F1 Pagelle Gp Monaco
La Ferrari merita 10, la Red Bull sembra mostrare una flessione (5) e neanche Verstappen riesce nel miracolo (6). Piastri un mastino (8)
Montecarlo è di nuovo una provincia di Maranello e, soprattutto, il posto nel quale Charles Leclerc riesce a combinare la vittoria invano attesa da sempre con le emozioni del cuore e degli affetti. La Ferrari centra il podio anche con Sainz, le McLaren sono le ancelle delle Rosse e forse siamo di fronte al primo serio tentativo di golpe contro l’egemonia della Red Bull e, soprattutto, di Max Verstappen. Ecco dunque le pagelle del Gp di Monaco, che però avviamo non dai voti alti ma da uno basso e da una riflessione che riguarda il luogo della corsa di culto.
Gp Monaco 2024: 2
Voto pari ai sorpassi visti, uno di Bottas su Sargeant e uno di quest’ultimo su Guanyu Zhou. Da anni si pensa che il circuito di Montecarlo abbia fatto il suo tempo, rispetto alla F1 di oggi: non vorremmo entrare nel filone dei luoghi comuni e delle critiche «un tanto al chilo», ma l’edizione 2024 della classica gara non ha aiutato a cambiare idea. Diciamolo come va detto: se le macchine sono queste, e se sono così voluminose, riproporre il Gp di Monaco è un accanimento terapeutico. Un Gp di F1 che si trasforma solo in una partita di scacchi diventa un ossimoro inaccettabile. Oppure, facciamo una proposta: i punti della corsa siano assegnati al sabato per le qualifiche, dove la battaglia non manca.
Charles Leclerc: 10 e lode
Finalmente Montecarlo diventa MonteCharles. Leclerc entra nella storia del Principato, dove è nato e dove vive: è il primo pilota monegasco a vincere dalle sue parti; e per trovare il secondo finito sul podio occorre tornare al 1950, quando Louis Chiron fu terzo su Maserati alle spalle di Nino Farina (primo su Alfa Romeo) e di Alberto Ascari (secondo su Ferrari). Pole position da manuale al sabato, gara sempre al comando alla domenica, superando le insidie dello scenario. Ovvero: gestire la situazione in modo bilanciato, reggere con la testa, non sbagliare nulla. Leclerc nel Mondiale ha ridotto a 29 punti lo scarto da Verstappen: forse è bene non illudersi troppo, ma intanto… P.s.: le dediche al padre Hervé e a Jules Bianchi, l’amico ed ex ferrarista scomparso nel 2014, saranno state prevedibili, ma non per questo sono meno significative.

Diego Ioverno: 10
Il direttore sportivo della Ferrari, nel recente passato già a capo della squadra dei meccanici, ha fatto una «magata» riuscendo a convincere i commissari che Sainz doveva ripartire dal terzo posto che aveva in griglia e non dal sedicesimo in cui era piombato dopo la foratura successiva al contatto con Piastri. Le gare si vincono anche fuori pista.
Ferrari: 10
Anche in questo caso il voto ha un significato che si lega alla cronaca: 10 sono infatti le vittorie del Cavallino nel Principato, la prima nel 1955 con Maurice Trintignant, l’ultima nel 2017 con Sebastian Vettel. Invece è prematuro, secondo noi, dire se anche la SF-24 è diventata da 10: le caratteristiche di Montecarlo sono uniche, meglio sospendere il giudizio.
Carlos Sainz: 8,5
Non spreca l’assist di Ioverno e sfrutta la chance del restart dalla posizione conquistata al sabato per ritrovare la via del podio e interrompere l’abbonamento al quinto posto sottoscritto da tre Gp. Voto alzato di mezzo punto perché dopo le qualifiche ha dichiarato che la sua missione sarebbe stata la protezione del primato di Leclerc: non era una frottola, in gara ha tenuto al guinzaglio Norris e ha punzecchiato Piastri per non lasciarlo tranquillo al secondo posto. Totale: ha giocato davvero di squadra. Sapendo che a fine anno lascerà la Ferrari, è un segnale di lealtà e professionalità.
Oscar Piastri: 8
Se aveva un’idea di provare ad attaccare Leclerc, gli è passata quando ha fatto la barba a un muretto. Da quel momento ha pensato solo a portare a casa macchina e secondo posto. Però è sempre stato un mastino con vista sul «posteriore» di Charles, pronto ad azzannarlo in caso di cavolata del ferrarista.
Lando Norris: 7
Aspetta con fiducia Godot e nemmeno lui, come Vladimiro ed Estragone nell’opera teatrale di Samuel Beckett, lo incontra. Vincitore a Imola, medaglia di legno nel Principato: sic transit gloria mundi? No, non è il caso di arrivare a questo perché anche per Lando era impossibile liberarsi dalla ragnatela del circuito dove non si sorpassa. A cercare il pelo nell’uovo si può dire che il team non ha sfruttato la breve finestra che si era presentata per fargli fare un pit stop senza perdere la posizione e rientrare con gomme più fresche. Peraltro, prendiamo atto che il rosso Ferrari e l’arancione della McLaren (giallo-verde, in realtà, ma solo per l’occasione: era un omaggio ad Ayrton Senna, il re di Montecarlo con i suoi 6 primi posti) stanno coprendo il blu della Red Bull.
George Russell: 6,5
Stavolta davanti a «nonno» Hamilton, sfruttando anche il test (abbastanza riuscito) sulla nuova ala anteriore. George è stato bravo nella tattica: ripartito con le gomme medie, è stato in grado di prendere e di tenere un ritmo che gli permettesse di concludere senza pit stop. Verstappen contro di lui ci ha provato: respinto. Però viene da fare anche una pensata cattivella: non è che Russell dia il meglio di sé quando ci sono situazioni da quarto-quinto posto?
Alexander Albon e Pierre Gasly: 6,5
Nono e decimo, il «british-thai» e il francese di Milano ringraziano il «Gp del Cloroformio» per aver dato i primi punti ai rispettivi team, Williams e Alpine. A quota zero, Cenerentola delle Cenerentole, rimane pertanto la Sauber, che in attesa di diventare Audi continua a dimostrare una pochezza imbarazzante.
Max Verstappen: 6
Ha detto in radio: «Datemi un cuscino, così mi addormento». Be’, in fondo pure lui, il Terminator della F1, è stato ingabbiato da questo Gp di rara noiosità. Però forse poteva darsi una mossa, da Verstappen ce lo aspettiamo. Ma quando s’è attivato, la montagna ha partorito il topolino: non è andato oltre a fare il solletico a Russell. Come Hamilton (voto 6,5: ha vinto con Max la sfida per il giro più veloce, che vale un punto in classifica) ha tentato di sfruttare la finestra che portava a un pit stop senza perdite di posizioni: ma la suddetta finestra, di contro, non apriva la vista sul giardino dell’Eden.
Red Bull: 5
Sensazione tutta da verificare: c’è una flessione nel team abituato a divorare tutto e tutti? A parte gli intoppi di Verstappen (solo una vittoria negli ultimi 3 Gp) fa pensare proprio una riflessione di Max sul compagno di squadra Perez dopo la qualifica deludente: «Come va la macchina? Vi dico questo: Sergio a Montecarlo è sempre stato uno dei più veloci. Ma stavolta ha mancato il Q3…».
Esteban Ocon: 3
Non trova di meglio, alla curva Portier, che «montare» sulla macchina del compagno di squadra Gasly. Il destino stavolta non è cinico e baro: Pierre rimane in gara ed entra nella zona-punti, Ocon va anzitempo a cambiarsi e rimedia una penalizzazione per il Canada. Se all’Alpine (già Renault) ci fosse ancora Briatore, si sarebbe sentito dire: «Sei fuori!». Ma tanto lo sbatteranno via comunque.

Kevin Magnussen: 0
Manda a schiantarsi Perez (e che botto! C’erano pezzi della seconda Red Bull perfino sui tavoli del Casinò…) con una manovra che, se l’avete vista, lasciamo a voi qualificare: demenziale? Criminale? Da principiante (che poi non è, avendo il danese fior di stagioni alle spalle)? Scegliete pure… La cosa incredibile, però, è la decisione degli steward e della Fia di non dargli alcuna sanzione: avendo la patente di gara come un colabrodo, Magnussen avrebbe saltato il Gp di Montreal e francamente questo sarebbe stato il minimo sindacale.
