Macron, Xi e il "narcisismo presidenziale". Il duro attacco del candidato Glucksmann: «Cosa ha ottenuto finora?»

diStefano Montefiori

Per il candidato socialista Raphaël Glucksmann, la «diplomazia personale» del presidente francese è inutile o controproducente

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI - La visita del presidente cinese Xi Jinping in Francia entra nel vivo con un primo colloquio questa mattina con Emmanuel Macron, al quale viene associata la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen. Accanto alla questione dell’Ucraina, i colloqui riguardano i contrasti commerciali tra Cina ed Europa e in particolare Francia, in particolare sulle importazioni di auto elettriche cinesi sovvenzionate dal governo di Pechino. Dopo la cena di gala questa sera all’Eliseo, domani Macron accoglierà Xi Jinping nei Pirenei, per un «momento intimo» nel paesino di montagna dove il presidente francese ha trascorso parte dell’infanzia presso la nonna materna. 

I toni amichevoli di Macron e l’iniziativa diplomatico-personale per cercare di conquistare i favori della Cina sono però al centro di un duro attacco, pubblicato con grande evidenza su Le Monde, da Raphaël Glucksmann, capolista socialista alle europee e rivelazione di questa campagna elettorale tanto da avvicinarsi al sorpasso, secondo i sondaggi, nei confronti della candidata macronista Valérie Hayer. Glucksmann prende di mira il «narcisismo presidenziale», con la domanda retorica ricorrente in più punti: «Signor Macron, che cosa ha ottenuto?». L’eurodeputato che vuole «strappare la bandiera europea dalle mani di Macron» accusa il presidente di essere troppo tenero con gli autocrati, di offrire loro onori e accoglienze spropositati, di condurre una «politica fondata sullo charme» che si è rivelata finora inutile e anzi controproducente, perché Xi Jinping e Putin a suo dire capiscono solo il rapporto di forza. 

Il candidato dice di fondare la sua critica non sull'idealismo ma al contrario proprio sul realismo, quella realpolitik regolarmente invocata da Macron per giustificare le sue iniziative diplomatico-personali. «Non c'è niente di realista nel suo atteggiamento ossequioso», dice Glucksmann a Macron, rinfacciandogli gli inviti a Putin a Versailles e al Fort de Bregançon, le telefonate e la missione al Cremlino pochi giorni prima dell'invasione dell'Ucraina, e l'accoglienza da alleato riservata adesso a Xi Jinping. 

Glucksmann ha un contenzioso anche personale con la Cina perché è messo al bando da Pechino dopo le sue ripetute prese di posizione contro gli abusi sugli uiguri e contro le ingerenze cinesi nei processi democratici europei. Il filosofo André Glucksmann (scomparso nel 2015) e poi il figlio Raphaël denunciano da tempo i totalitarismi russo e cinese e la debolezza dell’Europa, che secondo loro si illude quando pensa di contenere le minacce di Mosca e Pechino a colpi di accondiscendenza e onori personali.

«Siamo realisti, giudichiamo una politica dai suoi risultati concreti e non dalle sue intenzioni morali. Finora, signor presidente, che cosa ha ottenuto con la sua strategia di accomodamento nei confronti del Partito comunista cinese? Che cosa ha ottenuto con i suoi segnali di amicizia percepiti a Pechino come altrettanti segnali di debolezza? Che cosa ha ottenuto facendo come se la Cina non sostenesse la Russia, come se le ingerenze cinesi sul nostro territorio non esistessero o come se la Cina non si dedicasse in permanenza a pratiche commerciali ostili?». L’accusa di sterile «narcisismo presidenziale» arriva proprio alla vigilia dell’inizio dei colloqui e non farà piacere a Macron

Il Figaro invece pubblica un altro lungo testo, stavolta dello stesso presidente cinese Xi Jinping, che dice di arrivare a Parigi per portare tre messaggi fondamentali della Cina: «1) Saremo felici di avere più prodotti agricoli e cosmetici francesi di qualità sul mercato cinese per rispondere alla crescente aspirazione a una vita migliore; 2) La Cina applica fedelmente i cinque principi della Coesistenza pacifica. Dalla fondazione della nuova Cina oltre 70 anni fa, la Cina non ha mai iniziato una guerra; 3) Comprendiamo lo sconvolgimento che la crisi ucraina rappresenta per gli europei ma la Cina non è all'origine di questa crisi, non ne fa parte e non vi partecipa». 

Xi Jinping cerca evidentemente di rispondere in via preventiva alle questioni che gli verranno rivolte sulla crisi commerciale tra Francia/Europa e Cina, sui timori di una invasione di Taiwan e sul ruolo della Cina nella guerra in Ucraina, vista la sua «alleanza senza limiti» con la Russia. Comunque vadano le discussioni domani sera, dopo la tappa amichevole sui Pirenei, il presidente cinese sarà a Belgrado, nel giorno del 25° anniversario del bombardamento da parte della Nato dell'ambasciata cinese. Poi andrà da Viktor Orban in Ungheria, rispettando in questo modo una specie di par condicio tra Europa pro-Ucraina e Europa pro-Russia.

6 maggio 2024 ( modifica il 6 maggio 2024 | 11:19)

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