Le guerre, il fine vita, il congedo paritario: Schlein a Gubbio ribadisce le priorità del partito. Meloni? “È peggio di Berlusconi”
Arriva a Gubbio per dettare l’agenda dei prossimi mesi, le battaglie che il Pd dovrà portare avanti in Italia e in Europa: capisaldi irrinunciabili del programma per l’imminente campagna elettorale destinata a definire i nuovi assetti della Ue. Alla quale lei, la segretaria Elly Schlein, potrebbe partecipare in prima persona, da candidata, ma anche no: la riserva verrà sciolta a breve, ma non oggi, nel resort ai Cappuccini dove il gruppo della Camera è riunito da ieri, rispondendo alla chiamata della presidente Chiara Braga. Un elenco di temi e priorità, alcune già tradotte in proposte di legge parlamentari: quella sul congedo paritario fra uomini e donne; per il superamento della legge Bossi-Fini sull’immigrazione; per punire chi esalta i metodi e le simbologie del fascismo, ancor più alla luce dei fatti di Acca Larentia. Senza dimenticare “quella per assicurare un fine vita dignitoso, che è parte del programma del Pd, della mia mozione congressuale”, attacca la segretaria. “È un'occasione persa, quella del Veneto, che voleva solo dare dei percorsi attuando quanto previsto dalla corte”, rincara. “Che la destra abbia sconfessato Zaia non stupisce, ma è una ferita che ci sia stato un voto del Pd. Se il gruppo del Pd vota a favore e ti chiede di uscire dall'aula, è giusto uscire dall'aula, perché l'esito di quella scelta cade su tutti. Noi siamo per la regolamentazione del fine vita".
Le critiche al conclave
La segretaria ha anche ribattuto alle critiche sulla convention, organizzata in un ex convento riconvertito in albergo con spa: “Ho letto molte elucubrazioni in questi giorni: io sono arrivata oggi perché ieri sera sono andata a vedere un film stupendo che si chiama Kripton, un film sulla salute mentale che dovrebbero vedere tutti, specie chi sta smantellando la sanità pubblica”. Rivelazione che ha spiazzato alcuni dei presenti. "In ogni caso”, scherza la segretaria, “la Spa è chiusa e penso che nessuno di noi abbia portato qui né il costume né la pistola”, prosegue riferita al caso Pozzolo, il deputato di FdI che a Rosazza avrebbe sparato al veglione di Capodanno. “Se andate via, lasciate i quadri nelle stanze”, incalza, alludendo stavolta a Sgarbi, “e se prendete il treno, non fermatelo prima dell'arrivo a destinazione". Così anche il ministro Lollobrigida è servito.
Il Pd e le guerre
Insiste molto sulle iniziative future, la leader del Pd: sull’equità fiscale che rispetta “il principio costituzionale del chi più ha, più contribuisce”, negato totalmente dalla flat tax, ma anche la conferma della posizione sulla guerra in Ucraina. Pieno sostegno a Kiev, anche se l’Europa - dice Schlein - deve accelerare, impegnarsi di più nell’azione diplomatica. Indignata perché il Ppe “ha annacquato la risoluzione” sul cessate il fuoco in Palestina: “Dobbiamo porci la questione di evitare di alimentare questi conflitti, di evitare l'invio di armi e l'esportazione di armi verso il conflitto in Medio Oriente, in particolare in questo caso ad Israele”, scandisce Schlein. “Perché non si può rischiare che le armi vengano utilizzate per commettere quelli che si possano configurare come crimini di guerra".
Le priorità
E poi la difesa di scuola, sanità pubblica “che questo governo sta smantellando” e trasporti, mentre la coalizione di centrodestra è impegnata in un “indecente baratto” tra due riforme “dannose”: l’autonomia, “che è una secessione mascherata, bisogna dire la verità ai cittadini, spacca l’Italia e aumenta le diseguaglianze territoriali” e il premierato, “che indebolisce il Parlamento e i poteri del presidente della Repubblica, anche se loro negano, continuando a mentire”. Il parto di un “governo senza visione”, per la segretaria del Pd, da contrastare con una grande campagna di mobilitazione insieme alle forze sociali per spiegare i pericoli che corre il Paese.
Difesa del giornalismo d’inchiesta
La “messa” è finita, i deputati afferrano i trolley per tornare a casa. Ma la segretaria, uscendo, ha ancora qualcosa da dire. Un messaggio preciso alla premier e alla sua maggioranza che sta attentando alla libertà di stampa. “Meloni ha superato Berlusconi: questi attacchi al diritto di inchiesta nemmeno con l'editto bulgaro”, riflette con lo sportello della macchina aperto, il motore già acceso. “Bisogna inventare altri tipi di editti, non so se editti ungheresi. Sono attacchi non degni di una democrazia. Solidarietà a Report'', conclude prima di infilarsi in auto e correre verso Cantiano, un piccolo comune delle Marche fra i più colpiti dall’alluvione.