Mare Jonio, il ministero dell’Interno si costituisce parte civile nel processo contro Casarini

di Alfio Sciacca

L’udienza davanti al Gup di Ragusa. Tra gli indagati l’ex leader dei no global e altri esponenti dell’Ong Mediterranea. L’accusa: �Salvarono 27 migranti in cambio di denaro�. L’ex no global: �Sono altri a dover rispondere di omissione di soccorso�

Mare Jonio, il ministero dell’Interno si costituisce parte civile nel processo contro Casarini

Il ministero dell’Interno si � costituito parte civile nel procedimento in corso davanti al Gup di Ragusa in cui sono indagati l’ex leader no global Luca Casarini e altre cinque persone per il cosiddetto �caso Mare Jonio�. L’accusa: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. In particolare viene contestato il trasbordo, l’11 settembre del 2020, sulla Mare Jonio dell’Ong Mediterranea di 27 migranti salvati dal mercantile danese Maersk Etienne. Stando alla tesi dell’accusa, quel salvataggio non avvenne per ragioni umanitarie, ma fu uno scambio commerciale tra le due compagnie armatrici, la Maersk e la Idra Shipping. Successivamente al salvataggio la Idri Shipping ricevette infatti una donazione di 125 mila euro.

Questa mattina l’udienza � durata circa un’ora e mezza. Dopo la richiesta del Ministero dell’Interno il giudice ha nominato un perito per stralciare dalla copia forense tutto ci� che non � rilevante ai fini della configurazione dei capi di imputazione contestati. Si tratta in pratica di intercettazioni. �Abbiamo finalmente avuto il luogo fisico per rappresentare il fatto che non abbiamo mai avuto accesso ad oggi alle intercettazioni telefoniche. Finalmente abbiamo potuto rappresentare all’Autorit� giudiziaria questo vulnus della difesa gravissimo�, ha detto a fine udienza, l’avvocato che assiste l’Ong Fabio Lanfranca. Quanto alla costituzione di parte civile del ministero Luca Casarini afferma: �Ce lo aspettavamo, comunque sar� anche una buona occasione per chiedere conto del perch� nessuno fece nulla per salvare quelle 27 persone in mare�

Nelle scorse settimane il caso �Mare Jonio� � stato rilanciato da Panorama e La Verit� che, facendo riferimento ad atti dell’inchiesta di Ragusa, ha anche rivelato dettagli e intercettazioni su un imponente flusso di donazioni verso l’organizzazione dell’ex leader no global stimolate da alcuni vescovi, tra cui il presidente della Cei Matteo Zuppi e il vescovo di Palermo Corrado Lorefice

Presenti questa mattina a Ragusa quattro degli indagati: Luca Casarini, Giuseppe Caccia, Alessandro Metz, e Fabrizio Gatti. In aula davanti al Gup Eleonora Schinin� il pm titolare dell’inchiesta Santo Fornasier e il procuratore capo facente funzioni Marco Rota. Prima dell’udienza Luca Casarini aveva parlato di �campagna mediatica orchestrata politicamente�, affermando di essere lui a pretendere delle risposte. �Vorrei sentire il pm che mi fa delle domande — ha detto — perch� questa sarebbe la prima volta, dopo 3 anni. Questo pm ha fatto tutto senza sentire me ed i miei coimputati. Io lo voglio il processo. Sono sotto processo e non siamo stati mai interrogati. Voglio sapere per primo chi ha deciso di lasciare in mare per 38 giorni i 27 naufraghi. � un reato, questo?�.

Al seguito degli indagati un piccolo corteo di sostenitori. Prima dell’udienza c’� stato anche un concentramento in piazza San Giovanni, promosso da Mediterranea Saving Humans a cui hanno dato adesione Cgil, Anpi, Libera, Chiesa Valdese, Arcigay, Sinistra Italiana. �Il soccorso in mare non � reato�, � scritto sulle maglie distribuite dagli organizzatori che ha accompagnato gli indagati fino alle porte del Tribunale. �Siamo molto contenti dell’iniziativa della “scorta di solidariet�” — ha detto Casarini—. Uno degli obiettivi di questo processo era di isolarci. La risposta di tante associazioni del territorio � stata questa: dire che siamo tutti sotto processo�.


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14 febbraio 2024 (modifica il 14 febbraio 2024 | 15:04)

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