Per inflazione e carovita gli italiani cambiano le abitudini di lavoro (senza essere supportati)
L’inflazione e l’aumento del costo della vita hanno spinto molti italiani a modificare le proprie abitudini, anche nella sfera professionale. Il 72% dei lavoratori si sta muovendo in modo proattivo per contrastare l’impennata dei prezzi, ma solo 4 su 10 affermano di aver ricevuto supporto dalle proprie aziende, un dato in calo rispetto al 2022. Solamente un terzo ha percepito un aumento di stipendio o bonus negli ultimi sei mesi, mentre solo il 23% ha ricevuto più misure di sostegno per le famiglie (assistenza all’infanzia o congedi parentali).
Le soluzioni messe in atto
E così, per far fronte alle conseguenze del carovita i lavoratori hanno messo in atto diverse soluzioni: il 24% ha intenzione di aumentare (o ha già aumentato) le ore di lavoro, quasi il 20% sta valutando (o ha già cominciato) un secondo lavoro, il 14% sta pensando di posticipare il pensionamento. Ma c’è anche un altro 14% che ha incrementato lo smart working per ridurre i costi di spostamento.
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Il lavoro da casa
Oggi il 20% degli italiani lavora prevalentemente da casa, il 31% non lo fa ma la riterrebbe la soluzione migliore. Per molti, la possibilità di scegliere o meno il lavoro agile non è più così scontata: il 38% afferma che la propria azienda non offra sufficiente flessibilità per lo smart working, e nel 34% dei casi i datori di lavoro richiedono la presenza in ufficio con maggiore costanza. Rispetto al 2022 cala la flessibilità in termini di orario di lavoro, dichiarata dal 26% degli intervistati (-1%) e in termini di ubicazione (23%, in diminuzione del 2%).
I dati dell’indagine
Sono alcuni dati del WorkMonitor l’indagine sulle trasformazioni del mercato del lavoro realizzata da Randstad in oltre 30 Paesi, che ha analizzato l’impatto dell’aumento del costo della vita sui lavoratori e l’evoluzione del lavoro agile negli ultimi mesi, intervistando 764 lavoratori in Italia tra i 18 e i 67 anni (circa 26.800 interviste svolte a livello globale)
La ricerca dell’occupazione sostenibile
«Il nostro osservatorio ci conferma che oggi i lavoratori sono maggiormente consapevoli di ciò a cui ambiscono nella loro vita professionale e sempre più attenti alla ricerca di un'occupazione che sia per loro sostenibile, sia dal punto di vista economico che organizzativo - afferma Valentina Sangiorgi, Chief HR Officer Randstad -. Per questo, la nostra azienda si impegna a creare un dialogo costante con le proprie persone, cercando di sostenere le loro necessità come l'adozione di un approccio al lavoro flessibile e agile funzionale alla performance».
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