L'Italia è davvero così scarsa? I talenti su cui punterà Spalletti dopo Euro 2024

diPaolo Tomaselli, inviato a Iserlohn

Le statistiche da incubo degli azzurri in Germania segnano un passaggio epocale: il declino si può arrestare o manca il talento? Chi potrebbe far parte della Nazionale del futuro

Ma siamo davvero così scarsi? Dall’Olympiastadion a Casa Azzurri un fantasma si aggira per l’Europa ed è il «calciatore italiano» come categoria tecnica e dello spirito, uscito a pezzi da questo Europeo: il primo della storia azzurra con due sconfitte, nelle quali, giusto per rimarcare la pochezza tecnica, l’Italia ha fatto solo un tiro in porta a partita, evento verificatosi solo altre tre volte in un grande torneo. Insomma, il passaggio è a suo modo epocale: il declino si può arrestare? «Ho tentato di ringiovanire la squadra e siccome rimango qui, in futuro questo sarà fatto ancora di più» dice il c.t. Spalletti, mentre il presidente Gravina ricorda che «in 60 giorni non si può pensare che fioriscano dei Ronaldo, dei Mbappé e dei Messi. L’esigenza è valorizzare il talento, perché per la prima volta abbiamo vinto con la Under 17, siamo campioni d’Europa anche con la U19 e vicecampioni del mondo con la U20. Ma poi questi ragazzi hanno zero minuti nelle prime squadre».

Il talento manca o è gestito male?

In sostanza: la fiammella del talento in Italia brucia ancora, nonostante tutto, ma le squadre non danno fiducia ai ragazzi, preferendo stranieri già esperti. La teoria della selezione naturale potrebbe far pensare che se i giocatori sono forti, a 18-20 anni, dovrebbero comunque trovare spazio nei club. Quindi forse il talento medio che si produce nei nostri settori giovanili, se si blocca sempre sulla soglia del professionismo, non è così attrezzato come pensiamo. Magari anche perché a 17-18 anni spagnoli, francesi, tedeschi, ma anche portoghesi e olandesi, giocano già con le nazionali dei più grandi.

L'esempio di Calafiori 

Però questo è stato anche l’Europeo di Riccardo Calafiori, la cui parabola sembra esemplare: un anno fa era reduce dalla stagione del rilancio al Basilea, lasciato a casa dalla Under 21 all’Europeo (fallimentare), è esploso al Bologna con Thiago Motta, che gli ha cambiato posizione in campo, da esterno a centrale e soprattutto gli ha dato una strada da seguire per esaltare le proprie qualità tecniche, tattiche e atletiche. Con un altro allenatore sarebbe diventato una delle possibili colonne del futuro? Altra provocazione: uno come Yamal in Italia andrebbe a farsi le ossa in serie B o in C?

La Nazionale di Spalletti in Germania era la penultima per esperienza nel torneo e una di quelle con l’età media più bassa. E se si considera che Scalvini e Udogie sono rimasti a casa solo perché infortunati e Tonali ha perso un anno per le scommesse ma tornerà in azzurro, i primi nomi nuovi ci sono già e in parte sono frutto del ringiovanimento già attuato da Mancini. Alcuni uomini dell’Europeo, come il 34enne Darmian o il 32enne Jorginho sembrano ai saluti, anche Mancini non è in cima ai pensieri di Spalletti per la ripartenza. Da valutare invece Di Lorenzo, tra i peggiori in Germania ma figlio sportivo del c.t.: Bellanova di anni ne ha 24 e forse qualche minuto poteva anche giocarlo, viste le prestazioni del capitano del Napoli. Altrimenti anche i discorsi sul merito lasciano il tempo che trovano.

Casadei, Fabbian e non solo: su chi punterà Spalletti 

Nell’ultimo campionato si sono messi in evidenza Fabbian del Bologna, Baldanzi alla Roma, Prati del Cagliari, tutti Under 21 come Casadei del Chelsea e Gnonto del Leeds, più giovane marcatore azzurro con Mancini. Soprattutto i primi due potrebbero già essere chiamati a settembre. Ma ci sono anche Kayode della Fiorentina, il 19enne Koleosho ora al Burnley e il bresciano Ndour del Psg, 19 anni pure lui. Senza dimenticare Camarda, la prossima grande speranza fra i centravanti: il milanista ha 16 anni, ha appena trascinato l’U17 alla vittoria dell’Europeo ed è atteso al salto in Lega Pro con la Under 23 rossonera: un altro passaggio simbolico da tenere d’occhio. Ma qualcosa si muove. E il lavoro del coordinatore delle giovanili Maurizio Viscidi sta creando una base su cui contare. Magari non per vincere il prossimo Mondiale, ma per battere la Svezia o la Macedonia di turno e riprovare l’ebbrezza di partecipare, questo sì. O è chiedere troppo?

30 giugno 2024

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