Israele, lo scontro con Hamas «durerà ancora per mesi» e i fronti saranno diversi

di Davide Frattini

I capi jihadisti rinviano qualunque trattativa sugli ostaggi. Lo Stato ebraico sa che il conflitto potrebbe allargarsi, la sfida sar� anche politica: tra l’estrema destra messianica e i moderati

Israele, lo scontro con Hamas «durerà ancora per mesi» e i fronti saranno diversi

Il premier Netanyahu, 74 anni, durante una riunione del gabinetto di guerra (Ohad Zwigenberg/Ap)

Non riescono manco a cuocere un uovo. Il gergo � quello usato per le strade impolverate di Gaza, la proposta vuol far venire l’acquolina a chi da settimane stenta a trovare da mangiare, non � solo il riferimento a uno dei piatti pi� cucinati nella miseria che gi� stordiva prima della guerra: allettanti sono quei 400 mila dollari promessi dai volantini lanciati dall’esercito israeliano come ricompensa a informazioni su Yahya Sinwar, il capo dei capi di Hamas, un quarto per rivelazioni su Mohammed Deif, il comandante militare. � improbabile si nascondano insieme, insieme hanno per� pianificato gli attacchi di 85 giorni fa.

I terroristi fondamentalisti squarciano la barriera attorno alla Striscia di Gaza in 29 punti, invadono le cittadine e i kibbutz dall’altra parte, massacrano 1.200 persone, ne rapiscono 240. L’assalto pi� devastante dalla nascita dello Stato travolge i villaggi e la dottrina del premier Benjamin Netanyahu: permettere al Qatar di distribuire ad Hamas valigie con milioni di dollari in contanti, comprarsi la calma sul confine sud. L’offensiva ordinata dal primo ministro vuole sradicare il gruppo dai 363 chilometri quadrati.

Quasi tre mesi di conflitto stanno cominciando a mettere in discussione l’obiettivo fissato dal premier e gli israeliani si chiedono quale giorno dopo possa emergere dalle macerie di Gaza, dove i palestinesi uccisi sono oltre 21 mila — un terzo combattenti — e la crisi umanitaria � catastrofica, l’85 per cento dei 2,2 milioni di abitanti � sfollato interno, significa che hai perso la casa a casa tua.

I boss jihadisti rinviano qualunque trattativa sugli oltre 100 ostaggi ancora tenuti nella Striscia a un cessate il fuoco permanente. All’incapacit� di �friggere uova� — ovvero aver perso le capacit� operative — rispondono con un altro gioco di parole: �Siamo impegnati a grigliare Merkava�, i carrarmati di Tsahal. �� difficile prevedere il punto di rottura, il momento in cui la struttura di comando e militare fondamentalista collassa — commenta Anshel Pfeffer sul quotidiano Haaretz —. Sar� quando solo un pugno di suoi combattenti sono in grado di muoversi? Quando i leader vengono eliminati? O solo quando le truppe non saranno pi� dispiegate a Gaza e un’entit� differente ne assumer� il controllo?�.

Sulla durata dello scontro le incertezze sono minori e sembra esserci consenso al dodicesimo piano della Kirya, il quartiere generale alla periferia di Tel Aviv. �Dovremo andare avanti per mesi — ha dichiarato durante una visita ai soldati Herzi Halevi, il capo di Stato Maggiore —. Non esistono scorciatoie. Alla fine saremo in grado di proclamare: non ci sono nemici attorno a noi�. � quest’ultima frase a indicare che il conflitto pu� allargarsi e i tempi delle battaglie dilatarsi. Yoav Gallant, il ministro della Difesa, ha ripetuto da subito di voler creare una nuova situazione anche a nord dove gli scambi armati con i paramilitari dell’Hezbollah libanese sono sempre pi� intensi. Israele � ormai impegnato sui pi� fronti dell’�anello di fuoco� profetizzato da Qassem Soleimani, il generale iraniano assassinato quattro anni fa.

Nei prossimi mesi la sfida sar� pure politica: tra l’estrema destra messianica che Netanyahu si tiene stretta e i moderati israeliani convinti che il disastro debba rivitalizzare i negoziati per arrivare alla soluzione dei due Stati. Joe Biden, il presidente americano, vuole scongelare e ricucinare con nuovi ingredienti diplomatici la formula ormai ibernata: � consapevole che altrimenti il Medio Oriente tutto rischia di bruciare.


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30 dicembre 2023 (modifica il 30 dicembre 2023 | 07:28)

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