Inchiesta Genova, il riesame decide su Toti. Il suo avvocato: «Anche fuori dai domiciliari sarebbe sospeso dal ruolo di governatore»
La Procura di Genova ribadisce il suo no a una misura meno afflittiva nei confronti del governatore della Liguria, dal 7 maggio rinchiuso nella sua abitazione di Ameglia con l'accusa di corruzione, falso e voto di scambio. Attesa la decisione del tribunale del Riesame
DAL NOSTRO INVIATO
GENOVA - Deve rimanere agli arresti domiciliari Giovanni Toti secondo la procura di Genova che oggi ha detto no, nell'udienza di fronte al Tribunale del riesame, ad una misura meno afflittiva nei confronti del governatore della Liguria che dal 7 maggio è rinchiuso nella sua abitazione di Ameglia (La Spezia) con l'accusa di corruzione, falso e voto di scambio.
Nel corso dell'udienza, durata un ora e mezzo circa, il legale di Toti, l'avvocato Stefano Savi, ha ribadito la richiesta che aveva presentato al gip Paola Faggioni che l'aveva rigettata perché sarebbe ancora concreto il pericolo di fuga e di inquinamento probatoria.
Savi aveva chiesto la revoca dei domiciliari e, se il gup non riteneva di restituire la libertà completamente, l'applicazione del divieto di dimora a Genova oppure dell'obbligo dimora ad Ameglia.
Dopo il no del giudice, Savi ha fatto appello al Riesame. Uscendo da palazzo di Giustizia, l'avvocato ha spiegato che per la legge Severino, Toti rimarrebbe sospeso dalle funzioni di Governatore, come è mentre si trova ai domiciliari, anche con il divieto dimora a Genova, che gli impedirebbe di recarsi in Regione, mentre l'obbligo di non uscire dal comune di Ameglia non consentirebbe fisicamente di operare.