F1 Pagelle Gp Canada: Ferrari 0, McLaren 5: doveva vincere. Toto Wolff 4: non si tratta così Hamilton
Nel Gp del Canada Vertsappen è perfetto: 10. Ricciardo 7+ per la gara e la risposta a Villeneuve. Sergio Perez disperso dopo il rinnovo merita 3. Aston Martin in ripresa
Dal fiume San Lorenzo è saltato fuori un gambero rosso che è poi sceso sulla pista dell’Île Notre-Dame per il Gp del Canada numero 43. Il gambero era la Ferrari, passata in breve dalla gloria di Montecarlo al buio pesto di Montreal. Dalle acque canadesi (comprese quelle cadute dal cielo) è spuntato pure Max Verstappen: ma lui sembrava una divinità che usciva dai flutti con piglio trionfante.
Ferrari 0
Cominciamo dai peggiori. Zero come i punti totalizzati in Canada, un buco dannoso – da 728 gare il Cavallino non ritirava le due macchine – sia per Leclerc nella classifica piloti (Verstappen sale a +56, Norris, al terzo posto, è a -7) sia per la graduatoria dei costruttori, nella quale la Red Bull, avvicinata dopo il Gp di Monaco, allunga di nuovo. C’è poco da dire: i buoni messaggi dati dalle prove libere si sono trasformati in dispacci di disfatta dal fronte, pensando sia alla qualifica sia al Gp. Non ha funzionato nulla: assetti, grip, decisioni. C’è di mezzo solo una delibera sbagliata sulle monoposto per Montreal oppure nella strada dello sviluppo della SF-24, dopo gli aggiornamenti, si è imboccata la direzione sbagliata?
Max Verstappen: 10
Stavolta rinunciamo a usare le vittorie in carriera (60) come voto: il classico punteggio da scuola inquadra meglio la qualità di un pilota che emerge su tutto e tutti. Molti sbagliano, lui al massimo concede una sbavatura ininfluente (un «lungo» in curva 1). Alla distanza aziona la macina del mulino e tritura la concorrenza, mascherando il fatto che la RB non era l’auto più veloce. Ha anche tolto a Michael Schumacher il primato di giorni da leader del Mondiale: Max lo guida dal Gp di Spagna del 2022. Quando è il driver a fare la differenza
Lando Norris: 8
Al giro 21 va in testa, sorpassando Verstappen e spiegando che la McLaren, almeno in quelle condizioni miste tra bagnato e asciutto, ne aveva di più della Red Bull e della Mercedes. Ma lui e il team esitano sulla prima safety car e «pittano» un giro dopo gli altri: errore fatale, al rientro trova Verstappen che ha le gomme già in temperatura e finisce divorato. Nel secondo posto ci sono tanti rimpianti.

George Russell: 7,5
Pasticcion de’ Pasticcioni, da poleman e leader della corsa si ritrova terzo nel giro di 100 metri quando l’attacco di Norris lo manda in confusione, lo fa andare lungo e offre il fianco pure a Verstappen, che con cuore grato ringrazia. Al 51° giro sbaglia di nuovo e incassa il cazziatone radiofonico di Toto Wolff («Focus, George, focus…»), ma alla fine rimedia il podio, a compendio di un Gp se non altro vivace. Per la verità al terzo posto sale anche perché la Mercedes penalizza Hamilton, dando a Lewis coperture «hard» mentre a George montano le «medie». Ma, si sa, Hamilton a fine stagione va via…
Lewis Hamilton: 7,5
Gli alziamo il voto perché ha il coraggio di mandare al diavolo la Mercedes che nel preferirgli Russell lo tratta come un pivello e non come un sette volte campione del mondo che alla scuderia ha dato il meglio della sua carriera. A tratti si rivede il vecchio guerriero, ma al mosaico di Lewis mancano alcune tesserine basilari, ad esempio la qualifica.

Daniel Ricciardo: 7+
Villeneuve lo invita a ritirarsi in una casa di riposo, così il canguro di lungo corso prima lo sistema per le feste («Avrà sbattuto la testa giocando a hockey, vada a farsi f...») e poi sostiene le parole con i fatti e con un ottavo posto di puro orgoglio. Bene, bravo 7+ (anche perché ci vuole coraggio a usare in tv quelle parole dure contro un ex campione del mondo).
Fernando Alonso e Lance Stroll: 7
Fernando resiste a lungo agli assalti di Lewis Hamilton, sul circuito dove nel 2007, quando entrambi erano alla McLaren, prese le mosse la baruffa interna che avrebbe squassato il team e fatto perdere il Mondiale.
Davanti ai tifosi di casa (per inciso, 350 mila persone nel weekend: Montreal non tradisce mai) il canadese non commette cavolate – è già molto – e porta la macchina al traguardo (lui è settimo, Fernando è sesto). La Aston Martin, poi, è stata meno tossica che in altre cose: forse hanno trovato il modo di aggiustare la baracca?
Albon: 7
C’è un Sainz di troppo – lo spagnolo della Ferrari dopo un testacoda lo centra come un birillo del bowling – sulla sua bella gara, conclusa, ahilui, contro un muro. Ma il doppio sorpasso a Ricciardo e a Ocon, sorprendendo entrambi all’ultima variante, è per ora l’overtake of the season.
Esteban Ocon: 6,5
La Alpine gli comunica il licenziamento a fine stagione e lui va a punti (decimo), lottando spesso anche se alla fine deve cedere la nona piazza al compagno di team Gasly (6,5 pure a lui).
Haas: 6
Tenta il colpo di teatro, diventando l’unico team che al via monta le «full wet». Magnussen e Hulkenberg possono così volare quando la pista è una piscina, ma poi il tempo cambia, l’asfalto si asciuga e l’azzardo va in fumo. Che si cambi l’addetto al meteo.
Oscar Piastri: 5,5
Il podio di Montecarlo (era stato secondo tra Leclerc e Sainz) porta sfiga pure a lui e lo spedisce a sua volta in retromarcia: quinto posto, senza guizzi e senza mai dare l’idea di poter entrare nel discorso per la vittoria.
Charles Leclerc: 5
La sua vela si sgonfia inesorabilmente perché se hai guai con la propulsione e una monoposto che in rettilineo becca 1’’2 non puoi andare lontano. Prova anche la mossa estrema di montare le slick, confidando nel ritorno del sole: progetto abortito e conseguente ritiro. Era già nervoso dalla qualifica deludente, quando ha risposto a muso duro («Faccio come voglio io») all’addetta stampa che gli sottoponeva la velina da recitare ai microfoni (così capirete come vanno le cose in F1…).
McLaren: 5
Ha la macchina nettamente più veloce di tutti, ma non riesce a vincere probabilmente a causa della dormita del muretto quando si trattava di far rientrare Norris in regime di safety car.
Yuki Tsunoda: 5
Riporta alla ribalta il famoso proverbio balcanico della mucca che con un calcio rovescia il secchio dove è stato appena raccolto il latte che ha prodotto. Un doppio errore in frenata getta alle ortiche un’altra gara a punti.
Carlos Sainz: 4,5
Nemmeno lui trova la quadra per una SF-24 sbilanciata e ribelle. Di nuovo attapirato dopo il podio di Monaco, dopo aver urtato anche Bottas chiude facendo strike pure contro il povero Albon.

Toto Wolff: 4
Cinico e distaccato, se ne frega del rango e della storia di Hamilton e gli preferisce platealmente Russell. D’accordo che Lewis è in uscita, ma un minimo di rispetto, che diamine, ci vuole. Sembra uno dei cattivoni della saga di Agente 007.
La Fia e le nuove regole: 4
La normativa relativa alle auto 2026 (per anni ci ha lavorato Pat Symonds, ora licenziato) saranno pure una bozza, ma in un contesto appena normale sarebbe stato logico che i team venissero a conoscenza dei contenuti prima di leggerli sul giornale.
Sergio Perez: 3
Hanno affidato le sue ricerche anche al Soccorso Alpino Svizzero e ai cani da valanga: scomparso su tutta la linea. Bel modo di ringraziare la Red Bull per avergli rinnovato contratto e fiducia: ma forse il team l’ha fatto per accontentare Verstappen, che ha in Sergio il suo “servus” e all’occorrenza anche un punching ball
Logan Sargeant: 2
Due come il numero che usa in gara. Gli Stati Uniti confinano con il Canada: rispedirlo da dove arriva non sarebbe nemmeno costoso… È chiaro comunque che è già segato: forse la Williams lo sostituirà con Sainz.