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di Redazione Economia
Snam collocherà al largo di Ravenna il nuovo rigassificatore Bw Singapore, acquistato per circa 370 milioni al fine di aumentare la sicurezza degli approvvigionamenti energetici dell’Italia. L’impianto comincerà a operare nel corso del 2025, una volta ottenute le autorizzazioni e completati i lavori necessari all’ormeggio e al collegamento della nave metaniera alla rete.
In queste opere avrà un ruolo primario Rosetti Marino, storica azienda di ingegneria energetica con sede a Ravenna, oltre 700 dipendenti in Italia e capace l’anno scorso di 325 milioni di ricavi. Fondata nel 1925 e quotata in Borsa con una capitalizzazione di 150 milioni, la società è da quasi un secolo nelle mani della famiglia fondatrice che potrebbe però presto cedere il controllo. Secondo indiscrezioni, infatti, nel quadro di un passaggio generazionale i Rosetti sono alla ricerca di un compratore per la maggioranza del gruppo, detenuta tramite la cassaforte Rosfin.
di Redazione Economia
La partecipazione del 56% avrebbe attratto l’interesse di diverse multinazionali quali l’indiana Larsen & Toubro, la malese Bumi Armada e la sudcoreana Daewoo Engineering. L’occasione è del resto ghiotta. Al 30 giugno il portafoglio ordini di Rosetti Marino superava gli 800 milioni, frutto per il 60% di commesse nell’ambito delle rinnovabili e della riduzione delle emissioni dei combustibili fossili. L’azienda è per esempio al lavoro sulla costruzione di piattaforme per l’eolico galleggiante, di impianti per la produzione di biometano e idrogeno, nonché su progetti per la cattura dell’anidride carbonica. Possiede infine un cantiere di circa 150 mila metri quadri nel porto di Ravenna che fra rigassificatore, eolico offshore e siti di stoccaggio della CO2 è destinato a diventare uno snodo cruciale della politica energetica italiana.
Per infrastrutture e attività, insomma, Rosetti Marino è un’impresa strategica che, salvo interventi del governo con il golden power, potrebbe diventare di proprietà straniera. A meno che, in extremis, non si faccia avanti un pretendente italiano, eventualità da non escludere, se non altro, per gli stretti legami industriali del gruppo con colossi nazionali dell’energia come Eni e Snam e dell’ingegneria come Saipem. Quest’ultima, peraltro, è già presente da anni nell’azionariato di Rosetti Marino, con una quota del 20%, e le ha da poco affidato un appalto da 300 milioni al largo delle coste libiche.
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06 dic 2023
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