Toti: la difesa di Crosetto e Salvini e i dubbi di Tajani, Meloni in silenzio
Nel centrodestra le posizioni sul destino del presidente della Liguria sono diverse: la Lega lo difende a spada tratta, FI è perplessa mentre FdI non si sbilancia
Di fronte all'inchiesta che lo ha portato agli arresti domiciliari e alle indiscrezioni che di giorno in giorno aggiungono nuovi particolari, il destino del presidente della Liguria Giovanni Toti è sempre più al centro delle riflessioni del mondo della politica. A partire, naturalmente, dal suo mondo, quel centrodestra di cui il governatore centrista è (o era) uno dei leader. La domanda cardine gira dal primo giorno: il presidente deve dimettersi o è più giusto che rimanga al suo posto fino a che le eventuali responsabilità penali saranno chiarite?
Il partito che finora ha dato la risposta più netta, nel senso di auspicare una continuazione dell'esperienza amministrativa, è stata la Lega. Il segretario Matteo Salvini, pur premettendo di non voler entrare nel merito delle indagini, ha più volte invitato Toti ad andare avanti e a non fermarsi al provvedimento che per ora lo ha colpito, preoccupato che la caduta della giunta regionale possa fermare i progetti e gli investimenti in corso su Genova e la Liguria in generale. Una posizione condivisa da Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture e uomo forte della Lega nella regione, convinto che Toti saprà fornire tutti i chiarimenti del caso.
Un po' meno granitica, invece, la difesa di Forza Italia, partito di cui il presidente ligure è stato uno degli esponenti più in vista in passato (fu consigliere politico di Silvio Berlusconi prima di rompere e di creare il suo soggetto politico Cambiamo). Inizialmente, il leader azzurro Antonio Tajani ha preso posizione senza se e senza ma per Toti, respingendo l'ipotesi di dimissioni. Negli ultimi giorni, forse anche perché i tempi della giustizia rischiano di essere poco compatibili con quelli della politica, è subentrata una riflessione più aperta sulla possibilità di una uscita di scena anticipata del governatore sotto accusa.
In Fratelli d'Italia, forse il partito più prudente nella vicenda, chi è sceso in campo con forza in difesa di Toti è stato Guido Crosetto. Con diverse interviste, il ministro della Difesa ha da un lato speso parole di sostegno al presidente ligure e dall'altro criticato chi lo ha abbandonato al suo destino, compresi alcuni esponenti del centrodestra. Il tutto con l'aggiunta dell'evocazione di possibili manovre della magistratura nei confronti della coalizione di governo. Posizioni molto forti che però non hanno trovato grandi sponde nel suo partito. La premier Giorgia Meloni finora non si è espressa nemmeno con una parola, altre figure sono rimaste sul generico in attesa di capire gli sviluppi dell'inchiesta. Su posizioni «garantiste», seppur dal fronte delle opposizioni, anche i leader di Italia viva Matteo Renzi e di Azione Carlo Calenda.
Centrosinistra e Movimento 5 Stelle, per contro hanno chiesto a più riprese le dimissioni di Toti. Per Pd e Avs, anche al di là del merito della vicenda giudiziaria, non ci sono più le condizioni perché continui il mandato della giunta guidata dall'ex giornalista Mediaset. Il presidente pentastellato Giuseppe Conte è andato di persona a Genova (dove però ha subito una piccola contestazione) per chiedere che si volti pagina al più presto.
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