Margherita Agnelli sfida il figlio John Elkann per l’eredità dell’Avvocato
di Fabrizio Massaro
Per la cessione delle quote della Dicembre da Marella Caracciolo ai tre nipoti John, Lapo e Ginevra Elkann è valida la procedura adottata dal notaio Remo Morone che aveva depositato copie conformi degli atti e non gli originali. Il giudice del tribunale delle imprese di Torino ha stabilito dunque - secondo quanto scrive Il Fatto - che è corretta l’iscrizione alla Camera di Commercio di Torino delle quote della famiglia Elkann nella Dicembre, ovvero il 60% di John Elkann e il 20% a testa di Lapo e Ginevra.
E’ un punto a favore dei tre fratelli in uno dei tanti rivoli laterali della contesa con la madre Margherita sull’eredità Agnelli, uno scontro che si gioca nei tribunali civili in Svizzera e Italia (Torino) e che ha dato origine all’inchiesta penale di Torino per reati fiscali nella quale sono indagati i tre Elkann, lo storico commercialista di famiglia Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Robert Urs Von Grunigen.
Margherita Agnelli, nel contestare l’impianto dell’intera eredità del padre Gianni (morto nel 2003) e della madre Marella (2019), e dunque l’assetto della Dicembre, aveva denunciato anche la mancanza degli scritti originali sulla cessione delle quote dalla nonna ai nipoti. Il notaio Morone aveva depositato copie conformi ai documenti “a lui esibiti”. E ora il giudice delle imprese ha stabilito che è valido “l’atto notarile ricognitivo”.
di Fabrizio Massaro
La Dicembre Società Semplice è la cassaforte degli Elkann che esercita a cascata il controllo sul gruppo Exor a cui fanno capo le partecipazioni in Stellantis, Ferrari, Juventus, Cnh, Philips, Gedi ecc. E’ da questa società di persone torinese che si regna sull’impero fin dai tempi dell’Avvocato.
John Elkann e la madre Margherita entrano nella cassaforte come soci nel 1996, con Gianni Agnelli al comando. Nel ’99 l’Avvocato modifica lo statuto e detta il futuro: «se manco o sono impedito — è il senso — tutti i poteri vanno a John» che, alla morte del nonno, sale al 58%. L’anno dopo (2004) Margherita vende per 105 milioni il 33% alla madre ed esce dalla Dicembre sulla base del patto successorio. Subito dopo la nonna cede tutto ai nipoti, tenendo l’usufrutto.
John si consolida al 60%, una leadership che nel suo entourage giudicano «inattaccabile». È l’assetto attuale di cui però s’è avuta notizia ufficiale nel 2021, dopo 17 anni di carte, transazioni e patti tenuti nascosti. La sentenza del giudice delle imprese torinese è un punto a favore degli Elkann nel confermare la validità di atti e procedure.
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