Aldo Spinelli: «Preso in giro da Toti. I soldi a Signorini? Era in difficoltà»
L’imprenditore al gip: ho dato finanziamenti secondo la legge a tutti i partiti, anche alla Bonino
DAL NOSTRO INVIATO
GENOVA - Gli interrogatori di garanzia di Roberto Spinelli e di suo padre Aldo davanti al gip Paola Faggioni durano appena poco più di un’ora ciascuno. Tempo relativamente breve, ma sufficiente ad intravedere una linea difensiva che passa attraverso la proiezione dell’immagine di un uomo che, nonostante la baldanza con cui si presenta a dispetto degli 84 anni portati benissimo, soffrirebbe di una profonda solitudine che lo renderebbe vulnerabile, tanto da dire di essere stato «preso in giro da Toti».
«Voglio parlare»
«Ho voglia di parlare, avrei voluto parlare l’altra volta», annuncia il vulcanico imprenditore prima di entrare a passo deciso nell’aula del giudice per le indagini preliminari che ha disposto per lui i domiciliari, come aveva fatto sabato scorso quando l’interrogatorio era saltato per un problema di notifica. Che voglia dire più di qualcosa è subito evidente. «Sono stato preso in giro da Toti», dichiara il re della logistica portuale genovese rispondendo alle domande del giudice e del pm della Procura della Repubblica guidata da Nicola Piacente che gli contesta di aver pagato in tre anni tangenti per 75 mila euro a Toti per ottenere favori e delibere. Come quella dell’Autorità portuale presieduta dal totiano Paolo Signorini (l’unico in carcere) per la proroga di 30 anni della concessione demaniale relativa al terminal Rinfuse, che ha consentito alla Spinelli srl di aumentare a dismisura il proprio valore di mercato.
«Promesse vane»
Toti gli avrebbe promesso cose che poi non sarebbe stato in grado di mantenere, dice Spinelli assistito dall’avvocato, Andrea Vernazza, che, quando gli chiedono a cosa si riferisca, fa cenno alla vicenda della privatizzazione della spiaggia di Punta dell’Olmo di Varazze, dove con il figlio ha realizzato un complesso immobiliare. Su quel magnifico tratto di arenile, però, «non si poteva fare niente per la Bolkestein», la direttiva europea sulla gestione delle coste. Le accuse riguardano anche la presunta corruzione di Signorini con il quale ha stretto un forte legame personale con regali e benefit in gran parte promessi per un totale di 400 mila euro, tra cui i 22 lussuosi weekend a Montecarlo per 42 notti. La versione dell’imprenditore è che proprio per quel rapporto di amicizia si è sentito in dovere di aiutare Spinelli che era in gravi difficoltà economiche, ad esempio pagando con quasi 15 mila euro il catering del matrimonio della faglia (una delle accuse). In sostanza, afferma che, dopo decenni di attività tra i moli, sentiva su di sé una sorta di responsabilità per il porto che lo spingeva ad interagire nell’interesse di una struttura dalla quale ha ricevuto molto, ma sulla quale ha investito quattro volte di più. Ed i 74 mila euro in 3 anni ai comitati di Toti? «Ho dato finanziamenti sempre rispettando la legge a tutti, perfino alla Bonino che nemmeno conoscevo», e contro il parere del figlio Roberto, come dice anche in un’intercettazione depositata agli atti.
«Merito la libertà»
Alla fine dell’interrogatorio, Aldo Spinelli esce dall’aula con la stessa energia con cui era entrato. «Ho risposto a tutto», dichiara alla folla di giornalisti che lo attende. Uno gli chiede se è preoccupato per gli sviluppi dell’inchiesta. «Assolutamente no», risponde il vecchio leone. Pensa di poter essere rimesso in libertà? «Penso di meritarlo», è l’ultima risposta. Prima di Aldo Spinelli, è stata la volta del figlio Roberto, 53 anni, che lavora nella logistica e nell’immobiliare del gruppo. Nel blitz di martedì scorso che ha sconvolto la Liguria con l’arresto ai domiciliari di suo padre e del governatore Giovanni Toti, si è visto notificare il divieto di esercitare l’attività imprenditoriale con l’accusa di aver corrotto il governatore. Anche lui difeso dall’avvocato Vernazza, al giudice Faggioni ha detto che il padre «è stato tirato per la giacchetta da tutti, anche da Toti e da Signorini» perché tutti avrebbero cercato di convincerlo in un momento in cui si sentiva molto solo dopo la morte di tre anni fa della moglie Leila: «Ho grande rispetto per mio padre, uomo che si è fatto da solo raggiungendo risultati importanti: per questo non sono voluto entrare mai nei suoi rapporti personali, ma ci sono state persone che si sono approfittate di lui». Non sapeva che il rapporto con Signorini fosse diventato così forte.
La consulenza
È stato Roberto Spinelli a volere affidare una consulenza all’ex procuratore di Genova Francesco Cozzi che fa l’avvocato dopo essere andato in pensione. Lo aveva incaricato per la sua preparazione professionale sulle questioni portuali ma anche per una di «scelta di legalità». Per quanto riguarda la vicenda Punta dell’Olmo, Roberto Spinelli ha rigettato l’accusa, visto che i tecnici gli avevano spiegato che — a causa della direttiva europea Bolkestein sulle aree costiere — la spiaggia non si poteva privatizzare.