Eredità Agnelli, accertamenti sui quadri del patrimonio di Marella
di Simona Lorenzetti, Massimiliano Nerozzi
Una volta c’era la galassia offshore di Gianni Agnelli, oggi ci sono fiduciarie e società in Liechtenstein di John Elkann (che ci conducono in un’azienda mineraria e in una di criptovaluta negli Usa). Facciamo il punto. Il presidente di Stellantis e Ferrari, nipote di Gianni Agnelli ed erede dello scettro di comando, possiede in Liechtenstein, schermate da intestazione fiduciaria, le società Blue Dragons (nata nel 2017) e Dancing Tree (2020) che hanno sede presso il family office Tremaco a Eschen, paesino di 4.400 anime. Tremaco è stato censito in diversi file dei Panama Papers dello studio Mossack Fonseca. Le due finanziarie del Principato sono state dichiarate al Fisco nell’ottobre 2023.
Caso vuole che il luglio precedente una verifica antiriciclaggio nella P Fiduciaria avesse rilevato il ruolo di Tremaco «collegato a un mandato fiduciario intestato a John Elkann». La P Fiduciaria, controllata dalla banca svizzera Pictet & Cie, era stata sanzionata nel 2019 dalla Banca d’ Italia per irregolarità nell’«adeguata verifica della clientela» e carenze nella «collaborazione attiva».
Sulle due finanziarie del Liechtenstein la documentazione pubblica è ridotta all’osso e niente bilanci. Ma dagli archivi della Sec, la Consob americana, un file dell’aprile 2023 indica proprio la Blue Dragons tra gli investitori nella Tmc-The Metals Company, quotata a Wall Street, una società canadese di esplorazione mineraria in acque profonde con un valore in Borsa di circa 490 milioni. La partecipazione sembra modesta ma indica che Blue Dragons è «viva» e presumibilmente ha un portafoglio più ampio anche di attività non tracciabili (bond, fondi, aziende non quotate, immobili ecc).
di Simona Lorenzetti, Massimiliano Nerozzi
Dalle carte del crac di Celsius Network, una grande società di criptovaluta, viene fuori ancora la Blue Dragons di Elkann: è nell’elenco dei creditori, in fila con migliaia di altri. Non si sa quale sia l’origine del credito nè l’importo. La Dancing Tree è invece un fantasma. Alla richiesta di informazioni i legali di John Elkann ribadiscono, genericamente, quanto già comunicato sulla «correttezza dei comportamenti tenuti».
Marella Caracciolo, nonna di John, scomparsa nel 2019, utilizzava un conto della banca Lgt di Vaduz intestato alla sua società Sikestone delle Isole Vergini Britanniche per incassare il vitalizio da 583 mila euro al mese che le versava la figlia Margherita in base agli accordi ereditari. Fino a 91 anni con la società alle Isole Vergini.
Tutti questi fatti nuovi rievocano, per certi aspetti, la vecchia storia delle società estere dell’avvocato che nel 2010 costò 100 milioni di euro alle eredi (la moglie Marella Caracciolo e la figlia Margherita) e all’allora accomandita Agnelli dopo una transazione con l’Agenzia delle Entrate. Fu un trauma per la reputazione dell’Avvocato e della casata, un successo per le casse dello Stato che recuperava soldi sottratti agli obblighi fiscali.
Ma adesso, con i casi finiti sotto la lente della Gdf e della Procura, siamo al 2024. E fiduciarie e dependance finanziarie in Liechtenstein sono di John Elkann che non è un finanziere d’assalto ma un imprenditore con ruoli di grande responsabilità e visibilità in società quotate a partire da Exor (35 miliardi di capitalizzazione).
di Andrea Rinaldi
Nel tempo libero, da appassionato velista solca il mare con il trimarano «Maserati Multi 70». Affittuario dell’imbarcazione è lo skipper Giovanni Soldini tramite la sua Orca srl. Proprietario del Maserati e di una quota di Orca è la società Lol, intestata alla Simon Fiduciaria per conto del numero uno di Exor che preferisce non comparire.
Gli avvocati degli Elkann nella loro lunga dichiarazione sull’inchiesta in corso hanno sottolineato che i tre fratelli sono perseguitati da più di 20 anni dalla madre Margherita ma «non hanno altra responsabilità salvo quella di essere stati gli unici ad aver assicurato alla nonna cura, assistenza e dedizione fino all’ultimo giorno». Ma perché allora nell’assistere la nonna ultraottantenne il nipote John non le ha suggerito di liquidare la società alle Isole Vergini e il conto in Liechtenstein che, tra l’altro, evocavano gli spiacevoli ricordi dello scandalo offshore del nonno? Una certa prassi sull’utilizzo di società estere schermate dev’essere rimasta nel Dna.
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