Salario minimo per legge? Ecco i primi no Cnel: «Meglio rafforzare la contrattazione»
di Enrico Marro
Le opposizioni sono pronte a fare ostruzionismo in commissione Lavoro alla Camera dove è in discussione la proposta di legge sul salario minimo, che ha come primo firmatario Giuseppe Conte, dopo che la maggioranza ha presentato un emendamento a firma del presidente della commissione Lavoro della Camera Walter Rizzetto, di Fratelli d’Italia, che modifica radicalmente la proposta di legge presentata dal centrosinistra. L’esame dell’emendamento è in corso da oltre un’ora. Tutti e 69 i deputati del Partito democratico si sono iscritti a parlare, così come gran parte dei deputati del centrosinistra. Viene quindi dato per scontato lo slittamento a domani o giovedì del voto sull’emendamento.
di Enrico Marro
L’emendamento della maggioranza impegna il governo ad adottare entro sei mesi «su proposta del ministro del Lavoro» una serie di decreti legislativi «in materia di retribuzione dei lavoratori e contrattazione collettiva» al fine di «garantire l’attuazione del diritto di ogni lavoratore e lavoratrice a una retribuzione proporzionata e sufficiente, come sancito dall’articolo 36 della Costituzione». Obiettivo che secondo l’emendamento dovrà essere raggiunto «rafforzando la contrattazione collettiva» e prendendo a riferimento i «trattamenti economici complessivi minimi dei contratti collettivi nazionali maggiormente applicati». Nel testo non è prevista una soglia di salario minimo per legge. La proposta del centrosinistra prevede, invece, la cifra di 9 euro lordi.
«Chiediamo il ritiro dell’emendamento Rizzetto che trasforma la legge di iniziativa parlamentare delle opposizioni in una delega al governo. La maggioranza si confronti con noi sul merito delle proposte anziché mettere tutto nelle mani dell’esecutivo. Il nostro è un appello a liberare l’autonomia del Parlamento», attaccano i capigruppo delle opposizioni in commissione Lavoro Arturo Scotto Pd, Valentina Barzotti M5s, Franco Mari Avs e Antonio D’Alessio Azione. - «Daremo battaglia». L’emendamento «stravolge una proposta di legge presentata dalle opposizioni trasformandola in una legge delega al governo», attacca il Movimento 5 Stelle. Il M5s chiama in causa direttamente Rizzetto: «Il suo è un lampante e incredibile conflitto di interessi, visto che sarà proprio Rizzetto a giudicare l’ammissibilità o meno dell’emendamento di cui è primo firmatario. Non ha avuto nemmeno il buon gusto di far firmare l’emendamento ad un suo collega», dicono fonti M5S.
«Le opposizioni avevano dodici anni per poter approvare e calendarizzare una proposta sui salari. Penso che la loro sia una battaglia ideologica e non mi sembra che l’estate militante di Schlein sia andata benissimo sotto questo punto di vista», replica Rizzetto. «Non diciamo no al tema dei salari, soprattutto rispetto ai rilievi che ha fatto il Cnel. Stiamo dicendo che la proposta dell’opposizione non rappresenta lo strumento giusto per rispondere alla questione sui salari», ha aggiunto il presidente della Commissione lavoro.
Intanto fonti parlamentari fanno sapere che sono circa 2.000 gli emendamenti alla legge di Bilancio che le opposizioni presenteranno al Senato, in attesa che scada il termine per presentare le modifiche, previsto alle 18. Il numero più consistente di emendamenti è del M5s con oltre 950 proposte, seguito dal Pd con più di 600. Circa 300 hanno la firma di Alleanza Verdi e Sinistra italiana, mentre un centinaio saranno presentati da Italia viva e una novantina da Azione. La maggioranza invece non presenterà emendamenti, facendo confluire tutte le eventuali proposte di modifica in un maxi emendamento del governo. Su salario minimo e sanità, M5s, Pd, Alleanza Verdi e Sinistra italiana e Più Europa presenteranno emendamenti comuni.
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21 nov 2023
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