polonia, che ha un bilancio annuale medio di 5.112 incidenti mortali. Dietro l’Italia restano Germania e Francia, che pur avendo una popolazione pi� numerosa hanno registrato mediamente 4.807 e 4.746 vittime all’anno. Molto pi� distante � la Spagna, con 3.390 morti all’anno. All’estremo opposto c’� l’Islanda, che ha una media di 19 morti per incidenti stradali all’anno, pari a circa 2 al mese.
Disastro Cina e India
Allargando l’orizzonte, non � che vada meglio. Ci sono esempi virtuosi come l’Australia o il Canada, che si fermano a 1.486 e 2.510 vittime all’anno di media, ma anche veri disastri. Gli Stati Uniti con 41.496 morti ogni anno fa decisamente meglio delle 199.134 vittime registrate dall’India e le 273.266 della Cina, fermo restando che nella classifica sulla pericolosit� ogni 500 miglia, gli Stati Uniti sono al 158� posto con 5 morti (meno di un terzo rispetto all’Italia) e la Cina al 78�. In questo senso, colpisce la posizione del Portogallo che ha registrato 1.351 morti ma considerando la limitata rete stradale, con ben 96 per 500 miglia - quasi sei volte il dato italiano - � 32�quindi nelle zone peggiori della classifica.
La sfida del futuro
E ancora pi� impressione fanno i numeri dell’Uganda, sulle cui strade � morta mediamente pi� di una persona all’ora (28 morti al giorno), con una media annuale di 10.127 vittime. Fa specie che in 800 chilometri dell’Uganda siano morte mediamente ben 396 persone all’anno, ma � la conseguenza di strade terribili e automobili in pessimo stato. Non � un caso che in questa classifica - dove alle spalle dell’Uganda ci sono altri Paesi ‘complicati’ quali Haiti, Ruanda, Burkina Faso e Malawi - l’Islanda sia ultima su 180 Nazioni esaminate con un morto ogni 800 km. Guardando dati pi� recenti, l’OMS ha stabilito che dal 2010 al 2021 le morti per incidenti stradali sono diminuite del 5%, ma i decessi tra i pedoni sono saliti del 3% arrivando a 274 mila (il 23% delle vittime globali ossia circa 1,19 milioni ) e quelli tra i ciclisti del 20% (71 mila, pari al 6%). La nuova sfida � proteggere sempre di pi� gli altri utenti della strada.
5 giugno 2024 (modifica il 5 giugno 2024 | 11:24)
© RIPRODUZIONE RISERVATA