Lamine Yamal, dopo il gol alla Francia il 17° compleanno: «A mamma ho detto di non farmi regali, voglio vincere gli Europei con la Spagna»

diCarlos Passerini e Paolo Tomaselli, inviati a Monaco di Baviera

Il baby fenomeno del Barcellona dopo la vittoria con la Francia: «Il gol? Volevo metterla proprio lì la palla, sto vivendo un sogno ma resto il lamine di sempre»

Qui non ci potrebbe neanche stare, dovrebbe già essere a dormire. Quando Lamine Yamal si presenta nell’infernale zona mista dello stadio di Monaco di Baviera, la mezzanotte è passata. E per la legge tedesca, avendo lui solo sedici anni, dovrebbe già trovarsi a casa. Davanti, una selva di cronisti consapevoli di aver assistito a qualcosa di speciale. Dietro, oltre il pannello di cartone degli sponsor, spunta il tutor che — sempre per legge — lo accompagna ovunque, senza lasciarlo mai solo. Sorride, el niño campeón. Con il gol alla Francia è diventato il più giovane marcatore della storia tra Europei e Mondiali a 16 anni e 362 giorni, strappando il record a Pelé. E mostra al mondo intero l’apparecchio per i denti, che è poi l’unico dettaglio che ci ricorda la sua giovane età. Di lui, il ct De la Fuente, ha detto: «Il suo gol è l’opera di un genio». Mentre il saggio Rodri, anima e mente della Spagna, sottolinea la «partita completa» del baby fenomeno. Anche se quello che ha rubato l’occhio e il cuore è il magnifico gol dell’1-1.

Lamine, il suo è il gol più bello del torneo?
«Non so se sia il gol più bello del torneo, ma per me è speciale perché è il mio primo gol all’Europeo con la Nazionale maggiore. Indimenticabile».

Finita la partita, rivolgendosi alla telecamera, ha urlato: «Parla adesso, parla». A chi erano rivolte quelle parole?
(Il sorriso è eloquente, poi si fa serio) «Non presto attenzione a ciò che viene detto fuori, anche se chi deve capire, capirà. Credo che il destino metta tutti al loro posto».

Adrien Rabiot prima della semifinale aveva detto che lei avrebbe dovuto fare di più in campo per battere la Francia. Non si è fatto pregare...
«Io sono felice per la vittoria e per il successo della squadra. Il resto non conta. Il gol ci ha permesso di rimontare e ribaltare la situazione in pochi minuti».

Ci racconti il gol: ha capito subito che il pallone sarebbe entrato dove voleva lei?
«Sì. Questo tipo di tiro, quando esce dal tuo piede, sai già dove va a finire».

E subito dopo cosa ha pensato?
«Prima, volevo solo colpire forte e preciso. Poi ho alzato la testa: è stato come vivere un sogno».

Ora siete i favoriti numero uno per la vittoria finale?
«Ciò che era veramente importante è che la squadra arrivasse in finale. Contava solo quello. L’obiettivo di segnare per me era importante, lo aspettavo da tanto tempo, ma quello che cercavamo qui era arrivare in finale e l’abbiamo raggiunto. Si sta rivelando un torneo molto combattuto, non sarà facile vincerlo».

È stato nominato miglior giocatore della semifinale. Il primo premio di una serie?
«Dal 60’ mi dicevo “vado in finale”, non pensavo che a quello. La giocata e il gol sono stati speciali, ma soprattutto per quello che hanno significato per la vittoria. È il primo gol nell’Europeo, ma spero che non sia l’ultimo».

Pensa che questa partita le cambierà la vita?
«L’ultima edizione (quella dei rigori persi contro l’Italia in semifinale, ndr) l’ho guardata con i miei amici in un centro commerciale. La mia vita è cambiata, si. Ma io sono sempre lo stesso Lamine».

Il gol di Kolo Muani poteva tagliarvi le gambe.
«Sapevamo che non sarebbe stato facile, ma la cosa migliore è che abbiamo saputo reagire. Una bella prova di forza, di tutta la squadra».

Sabato, il giorno prima della finale, compie 17 anni. Che regalo ha chiesto?
«Ho già detto a mia mamma di non regalarmi nulla per il compleanno, essere in finale e vincerla sarebbe qualcosa di grandioso. Quello è il mio regalo. Come ho detto fin dal primo giorno, il nostro obiettivo è vincere questo Europeo, ce l’abbiamo in testa. E faremo tutto il possibile per riportare la coppa in Spagna. Ci vediamo presto a Madrid».

11 luglio 2024

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