Cos’è il Patto di Stabilità e come cambierà: cosa sapere sulle regole dei Paesi Ue
di Francesca Basso, corrispondente a Bruxelles
Sul patto di stabilità «le negoziazioni sono andate avanti mesi e mesi, le possibilità che si arrivi a una approvazione la settimana prossima? Ritengo siano scarse. Poi io non ho niente contro le videoconferenze ma che io vada a chiudere un accordo che condiziona l’Italia per i prossimi 20 in videoconferenza anche no grazie». A dirlo è il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervenendo ad Atreju, la manifestazione politica giovanile della destra italiana. Giorgetti ha sottolineato anche che «un Ecofin in presenza potrebbe essere più opportuno». La prossima riunione dei ministri finanziari dei 27 è prevista per il 20 dicembre e dovrebbe essere in videoconferenza. Secondo il ministro «l’Ue è incapace di prendere decisioni in tempi tempestivi e strategici, è impossibile decidere: funziona come un’assemblea di condominio».
di Francesca Basso, corrispondente a Bruxelles
«L’Italia valuterà tutti i mezzi che ha a disposizione per fare gli interessi nazionali, dopodiché ci vuole responsabilità, metteremo la firma se ci sono gli interessi del Paese», ha aggiunto Giorgetti. I ministri delle Finanze stanno cercando di trovare un accordo sulla riforma del Patto di Stabilità proposta dalla Commissione europea il 26 aprile scorso. L’Italia e altri Paesi stanno negoziando la durata della flessibilità, se di due o di tre anni. Oltre alla Germania vanno convinti anche Austria, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Repubblica Ceca e Svezia. Rispondendo a chi gli chiedeva cosa succede se l’accordo sulle nuove regole non si farà entro l’anno, il ministro ha spiegato che dal 2024 «il tessuto normativo è quello del vecchio Patto, ma con le linee guida della Commissione» europea che nel 2023 ha detto che «comunque il 2024 sarà un anno di transizione», quindi i bilanci saranno fatti sia tenendo conto del vecchio Patto sia delle linee guida. Tanto è vero, ha spiegato il ministro, «che noi abbiamo preparato il bilancio, promosso, sul 2024-25-26 tenendo conto che dobbiamo tornare sotto il 3% nel 2026 sulla base delle linee guida della Commissione. Quindi il 2024 comunque è coperto ma il 2025 no, e soprattutto i tedeschi hanno fatto notare che possono alzare il dito e dire che le linee guida non hanno base giuridica».
A chi gli chiede se ci possa essere spazio per qualche intervento sul Superbonus, magari con il decreto Milleproroghe, il ministro risponde: «È come l’energia nucleare: in tanti sono a favore, in tanti contro. Ovviamente ci sono degli aspetti da considerare sull’economia ma anche sui conti pubblici, il richiamo alla radioattività non è casuale. Vediamo, stiamo monitorando».
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15 dic 2023
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