Chiara Ferragni e Balocco multati dall’Antitrust: 1,4 milioni di sanzione per il pandoro griffato
di Redazione Economia
Il pandoro quest’anno costa oltre un milione di euro a Chiara Ferragni. A tanto ammonta la sanzione per «pratica commerciale scorretta» decisa dall’Autorità garante della concorrenza e il mercato contro le società dell’imprenditrice/influencer, mentre il gruppo Balocco ha ricevuto una multa di 420 mila euro.
La cosa che sorprende di più di questa brutta storia, condannata dall’Antitrust perché inganna i consumatori facendo leva sulla beneficienza a favore dei bambini malati di cancro alle ossa è che anche in casa Balocco sapevano di esporsi all’accusa si pubblicità ingannevole. In un’email interna all’azienda nel procedimento di censura dell’autorità si legge: «Mi verrebbe da rispondere [al team Ferragni]: in realtà le vendite servono per pagare il vs cachet esorbitante». E in un’altra, scambiata tra i due team, si mette in guardia sull’attività benefica «che ci espone a pubblicità ingannevole se correlata alle vendite».
di Redazione Economia
Tutto risale a circa un anno fa, quando nel novembre 2022 Balocco lancia il Pandoro Pink Christmas, un pandoro rosa «firmato» da Chiara Ferragni, in edizione limitata, al costo di oltre 9 euro rispetto ai circa 3,7 euro del pandoro Balocco «classico», lasciando intendere ai consumatori che, acquistandolo, avrebbero contribuito all’acquisto di un nuovo macchinario per le cure dei bambini affetti da osteosarcoma e sarcoma di Ewing all’ospedale Regina Margherita di Torino.
Ma per l’Antitrust non è così, «si tratta di pubblicità ingannevole». L’indagine è partita il 19 gennaio e ha appurato che il pandoro griffato Ferragni è stata essenzialmente «un’operazione di marketing, condotta da Balocco per svecchiare l’immagine del suo prodotto e riposizionarlo sul mercato». La donazione all’ospedale Regina Margherita di Torino, pubblicizzata come associata alle vendite del pandoro, non ha avuto alcun rapporto con esse. Anzi, il versamento di 50 mila euro (in cifra fissa) all’ospedale è stato fatto nel maggio 2022, ben prima della presentazione dell’iniziativa, benché il comunicato stampa diffuso dall’azienda, con il beneplacito del team Ferragni, associ le vendite al progetto benefico a sostegno delle cure per i bambini colpiti da due tumori ossei.
Sotto accusa è finito non solo il cartiglio apposto su ogni pandoro griffato, «che avvalorava la circostanza (non vera) che l’acquisto avrebbe contribuito alla donazione pubblicizzata», ma anche i post e le stories pubblicate sui canali social da Ferragni in cui si lasciava intendere che comprando il «Pandoro Pink Christmas» si poteva contribuire alla donazione e che Ferragni partecipava alla donazione.
Perciò l’autorità guidata da Roberto Rustichelli ha sanzionato le società Fenice e TBS Crew, che gestiscono i marchi e i diritti relativi alla personalità e all’identità personale di Chiara Ferragni, rispettivamente per 400 mila euro e per 675 mila euro, e Balocco per 420 mila euro. Sia Ferragni che Balocco contestano la decisione dell’Antitrust. «Sono dispiaciuta se qualcuno possa aver frainteso la mia comunicazione e messo in dubbio la mia buona fede. Io e la mia famiglia continueremo a fare beneficienza così come abbiamo sempre fatto. Dal momento che ritengo ingiusta la decisione adottata nei miei confronti, la impugnerò nelle sedi competenti», scrive su Instagram l’influencer, protestando perché ci si ostina «a vedere del negativo in un’operazione in cui tutto è stato fatto in totale buona fede». Riconoscendo che «quella con Balocco è stata un’operazione commerciale come tante ne faccio ogni giorno».
Infatti la donazione di 50 mila euro è di Balocco, mentre a Ferragni la campagna non solo ha fatto guadagnare «oltre un milione», rileva l’Antitrust, ma le ha permesso di «rafforzare la propria immagine» davanti ai circa 30 milioni di follower, presso i quali «si è presentata come promotrice di un’iniziativa benefica a favore dei bambini malati di tumore».
Anche Balocco si riserva di presentare ricorso, difendendo «la correttezza e la trasparenza» dell’azienda. Ma i suoi manager della comunicazione sapevano che l’operazione era rischiosa. Dagli atti risulta che Balocco non avrebbe voluto inserire nel comunicato diffuso il 2 novembre 2022 il riferimento alla donazione come legata alle vendite del prodotto, come emerge da uno scambio di email. Ma è proprio l’influencer a insistere sulla beneficienza come parte dell’accordo. La beffa? Su 362.577 pandori rosa prodotti, circa il 20% è rimasto invenduto.
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