Pnrr, la Commissione europea ha versato all’Italia la quarta rata: 16,5 miliardi
di Redazione Economia
«Mi sono sempre definito un cittadino europeo nato in terra d’Italia: da oggi mi sento veramente tale», con queste parole Carlo Azeglio Ciampi commentò la nascita dell’euro il primo gennaio 1999, 25 anni fa. Una svolta per la quale si spese, dal 1996 al 1999, come ministro del Tesoro dei governi Prodi e D’Alema. Il cammino per traghettare l’Italia nell’euro iniziò nel luglio 1996, con la decisione di accelerare i tempi del risanamento del deficit per centrare i parametri di Maastricht. «La moneta, esercizio e segno di sovranità nazionale, diventa europea. È un’utopia che diventa realtà, un traguardo senza precedenti che è un passo decisivo verso un’unione politica ed istituzionale sempre più stretta fra i paesi europei. I conflitti drammatici che hanno dilaniato il nostro continente sono superati per sempre», disse durante il suo intervento a Bruxelles in occasione delle celebrazioni per la nascita della moneta unica.
di Redazione Economia
Il 31 dicembre 1998 venne stabilito il tasso di conversione in euro della lira italiana: un euro equivaleva a 1.936,27 lire. Dal 1° gennaio e per i successivi tre anni l’euro verrà usato per le forme di pagamento non fisiche come le transazioni contabili e finanziarie, mentre le valute degli Stati aderenti alla moneta unica vengono bloccate a un tasso di conversione prefissato. Solo dal 1° gennaio 2002 l’euro entra in circolazione. All’inizio viene adottato da undici Paesi sui quindici che allora facevano parte dell’Unione europea: Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna. La Grecia adotterà l’euro il 1° gennaio 2001: è il dodicesimo Paese. Con gli anni la Ue si allarga e aumenta anche il numero degli Stati che entrano nell’Eurozona. Oggi l’euro è la moneta di 20 Stati membri dell’Unione europea. L’ultimo paese che ha aderito alla zona euro è stato la Croazia, che ha introdotto la moneta comune il 1º gennaio 2023.
Il percorso che ha portato l’Italia nell’euro è stato lungo e complesso. Nel settembre 1992 la crisi valutaria innescata dal voto contrario dei cittadini danesi al referendum sul Trattato di Maastricht provocò l’uscita dell’Italia e la Gran Bretagna dal Sistema monetario europeo. Ciampi, da ministro del Tesoro del governo Prodi, lottò per far rientrare l’Italia nello Sme mentre la Francia e la Germania lavoravano a un’unione monetaria ristretta. La battaglia fu vinta nella notte del 24 novembre 1996 dopo due giorni ininterrotti di trattative. Ciampi riuscì a chiudere l’accordo su un tasso di cambio centrale lira-marco nello Sme a quota 990, gettando le basi per la conversione nell’euro a 1936,27 lire che sarebbe rimasta. Al fianco del futuro presidente della Repubblica c’era l’allora direttore generale del Tesoro, Mario Draghi.
L’euro ha eliminato i costi delle fluttuazioni dei tassi di cambio, proteggendo i consumatori e le imprese della zona euro da costose oscillazioni dei mercati valutari che, in alcuni Paesi, erano solite minare la fiducia, scoraggiare gli investimenti e causare instabilità economica. Per quel che riguarda i prezzi che — secondo la propaganda degli euroscettici sarebbero aumentati per colpa dell’euro — vale la pena ricordare che dagli anni ’70 agli anni ’90 l’Italia registrava in media tassi di inflazione dell’11,5% all’anno, con punte superiori al 20%. Con l’arrivo dell’euro l’inflazione è crollata, malgrado alcune categorie abbiano approfittato del passaggio lira-euro per ritoccare al rialzo i prezzi, e fino al 2020 sembrava essere sparita. Malgrado negli ultimi due anni l’inflazione sia tornata a crescere, prima con la pandemia e poi con le guerre, e la politica delle banche centrali per controllare i prezzi non si sia sempre rivelata efficace, l’inflazione italiana non è mai più arrivata a quei livelli.
di Alessia Conzonato
«Il primo gennaio 1999 l’euro entrava in vigore come moneta unica di 11 stati membri dell’Ue. Da un quarto di secolo al servizio della nostra economia, l’euro semplifica la vita di 350 milioni di persone in 20 paesi», hanno scritto sul blog della Bce il presidente dell’Eurogruppo, Donohoe Di Paschal, la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, il presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per celebrare i 25 anni dell’euro. «La ragion d’essere dell’Europa è da sempre la possibilità di risolvere problemi che i Paesi non sarebbero in grado di affrontare da soli», hanno ricordato. Dopo la seconda guerra mondiale, «leader lungimiranti compresero che per garantire la pace nel nostro continente l’unica via era l’unione delle economie», hanno sottolineato i presidenti. «Oggi l’euro è una componente imprescindibile della nostra quotidianità; ci facilita la vita, ci offre stabilità e rafforza la nostra sovranità. Ha semplificato la vita dei cittadini europei, che possono confrontare i prezzi, commerciare e viaggiare più agevolmente», si legge sul messaggio pubblicato sul blog della Banca centrale europea. «Ci ha dato stabilità, salvaguardando la crescita e l’occupazione durante una serie di crisi. Inoltre, emettere la seconda valuta più importante al mondo rafforza la nostra sovranità in un mondo scosso dagli eventi».
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01 gen 2024
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di Redazione Economia
di Valentina Iorio
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