Rafa Benitez pronostico sulla finale di Euro2024:«Perchè la Spagna è favorita sull'Inghilterra»
Rafa Benitez ha cominciato ad allenare in Spagna e si è affermato in Inghilterra, conosce bene entrambe le realtà. Sull'Italia: «Si riprenderà, ha un grande allenatore»
In Spagna è nato e cresciuto, ha iniziato ad allenare, si è fatto un nome. In Inghilterra si è affermato, è diventato grande, ha vinto. Per Rafa Benitez, 64 anni, ex tecnico fra le altre di Valencia, Liverpool, Real Madrid, Inter e Napoli, tredici trofei in tre Paesi diversi, la finale di domenica è la partita della vita. «Chi vince? Anche se tutti la danno per favorita, la Spagna non ci deve pensare: altrimenti finisce male. Sta giocando meglio, ma l’Inghilterra ha tanti giocatori di qualità che possono risolvere la partita in qualsiasi momento».
È la finale più giusta, il meglio che c’è?
«Diciamo che squadre come Germania, Austria e Svizzera hanno fatto molto bene, ma non hanno giocatori di qualità sufficiente per vincere. Questo fa la differenza. La Francia o l’Italia saranno sempre grandi potenze calcistiche. E poi non scordiamo il Sud America: Brasile, Argentina, l’Uruguay e Colombia sono sempre stati un riferimento in termini di sviluppo dei giocatori e competizione».
La principale differenza tra il fùtbol spagnolo e il football inglese?
«Quello spagnolo è generalmente più tecnico e tattico. L’inglese è sempre stato ed è più fisico, con giocatori più forti nei contrasti e più veloci in generale. Bisogna tenere conto del fatto che gli stipendi nel Regno Unito sono in media più alti che in Spagna e questo attira molti giocatori, il che aumenta direttamente il livello del campionato. In Spagna, le più grandi attirano giocatori importanti, ma le altre hanno difficoltà a competere con la Premier».
La chiave della finale?
«Molto dipenderà da come difenderà l’Inghilterra: se avrà tre uomini, la Spagna dovrà avere le idee chiare su come attaccare e difendere contro gli esterni inglesi. Se la Spagna avrà più possesso palla, l’Inghilterra dovrà essere in grado di andare in contropiede, altrimenti difenderà a 5 e avrà difficoltà a uscire».
Yamal è il volto del torneo. Dove può arrivare? Può fare davvero la storia?
«Troppo presto per dirlo. Yamal ha ottime possibilità per diventare un grande giocatore, anzi lo è già, ma per esserlo per molti anni devi vedere come lui e il suo ambiente si evolvono a livello emotivo, come lui e coloro che lo circondano lo influenzeranno, come sapranno gestire il successo, in un modo o nell’altro».
Le ricorda qualcuno?
«Sì, ha le qualità di giocatori come Di Maria, Salah, Saka, anche se non è veloce come loro. Ma essendo mancino e giocando a destra, i suoi dribbling a rientrare e i suoi cross sono simili a molte giocate di quei tre».
La Spagna continua a produrre talenti. Una fabbrica. Il segreto?
«Una buona formazione degli allenatori. Migliorando le condizioni di base e la formazione degli allenatori, cresce il livello generale. C’è una buona metodologia di base. E tanto talento».
L’Inghilterra sembra stanca: la Premier League è davvero così difficile, frustrante, stressante?
«Ci sono giocatori di Premier che giocano in altre Nazionali e non sembrano stanchi, quindi è più un cliché. Se ne parla dall’inizio, ma il rendimento dell’Inghilterra è migliorato man mano che il torneo andava avanti, quindi può essere anche qualcosa di mentale, più che di fisico».
L’Italia è in crisi. Di risultati e di talenti. Perché?
«Ma ha un grande allenatore che con il tempo e il lavoro troverà la soluzione per riportare gli azzurri a essere competitivi. Andrà meglio, ne sono sicuro, fidatevi».
Lei è nel panel Uefa degli osservatori tecnici. Quale tendenza tattica e tecnica ha notato in questo torneo?
«Meno possesso inutile nella propria metà campo, più possesso palla alla ricerca dell’efficacia e nella metà campo avversaria. La maggior parte dei gol vengono comunque segnati con meno di 6 passaggi, il che significa in molti casi recupero e contropiede. Ci sono stati più tiri da fuori area, forse perché le squadre più forti hanno più palla nel campo opposto e costringono le altre a chiudersi, quindi il tiro da fuori area diventa una buona opzione».
Squadra, giocatore e c.t. che l’hanno sorpresa di più?
«Austria, Svizzera, Germania, oltre alle semifinaliste. Calafiori. I bravi allenatori spesso passano inosservati perché le loro squadre non vincono. Rangnick, con l’Austria, ha giocato come voleva giocare e lo ha fatto bene».
Come vede la serie A?
«Le italiane hanno fatto molto bene in Europa. La Premier ha strapotere economico, ma il calcio italiano è sempre stato competitivo e continuerà ad esserlo».
Il nuovo Napoli di Conte?
«Buon allenatore, buona squadra e una tifoseria che la sosterrà fin dall’inizio. Può tornare a vincere».
Inter e Milan vivono fasi molto diverse.
«L’Inter ha la rosa migliore in questo momento, ma il Milan ha fatto molto bene con Pioli e può recuperare quel livello. Non dimentichiamo la Juve, che sarà sempre forte, e la Roma, che in questi mesi è migliorata tantissimo. Ci sarà da divertirsi».
E il suo, di futuro?
«Ho più esperienza, mi piace competere per qualcosa e allo stesso tempo migliorare i giocatori, quindi aspetto una nuova sfida, un progetto vero e proprio. Contano le sfide, non i soldi».