�La faccia ce la dobbiamo mettere tutti, non solo io�. Il tono di Giorgia Meloni � basso, ma la strigliata ai ministri fa rumore. Tanto che uno di loro all’uscita del Consiglio parla esplicitamente di �cazziatone�.
Meloni striglia i ministri: sui migranti, dovete fare di più. Ed è scontro tra Cei e FdI
I vescovi: intesa con l’Albania, 673 milioni in fumo. Tajani: no, ben spesi

La linea � chiara: �Sui migranti dobbiamo fare di pi�, tutti quanti�. Fra pochi mesi rischiamo �di essere inondati� da nuovi flussi, nonostante i buoni risultati ottenuti con la Tunisia. Meloni fa il punto sul dossier, snocciola alcune cifre, dice di pensare al modello �Caivano� per la Libia e la Tunisia, cio� — come � stato fatto in Campania — ricostruire le parti di territorio degradate e abbandonate di alcune zone urbane. E ai ministri impone una sorta di ultimatum: serve uno scatto in avanti, non possiamo solo parlare, dobbiamo fare. Ecco perch� sar� istituita una cabina di regia, diretta dal sottosegretario Alfredo Mantovano, cui tutti dovranno riportare sui progetti di propria competenza.
Si sa che Giorgia Meloni non le manda a dire, e quindi non � passata inosservata la risposta ruvida data al ministro dell’Agricoltura, e cognato, Lollobrigida, che ha progetti bloccati in Libia, �ma non lo posso venire a sapere cos�, mi dovete informare prima� � stato il contrappunto della presidente del Consiglio, che anche al ministro delle Imprese Urso ha chiesto maggiore �concretezza� nello sviluppare progetti bilaterali con gli Stati africani. Ma parole senza perifrasi sono state dedicate anche al titolare dell’Interno Piantedosi, come a Bernini e Tajani. Del resto lei stessa ha detto, secondo fonti di governo, che se da una lato sembra chiudersi la rotta tunisina, questo �porta a riattivarsi la rotta della Tripolitania, e pressioni forti vengono anche dal Sudan e dal Niger�. L’allarme dunque resta sempre alto.
Insomma � stata una relazione in chiaroscuro, in cui Meloni ha chiesto a tutti �uno sforzo maggiore, perch� ho bisogno dell’intero governo�. Parole nette, in una giornata che prima ha visto il Senato approvare l’accordo fra Albania e Italia per la costruzione di due centri di permanenza di migranti irregolari, ma soprattutto ha registrato il duro intervento della Cei, che ha attaccato il governo per la mole di investimenti che si appresta a fare in Albania.
�Sono 673 milioni di euro in dieci anni in fumo per l’incapacit� di costruire un sistema di accoglienza diffusa del nostro Paese, siamo al 16esimo posto in Europa nell’accoglienza dei richiedenti asilo�, ha puntato l’indice monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione per le migrazioni della Cei e di Migrantes, che definisce l’accordo �una nuova sconfitta della democrazia�. Soldi che secondo Perego sono �veramente buttati in mare per l’incapacit� di governare un fenomeno che si finge di bloccare, ma che cresce di anno in anno�. Parole cui ha replicato il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani: �Non mi sembrano soldi buttati in mare, poi ognuno ha la sua opinione. Sono soldi che vengono ben spesi, per affrontare la questione migratoria con un Paese candidato a far parte dell’Ue�.
A Perego ha risposto in modo duro Fratelli d’Italia, �dovrebbe chiarire se risponde al vero, come si afferma in una inchiesta pubblicata da Panorama , che la Fondazione Migrantes da lui presieduta ha veramente versato 20 mila euro alla Mare Jonio, associazione guidata da Casarini, l’estimatore di Toni Negri e indagato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. E in caso la notizia sia vera, a chiarire da dove provengono e se i donatori fossero al corrente della destinazione dei fondi�, dichiara il senatore Alberto Balboni. E questo mentre i Verdi, sull’Accordo con l’Albania, parlano di �barbarie politica� e il Pd di �inutile spreco di risorse�.
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15 febbraio 2024 (modifica il 15 febbraio 2024 | 23:09)
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