Sinner: la palla non rivista, il servizio di Djokovic, così ha perso la finale

Nessuno batte il Djoker due volte consecutive in sei giorni. Nemmeno Jannik Sinner, il ragazzo venuto dal futuro con il torace gracile e la nitroglicerina nel braccio, fermato dal migliore a un passo dalla storia, ma con la certezza di avere in tasca la penna per scriverla. Alla fine la coppa con le orecchie la alza sempre lui, Djokovic Novak da Belgrado, classe ‘87, due figli (�Sono loro che mi danno la forza: per venire a Torino hanno saltato la scuola, spero ne sia valsa la pena�) e 24 titoli Slam a carico, da ieri anche sette Atp Finals: superato Roger Federer (6), � record.

La finale non ha niente a che fare con il match del girone, l� all’inizio del primo set si era giocato poco, qui Djokovic impone la legge del servizio (13 ace alla fine, la mostruosit� del 91% di punti vinti con la prima: prestazione monstre), con il back anestetizza i colpi di Jannik e lo manda in confusione offrendogli palle con il taglio sempre diverso, non ce n’� una uguale all’altra, a testimonianza della ricchezza del suo tennis. �Lui � stato impeccabile, io non abbastanza affilato� � l’analisi lucida del barone rosso, che al quarto game commette l’ingenuit� di non chiedere la revisione del punto: sulla palla break il dritto chiamato out � sulla riga, Sinner incassa, peccato di giovent�. Sul 3-1, attento e chirurgico come sa essere nei (tanti) giorni di grazia, il numero uno prende il largo, toccando punte di alta ingiocabilit�. Chiude il set 6-3, concedendo la miseria di due punti sulla sua battuta.

Il calo arriva a met� del secondo, per� � tardi. C’� un game interminabile, il settimo, nel quale Sinner si aggrappa al servizio come un naufrago, ma si porta dietro come zavorra il break d’apertura e non ha saputo approfittare di due occasioni d’oro sul 2-3, che il Djoker ha cancellato con un paio di servizi vincenti. Sopravvivere al gioco pi� lungo della partita allunga la vita all’azzurro ma � un’esistenza illusoria. Troppi gratuiti (12 in totale contro i 5 del rivale) tengono a galla un Djokovic non pi� smagliante che sul 5-3 incassa, regalo di Natale anticipato, il game horribilis di Jannik, che si consegna al serbo con un doppio fallo (il primo).

Finisce cos�, senza happy ending per� con la sensazione di aver assistito a qualcosa di memorabile, la settimana pi� intensa della vita tennistica di Jannik Sinner, cinque incontri alla pari con i top 10, quattro vinti e uno perso, senza che lo scivolone sul traguardo ridimensioni di un grammo il senso dell’impresa, sottolineata da numeri importanti: 61 successi nella stagione del primo Master 1000 (Toronto), del best ranking (n.4), dei tab� infranti con Medvedev (tre volte), Djokovic e Rune. �Sono pi� le cose positive da portare a casa — ammette Jannik —, oggi conosco meglio la mia testa e il mio fisico, capisco di pi� come funziono e come gestire i momenti di tensione. Mi dico che ho fatto bene a saltare certi tornei per allenarmi, mentalmente mi sento pi� solido, in campo mi lamento meno: sono anche questi i dettagli che fanno la differenza�. Non � arrabbiato (�Oddio, forse lo sono stato per mezz’ora�), piuttosto cercher� di mettere a fuoco cosa gli manca per tenere il livello siderale dei match del girone (Tsitsipas, Djokovic, Rune) e della semifinale (Medvedev): �Ho molto margine davanti a me, gli ultimi 3-4 mesi sono stati incredibili, la direzione � quella giusta�.

L’Italia ha trovato l’erede di Panatta (n.4 nel lontano ‘76) ma Sinner lascia intendere una profondit� nel tempo che Adriano, pi� distratto dalla vita, non volle coltivare. � anche al campione che la Federazione ancorer�, dal 2026, la richiesta di un altro quinquennio di Finals in Italia. Torino o Milano, � gi� derby.

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