Le ferrovie della Germania rischiano di rimanere paralizzate a causa di uno sciopero dei macchinisti che scatterà alle 22 di oggi, mercoledì e proseguirà fino alle 18 di domani. Venti ore ininterrotte di astensione dal lavoro senza che siano intervenute precettazioni - a differenza di quanto sta avvenendo in Italia - anche perché in Germania non esiste una legge che regolamenta il «blackout» nei servizi pubblici essenziali.
La protesta è stata indetta dal sindacato dei macchinisti Gdl nell’ambito delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro. I rappresentanti dei lavoratori chiedono un ritocco in busta paga di 550 euro mensili oltre a un bonus di compensazione anti inflazione di 3.000 euro e una riduzione dell’orario di lavoro settimanale. Tutte richieste molto lontane da quelle offerte fino a oggi dalla Deutsche Bahn, la società ferroviaria controllata dallo Stato. La trattativa è un punto morto e questo ha indotto il sindacato a giocare la carta di una pesante astensione dal lavoro.
La Deutsche Bahn è corsa ai ripari ridisegnando l’orario dei treni; ma il portavoce ha dovuto ammettere questa mattina che «meno del 20% dei treni a lunga percorrenza e degli Intercity circoleranno».
Il direttore delle risorse umane della compagnia ferroviaria Martin Seiler ha duramente criticato la mossa della Gdl specialmente in relazione ai pesanti disagi provocati ai passeggeri ma nulla ha potuto per bloccare le 20 ore filate di sciopero.La Germania infatti non ha una legge che limiti l’astensione dal lavoro nei cosiddetti servizi pubblici essenziali.
Le «regole del gioco» sono stabilite solo da sentenze dei tribunali e da accordi tra le parti. Questi prevedono che lo sciopero debba essere finalizzato solo al miglioramento delle condizioni dei lavoratori , per il rinnovo dei contratti; sono perciò esclusi scioperi di natura «politica». Una sentenza della Corte Federale del lavoro ha inoltre stabilito che le prestazioni essenziali da assicurare in caso di sciopero possono essere definite solo attraverso un accordo tra datore di lavoro e sindacati. L’astensione dal lavoro deve essere comunque considerata una «extrema ratio» quando tutti i tavoli di trattativa non hanno portato risultati.
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15 nov 2023
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