Eredità Agnelli: le carte svizzere degli Elkann su nonna Marella. «Sapeva di dover rimanere in Svizzera»

Elegante, austera, grande cultura, si occupava poco di motori moltissimo di arte, sposò Gianni Agnelli nel 1953, l’anno dopo nacque Edoardo (morto suicida nel 2000) e nel ‘56 Margherita. 

Marella Caracciolo, scomparsa nel 2019, non è mai stata così presente nelle cronache come in queste settimane. Dove ha vissuto gli ultimi anni della sua vita? Dove aveva la residenza abituale? In Italia o in Svizzera? 

Su questo si concentrano gli accertamenti fiscali della Procura di Torino e, sul fronte civile, si gioca la partita di sua figlia Margherita Agnelli de Pahlen per l’eredità Agnelli. Se infatti fosse provata l’abituale residenza italiana della nonna dei tre fratelli Elkann, figli di Margherita, sarebbe rimessa in discussione la sua successione “svizzera” a favore degli Elkann.

Le carte di Thun 

Le carte di un procedimento svizzero, di cui si sa poco o nulla, indicano un’«italianità» tutt’altro che marginale e raccontano squarci di esistenza di Marella Caracciolo, compresi i 300 mila franchi annui (uguale in euro) pagati al signor Hans Spillmann per l’affitto della casa di Lauenen, poi acquistata.

Il legame con John, Lapo e Ginevra

Una vita da “Agnelli”, prima discretamente al fianco di un uomo seducente e di grande potere come l’Avvocato; poi, dopo la morte del marito, lo scontro sull’eredità, via via più lacerante, con l’unica figlia Margherita. Nel procedimento civile svizzero al tribunale di Thun — uno di quelli avviati dagli Elkann in chiave “difensiva” — le dichiarazioni di John, Lapo e Ginevra riportate in una memoria dei loro avvocati, ricostruiscono vita, viaggi e residenze della nonna a cui erano legatissimi. 

I viaggi di Marella

Per molti anni, prima della morte dell’Avvocato i viaggi di Marella «hanno seguito schemi fissi: trascorreva gennaio e febbraio a St Moritz (dove di norma si univano a lei Gianni Agnelli e altri membri della famiglia). In aprile lei e il marito erano regolarmente a New York e in maggio e giugno soggiornavano insieme in Corsica. In luglio e agosto era a St Moritz. In settembre soggiornava regolarmente a Villar Perosa. In novembre Gianni e Marella si recavano nuovamente a New York. In mezzo si svolgevano viaggi spontanei e soggiorni più brevi in altri luoghi, per esempio Parigi».

La morte dell’Avvocato

L’Avvocato, muore nel 2003 e «le abitudini di Marella cambiarono» anche perché le proprietà in Corsica e Parigi erano passate alla figlia e, d’altra parte, ha cominciato a frequentare la tenuta Ain Kassimou a Marrakech. Quindi dopo la morte del nonno — raccontano ancora i nipoti — «trascorreva gennaio e febbraio a St Mortiz; marzo e aprile a Marrakech; maggio-giugno in Italia; luglio e agosto tornava a St Moritz» e poi «a settembre il suo luogo di dimora rimaneva Villar Perosa» e «a Natale visitava spesso i fratelli a Roma». Da ciò si deduce che per sei mesi all’anno Marella Caracciolo, almeno tra il 2003 e il 2009, risiedeva in Italia. Però una sintesi successiva recita così, in apparente contraddizione: «Dopo la morte del marito Marella soggiornava un terzo dell’anno in Svizzera, un terzo in Marocco e un terzo in Italia».

L’embolia a St Moritz

Andiamo avanti con il racconto dei nipoti. La nonna «nell’ottobre 2009 subì un’embolia polmonare anche per l’altitudine di St Moritz» (1.800 metri) e quindi decise di cercare una nuova casa in Svizzera. Per un po’ «visse presso il conoscente Lodovico Antinori a Saanen» poi si spostò nel paesino di Lauenen (circa 1.250 metri) sempre nella zona di Gstaad dove «prese in locazione per 300mila franchi annui dal signor Hans-Rudolf Spillmann la casa che ribattezzò con il nome del suo cane preferito: Chalet Icy». Alla fine acquistò l’immobile «per un prezzo di 11 milioni di franchi», lo ristrutturò, progettò il giardino e «arredò generosamente la cantina con rarità vinicole di Sotheby’s».

La permanenza in Svizzera

Sapeva bene Marella che la sua permanenza in Svizzera era indispensabile. «Era consapevole — si legge nella memoria degli Elkann a Thun — che un cambiamento del domicilio dalla Svizzera all’Italia avrebbe complicato l’esecuzione e l’imposizione del contratto di rinuncia all’eredità in vista della sua morte», cioè il patto successorio con la figlia, vietato in Italia.

I viaggi in Marocco

Quindi viaggi sì, tanto Marocco, tanta Italia ma quando St Moritz divenne incompatibile con la sua salute «la determinazione a mantenere il domicilio in Svizzera (anche fiscale: riceveva dalla figlia 583mila euro al mese di vitalizio, ndr) era comprensibile e legittima rispetto all’obiettivo di mantenere l’accordo» concluso con Margherita. Forse era una sorta di prigione dorata, o forse passava mesi davvero sereni nel silenzio dell’ isolata baita di Lauenen. 

Il ricordo di Elkann

«Nonna Marella è stata un punto di riferimento - disse John Elkann ricordandola a un mese dalla scomparsa - ha garantito stabilità in qualsiasi momento dandoci amore incondizionato. Seguiti, educati, protetti». Ogni anno a febbraio, nella ricorrenza della morte, Lapo ricorda su X la nonna che «mi ha dato serenità, affetto, amore… è sempre stata presente con dolcezza e senza mai giudicare».

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