I grissini Vitavigor puntano ai mercati esteri: fatturato +30%
di Redazione Economia
Inflazione in calo a novembre 2023. A dirlo è l’Istat che rileva come l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,5% su base mensile e un aumento di 0,7% su base annua. L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo. Come si vede da grafico siamo bel lontani dal picco del 2022.
«La decelerazione del tasso di inflazione - spiega l’Istat - si deve prevalentemente ai prezzi degli Energetici, sia non regolamentati (da -17,7% a -22,5%) sia regolamentati (da -31,7% a -34,9%), e, in misura minore, al rallentamento degli Alimentari lavorati (da +7,3% a +5,8%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +4,6%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +4,0% a +3,5%)». Effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli Alimentari non lavorati (da +4,9% a +5,6%). L’«inflazione di fondo», al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici continuano a rallentare (entrambe da +4,2%, registrato a ottobre, a +3,6%).
di Redazione Economia
Dopo essersi annullata a ottobre, la dinamica tendenziale dei prezzi dei beni scende su valori negativi (a -1,4%), mentre quella dei servizi rimane su valori positivi, sebbene in ulteriore rallentamento (da +4,1% a +3,7%), determinando un ampliamento del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+5,1 punti percentuali, dai +4,1 di ottobre). Continuano a rallentare in termini tendenziali i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +6,1% a +5,4%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,6% a +4,6%).
di Elio Teodonio
La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi degli Energetici non regolamentati (-3,8%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,3%), dei Servizi relativi ai trasporti e degli Energetici regolamentati (-0,7% entrambi); tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+0,8%). L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,6% su base mensile e aumenta di 0,6% su base annua, in ulteriore decelerazione da +1,8% di ottobre (la stima preliminare era +0,7%). A novembre l’inflazione - commenta l’Istat - scende a 0,7%, tornando a livelli prossimi a quelli del febbraio 2021 (+0,6%).
di Valentina Iorio
Positivo per Assoutenti il deciso calo dell’inflazione registrato a novembre, ma preoccupa il rialzo della voce alimentari i cui prezzi crescono in un solo mese dello 0,4%, un trend che potrebbe incidere non poco sulle spese degli italiani legate a pranzi e cene di Natale. Spiega il presidente Gabriele Melluso:«La forte riduzione dei costi dell’energia rispetto allo scorso anno contribuisce ad attenuare l’inflazione, ma per i generi primari come gli alimentari l’inflazione rimane ancora troppo alta e porta una famiglia con due figli a spendere in media oggi 474 euro in più su base annua solo per mangiare.Un campanello d’allarme in vista delle festività natalizie, perché il trend in salita potrebbe accentuarsi in occasione delle festività».
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15 dic 2023
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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