La Russia dopo Navalny, eroe coraggioso (che non doveva tornare)
di Victor Erofeev
Inaspettato, luminoso. Solo. La sua sfida � stata non avere paura di chi non rispettava: lo zar Putin. Ma tornare in patria � stato un errore: soltanto salvandosi poteva realizzare quel sogno della “bella Russia” futura
Alexei Navalny, (1976-2024), morto in un carcere della Russia artica. Questo scatto venne realizzato nell’ottobre 2020, in Germania, dove l’oppositore era in cura in seguito all’avvelenamento e prima di decidere di rientrare in patria (foto Peter Rigaud/ Laif)
In Russia l’onorificenza pi� solenne � l’ Eroe della Russia. Personalmente ad Alexei Navalny assegnerei la stella dell’Eroe della Bella Russia del Futuro (lo slogan del suo programma ndr ). La sua morte lo ha trasformato in una potente figura storica: strade, viali, universit� e forse citt� prenderanno il suo nome in suo onore. Contro ogni aspettativa, nelle vaste distese della Russia � emersa una personalit� incredibilmente esuberante e attiva che si opponeva quasi da sola all’intero sistema di potere statale. I suoi compagni d’armi infatti sono sempre stati assistenti, non suoi pari. Ci sono figure analoghe nella storia recente, come l’accademico Andrei Sakharov o Boris Nemtsov (il leader carismatico liberale ucciso nel 2105 nei pressi del Cremlino ndr.): ma Navalny con le sue mosse esistenziali inaspettate e luminose era straordinariamente spettacolare.
Un bell’uomo, marito di una bella donna, devota al marito e alla sua causa (ora ne raccoglier� il testimone), padre di figli meravigliosi orgogliosi di lui, attrae con i suoi dubbi, le sue trovate originali, il rigore, il senso dell’umorismo e la risata contagiosa. Non teme gli scandali e le provocazioni contro di lui. Non ha paura di nulla perch� sa che il potere russo � inganno e corruzione e lui non teme ci� che non rispetta. Si � tuffato in diverse acque politiche: in giovent� era un membro di Yabloko, il partito liberale di Yavlinsky, poi lo si � trovato nelle marce dei nazionalisti da cui via via si � allontanato ma � stato piuttosto diplomatico sul piano della restituzione della Crimea all’Ucraina (per non perdere il sostegno delle folle di concittadini che esultavano selvaggiamente per l’annessione della penisola). Una volta ha detto goffamente che la Crimea non � un panino con la salsiccia che ci si pu� strappare dalle mani l’un l’altro. Questa dichiarazione, cos� come la sua proposta di indire un referendum indipendente in Crimea, ha suscitato indignazione in Europa, e il Premio Nobel, a cui era cos� vicino, gli � scivolato tra le mani.
� STATO SORPRENDENTEMENTE CORAGGIOSO: I SUOI DOCUMENTARI CONTRO LA CORRUZIONE SONO STATI GUARDATI DA MILIONI DI RUSSI
Una donna russa attacca manifesti a Washington, nei dintorni dell’Ambasciata della Federazione Russa, per creare un memoriale per Alexei Navalny (foto Epa)
Per queste asprezze politiche lui non � mai piaciuto a Yavlinsky, fino alla fine della sua vita, e la mia collega scrittrice Lyudmila Ulitskaya gli avrebbe preferito, sono parole sue, Vaclav Havel (ma un personaggio del genere in Russia non esiste). Alexei � stato sorprendentemente coraggioso nel trattare con le autorit�. I suoi film di denuncia contro la corruzione, sul favoloso, e dannatamente privo di gusto, palazzo di Putin a Gelendzhik nel Caucaso (progettato da un architetto italiano) o sull’indicibile ricchezza di Dmitry Medvedev sono stati guardati da milioni e milioni di russi. Dopo di che era chiaro che sarebbe stato nei guai.
Per un po’ ancora Navalny � rimasto un politico prestigioso e di successo. Univa in s� il pragmatico e il sognatore. Ha capito che il russo diseredato vive nella speranza di un futuro migliore e ha lanciato il suo famoso slogan utopico: la bella Russia del futuro. Allo stesso tempo ha abilmente creato un’intera rete tutta russa, FBK, la Fondazione anti corruzione.
Febbraio 2021, Navalny manda un messaggio alla moglie Yulia durante un’udienza del processo a suo carico nella Corte di Mosca (foto Ap)
Nelle elezioni di Mosca del 2013 ha ricevuto oltre il 27% dei voti dei moscoviti: un successo inaudito per un oppositore radicale. Lui e Putin hanno sviluppato un rapporto di odio reciproco, ma ognuno a modo suo. Putin odiava Navalny in quanto antagonista, calunniandolo pubblicamente per i suoi atteggiamenti arroganti. Navalny odiava Putin in modo specifico, per peccati specifici: inganni, promesse vuote, passione per il potere. Ho conosciuto personalmente Alexei negli studi della radio liberale Eco di Mosca, dove lui aveva il suo programma e io ero un ospite abituale. Gli dissi che il suo programma politico mancava di un supporto filosofico: l’illusione di una bella Russia del futuro si basava esclusivamente sul presupposto che il paese fosse stato occupato dal regime di Putin e che la maggioranza dei cittadini sognasse il suo rovesciamento. Dal punto di vista di un rivoluzionario, aveva ragione: per salvare il popolo, � necessario lavarlo dai suoi vizi e elevarlo.
VICTOR EROFEEV, L’AUTORE DI QUESTO ARTICOLO, � UN EMINENTE SCRITTORE RUSSO. HA LASCIATO MOSCA ALL’INIZIO DELLA GUERRA CON L’UCRAINA. OGGI VIVE A BERLINO
Navalny aveva molti fan ma non sufficienti per la rivoluzione. La secolare resilienza delle persone, il conformismo, l’indifferenza, la disgregazione delle personalit� tra i criminali, gli alcolisti, i senzatetto, i milioni di dipendenti statali e pensionati filo-sovietici erano considerati da Navalny un male superabile. Ma � proprio avvalendosi di questo contesto che Putin negli anni si � trasformato nel presidente del popolo. Navalny per� non ha avuto paura di Putin nemmeno quando le autorit� hanno cominciato a fabbricare le sue ipotetiche frodi che prevedevano pene detentive. Inizia nel 2014 il suo calvario nei tribunali. Ma poich� i tribunali non lo spaventano, alla fine lo aggrediscono con il novichok, un’altra parola russa entrata nel gergo internazionale oggi designa il veleno. Lui fingendo di essere l’assistente del pi� stretto collaboratore di Putin, smaschera uno degli attentatori: lo sfortunato killer si tradisce e si brucia. Le autorit� continuano ancora oggi a negare l’avvelenamento.
Il suo ritorno a Mosca dopo le cure suscita molte polemiche. Il 17 gennaio 2021 � arrestato e da allora fino alla morte non trascorre un solo giorno in libert�. Le sue condizioni detentive peggiorano progressivamente fino a quando � spedito nel Circolo Polare Artico, nella famigerata colonia di massima sicurezza Lupo Polare, dove per delle sciocchezze � continuamente scaraventato in una cella di punizione. Sopravvivere in tali condizioni era impensabile. Si pu� immaginare chi sia stato il regista di questo supplizio e ne abbia tratto piacere. La morte improvvisa di Navalny, in realt� una vendetta, ha causato una massiccia indignazione tra i suoi sostenitori in molte citt� russe. Ma in Russia, come dimostra l’intervento violento della polizia, persino portare un fiore a un monumento improvvisato � un atto di grande coraggio. L’opposizione maledice Putin sui blog, non risparmia parole di odio, venera la memoria del leader e promette che la storia russa non finisce con la sua morte.
L’EMIGRAZIONE SPEZZA LE ALI ALL’OPPOSIZIONE, PER QUESTO NAVALNY SCELSE DI TORNARE. NEL DOPO-PUTIN CI MANCHER�
Il memoriale improvvisato in ricordo di Boris Nemtsov sul ponte Zamoskvoretski dove fu ucciso nel 2015. Era a suo tempo il politico liberale pi� temuto dal Cremlino
� solo l’inizio, dicono. A Dio piacendo. Secondo le leggi del regime di Putin gli oppositori autorevoli che rimangono all’estero ricevono dalle autorit� sostanzialmente il diritto alla vita. Perch�? Perch� l’emigrazione spezza loro le ali: non c’� contatto diretto con il popolo, con la Russia, con i propri compagni. Navalny immaginava di tornare da Berlino in patria tra le braccia della morte? Lui non aveva pi� paura della morte e aveva capito che liberandosi di questa paura avrebbe potuto combattere Putin anche in carcere, interferendo con la campagna elettorale del presidente (che a marzo si candida per un nuovo mandato di sei anni) e denunciando l’aggressione in Ucraina. Dal punto di vista politico, Navalny non poteva fare a meno di tornare. Ma ha sottovalutato Putin. Dopo la guarigione dal novichok, � vissuto nell’illusione che non avrebbero osato annientarlo due volte e che la sua resurrezione dai morti in qualche modo gli garantisse un po’ di sicurezza. A quel tempo, per�, non era ancora iniziata una guerra su vasta scala con l’Ucraina, che ha dimostrato di quali enormit� sia capace lo zar russo.
Ma anche Putin ha sottovalutato Navalny. Lui non si � arreso nemmeno in una prigione spietata. Ha continuato la sua lotta contro il potere, trovando stratagemmi per comunicare le sue idee dal luogo di tortura artico. Tuttavia la questione � sempre stata completamente nelle mani del Cremlino che per bocca di un senatore si � affrettato a definire la morte di Navalny un incidente. Nel marzo 2023, il film documentarioNavalny del regista canadese Daniel Roher (nella foto sopra, la locandina del film) ha ricevuto un Oscar. Il suo finale suona come un testamento: � Il messaggio � molto semplice: non arrendetevi. Se hanno deciso di uccidermi significa che siamo incredibilmente forti in questo momento. E dobbiamo usare questo potere... Tutto ci� che serve per il trionfo del male � l’inazione delle persone buone. Pertanto non � il caso di restare inattivi�.
Naturalmente anche Navalny definirebbe un incidente l’attuale sistema di potere russo che oggi lo ha sconfitto. Nel prossimo futuro (ma quando sar�?) la storia russa si rivolger� verso Navalny e lo abbraccer�. Tutto andr� bene (questa la frase che Navalny indirizz� alla moglie al momento della condanna nel 2021 ndr ). Ma ad essere onesti, Navalny era un politico relativamente giovane: � morto a 47 anni. Se avesse vissuto da emigrato sarebbe sopravvissuto a Putin (che oggi ne ha 71) e avrebbe sicuramente svolto il suo ruolo nel periodo storico post-Putin. Alla Russia del futuro Alexei mancher� moltissimo.
CHI ERA ALEXEI NAVALNY
Alexei Navalny parla con i giornalisti nel luglio 2019, durante la campagna elettorale per le elezioni della Duma, dalle quali venne escluso (Afp)
LA VITA - Alexei Navalny nasce nel 1976 a Butyn (Mosca). Si laurea in legge nel 1998 e si specializza in finanza. Ha una moglie, Yulia, e due figli, Dasha e Zakhar
LA POLITICA - Nel 2000 si iscrive a Yabloko, il partito liberale che poi abbandona e organizza pacifiche marce contro il regime. Nel 2013 si candida a sindaco di Mosca dove prende oltre il 27%ed � escluso dal ballottaggio per pochi voti.
FBK - Da blogger usa internet come un arsenale: crea la Fondazione Anti Corruzione (FBK): diffonde video visionati da milioni di persone e dimostra la corruzione anche dell’ex presidente D. Medvedev e di V. Putin. Condanna l’annessione della Crimea e nel 2018 � escluso dall’elezioni presidenziali
VELENO E MORTE - Dopo processi pretestuosi nel 2021 � avvelenato con il novichok. Ricoverato in Germania, ritorna in patria nel 2021. Arrestato all’aeroporto, anche dal carcere si esprime contro la guerra e le scontate elezioni presidenziali di marzo. Muore in prigione nel 2024
(Traduzione di Chiara Mariani) � RIPRODUZIONE RISERVATA
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