Squadre, calciatori, ct: i migliori dei gironi di Euro 2024

diCarlos Passerini e Paolo Tomaselli

La Spagna è la formazione migliore finora davanti alla sorpresa Austria e all'incredibile Slovacchia 

Vecchie volpi e giovani fenomeni. Portieri insuperabili e c.t. dalle scelte forti. Ma anche centravanti senza gol, dopo un’annata da bomber con i club. L’Europeo è al suo primo grande crocevia, con la fase eliminatoria che si chiude dopo 36 partite con poche certezze e parecchi colpi di scena. Dall’Austria che vince il girone di ferro davanti alle deludenti Francia e Olanda, fino alla prima grande impresa della Slovenia, passando per il fuoco della giovane Spagna, che ha impressionato più di tutte. Top e flop. In attesa delle partite da dentro o fuori. Siamo solo a metà strada. Ma l’Eurothriller è già nel vivo.

Saggezza e rivoluzione

Non ci sono solo i 9 punti su 9 a incoronare la Spagna come la più in forma del torneo. La Roja colpisce per gioco, stato di forma, entusiasmo. Soprattutto, convince la nuova interpretazione tattica e filosofica del c.t. Luis De la Fuente, che ha attualizzato il tradizionale tiki-taka rendendolo più verticale, efficace e imprevedibile. Adiòs possesso palla fine a se stesso, oggi la Spagna cerca la porta in due passaggi. Ma anche fuori dal campo la sua mano si vede: dopo gli anni dell’hombre vertical Luis Enrique e nel bel mezzo dello scandalo Rubiales che ha mandato nel caos la federazione, un «normalizzatore» era ciò che serviva. Sul podio, dietro di lui, non può che esserci Ralf Rangnick con la sua Austria Felix. Per continuare a lavorare al progetto ha detto no al Bayern: c’è chi l’ha preso per pazzo, ma il primo posto nel girone più duro del torneo, davanti a Francia e Olanda, ripaga alla grande una scelta forte e controcorrente. Oggi l’Austria del Professor, cresciuto con i Vhs di Sacchi e Lobanovski, corteggiato e poi scartato dal Milan nel 2020, fa paura. Perché col suo gegenpressing ammodernato mostra qualità, organizzazione, determinazione. Al terzo posto fra i top un’altra cosiddetta «piccola», la Slovacchia del nostro Francesco «Ciccio» Calzona, ex allenatore del Napoli, capace di conquistare gli ottavi con una squadra priva di grandi campioni. Ha chiuso il girone E, quello dell’equilibrio, con 4 punti. Orgoglio ed entusiasmo sono la chiave dell’impresa: «Abbiamo raggiunto gli ottavi e vogliamo arrivare ai quarti per i nostri tifosi» ha detto dopo il pareggio con la Romania. Ora c’è l’Inghilterra. La scuola italiana degli allenatori è una garanzia. Coverciano docet.

Gioventù al potere

Puntare l’avversario come al campetto, sfidarlo e saltarlo in dribbling, per andare al tiro o cercare l’ultimo passaggio. In un torneo condizionato dalla stanchezza di fine stagione, la freschezza, la leggerezza fisica e mentale e naturalmente la tecnica sopraffina di Jamal Musiala e Nico Williams resta negli occhi e anche nel tabellino dei marcatori. Il tedesco formato calcisticamente in Inghilterra, dove la madre era andata per un dottorato, è al primo esame di maturità dopo un Mondiale fallimentare per tutta la Mannschaft. Lo spagnolo sulla fascia sinistra, assieme al suo compagno di scorribande sulla destra, il sedicenne Lamine Yamal, ha dato alla Spagna quella sfacciataggine che mancava: la gioventù conserverà il potere fino alla fine? In fin dei conti il miglior giocatore dell’Europeo 2020 era il ventiduenne Donnarumma, che qui è partito ancora più forte, anche perché l’Italia gli ha dato molto lavoro extra.

Poche idee ma confuse

Da Vlahovic a Milinkovic-Savic, da Ilic a Mitrovic: la Serbia i giocatori li avrebbe, ma come al Mondiale esce mestamente al primo turno. Dragan Stojkovic, sublime campione dell’ultima Jugoslavia unita, quella di Italia 90, in due tornei da c.t. non ha vinto mezza partita. In carriera aveva allenato solo in Giappone e in Cina. E se fosse lui il problema? Che dire di Rambo Koeman, terzo dietro a Austria e Francia dopo la prestazione con gli austriaci da lui stesso definita «sconcertante». L’Olanda dà sempre la sensazione di poter fare gol, con Gakpo, Depay, Xavi Simons o il riservista Weghorst. Ma soprattutto di poterlo prendere. La Polonia, uscita a testa alta pareggiando con la Francia, il gol lo prende sempre e poi non riesce a rispondere: Lewandowski, infortunato nelle prime due gare, è sempre il primo a fare le valige: è la terza volta di fila tra Mondiali ed Europei, forse l’ultima per lui e Szczesny. Che spreco di talento.

27 giugno 2024

- Leggi e commenta