Emendamenti alla manovra, è lite: la Lega ne presenta tre. L’ira degli alleati Via libera dalla Ue ma con riserva sul deficit

Emendamenti alla manovra, è lite: la Lega ne presenta tre. L'ira degli alleati  Emendamenti alla manovra, è lite: la Lega ne presenta tre. L’ira degli alleati

Alla fine gli emendamenti alla manovra presentati da tutti i gruppi di opposizione sono circa 2.650. Il termine è scaduto ieri sera alle 20 in commissione Bilancio al Senato. E, contrariamente a quanto aveva promesso la maggioranza («non presenteremo emendamenti»), tre proposte sono state depositate dalla Lega, «ma a costo zero», dicono fonti del Carroccio. Riguardano: enti locali, giustizia, frontalieri. La prima reazione è di Forza Italia: nel partito c’è «sorpresa e irritazione», «visto che era stato proprio Salvini a dire niente emendamenti». Ma in serata è Giorgia Meloni, irritata anche lei, a contattare direttamente Matteo Salvini per chiedere spiegazioni: «Non ne sapevo nulla — le risponde il leader della Lega — li farò ritirare immediatamente». Ma lo strappo resta.

Uno dei relatori del disegno di legge di Bilancio, Dario Damiani di Forza Italia, ha confermato che più avanti verranno presentati emendamenti degli stessi relatori, d’intesa col governo, per correggere pochi punti della manovra, attenuando in particolare la stretta sul rendimento delle pensioni dei medici e di altre categorie pubbliche e per escludere dall’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi la prima casa messa sul mercato.

L’ingorgo dei lavori parlamentari determinerà un leggero slittamento dei tempi inizialmente previsti per l’esame della manovra a Palazzo Madama, che arriverà in aula a metà dicembre. Governo e maggioranza restano comunque fiduciosi sulla conclusione dell’iter della legge di Bilancio prima di Natale, confortati anche dal giudizio della commissione Ue che ha dato il via libera con riserva alla manovra (il verdetto è di fatto rimandato al 2024). «Accogliamo il giudizio — ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti —. Nonostante l’eredità dell’impatto negativo di energia e Superbonus andiamo avanti con sano realismo».

La pioggia di emendamenti era nel conto e il governo fa affidamento sui numeri in Parlamento per bloccarli. Il gruppo che ha presentato più proposte di modifica è il Pd con 1.103. Al secondo posto il M5S con 945. Poi l’Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) con 329, Italia viva con 180, Azione con 91. Pd, M5S, Avs, +Europa e Partito socialista hanno presentato tre emendamenti comuni: 4 miliardi in più nel 2024 alla sanità, 600 milioni per il fondo non autosufficienza, più assunzioni per ridurre le liste d’attesa.

Gli emendamenti del Pd, spiega il responsabile economico, Antonio Misiani, puntano a sostenere il lavoro e il potere d’acquisto, prevedendo anche il salario minimo; a rafforzare gli investimenti per la conversione ecologica delle imprese e la riqualificazione energetica del patrimonio abitativo pubblico; a potenziare le risorse per la sanità e per il trasporto pubblico locale. Le risorse, sostiene Misiani, si possono trovare «andando a prendere i soldi dove il governo non ha il coraggio di farlo: lotta all’evasione fiscale; revisione della spesa e delle tax expenditures».

Sulla stessa linea gli emendamenti dei 5 Stelle che ripropongono l’introduzione del salario minimo per legge. «Il piano del governo è chiaro: tasse e tagli della sanità», dice il leader Giuseppe Conte. Azione, con Mara Carfagna, dice di voler «incalzare il governo su sanità, istruzione e crescita». Italia viva parla di «emendamenti qualificanti», anche per risolvere la questione delle pensioni dei medici.

Ieri, intanto, il Senato ha approvato definitivamente col voto di fiducia il decreto Bollette che, tra l’altro, proroga fino al 31 dicembre i bonus su luce e gas per le famiglie più disagiate o con componenti in condizioni di salute gravi.

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