Perché le truffe online che sfruttano personaggi celebri (come Fabio Fazio) sembrano inarrestabili su social e web

Le truffe che mirano al patrimonio dell'utente sono di vario tipo ma hanno un a cosa in comune: sui social e persino nelle pubblicità sui siti web si moltiplicano, nonostante le segnalazioni e i blocchi delle piattaforme 

Quando gli annunci pubblicitari portano a frodi informatiche e come difendersi

Le frodi informatiche che sfruttano vip e i volti noti per adescare nuove vittime sembrano diventate inarrestabili sui social network e sul web. Non riescono a fermarle le segnalazioni degli utenti ma neppure le attività preventive delle big tech su cui queste campagne truffaldine circolano. L'ultimo caso noto ha sfruttato la popolarità del presentatore Fabio Fazio e di Piero Ferrari, imprenditore e figlio dell'indimenticato Enzo. I due hanno visto loro malgrado i loro volti in un video creato ad hoc con la tecnica del deep fake.  Secondo il conduttore di Che tempo che fa, persino la propria voce, benché alterata dall'Intelligenza Artificiale, risultava verosimile. I due, avvisati da collaboratori e amici, hanno già avviato le dovute azioni legali.

Il danno di queste truffe è amplificato non solo dall'uso improprio di volti noti. La loro portata viene ampliata attraverso la sponsorizzazione dei post incriminati sulle maggiori piattaforme di social media. Infine, compaiono anche negli annunci pubblicitari di importanti quotidiani attraverso i circuiti che ogni giorno pubblicano banner e inserzioni su riviste, blog, etc. La vicenda che coinvolge loro malgrado Fazio e Ferrari, che ovviamente non c'entrano nulla con queste truffe, ne è solo l'ultimo esempio. In passato a vedere la propria immagine utilizzata senza permesso da annunci truffaldini, anche Mara Venier e Alessia Marcuzzi.

Quando gli annunci pubblicitari portano a frodi informatiche e come difendersi

Deepfake e dintorni

Sono diverse le tecniche messe in atto dai truffatori utili a persuadere gli utenti a cadere nelle varie trappole. Se la promessa di elevati introiti con un minimo sforzo non basta, vengono utilizzate le immagini che ritraggono ignari personaggi e volti noti del mondo dello spettacolo. Tra le più recenti è diventato nota la truffa che ha sfruttato le immagini e le vicende giudiziarie di Chiara Ferragni. Il modus operandi dei truffatori è il medesimo, ogni volta. Il post sponsorizzato vede il volto noto del momento promettere ingenti guadagni attraverso programmi di trading e investimenti miracolosi. I titoli sono acchiappaclic e invitano l'utente a premere sui link. 

Una volta cliccato sul link, l'utente viene dirottato su di un sito che replica l'aspetto di un noto quotidiano italiano, ma può essere anche la piattaforma di un brand o di un istituto di credito, o ancora un corriere. Nelle pagine si leggono inverosimili storie montate ad hoc dal truffatore, che illustra come guadagnare molto a fronte di minimi sforzi. 
Alle volte, il tutto viene supportato da foto reali, magari estrapolate da programmi Tv di vecchia data. 

Le frodi sono in costante aumento

Le frodi informatiche sono in costante aumento. Secondo i dati condivisi dalla Polizia Postale, dei 10.600 casi di truffe trattati nel 2023, sono stati sottratti ben 40 milioni di euro e più. Un aumento del 4% rispetto all'anno precedente, con i casi invece aumentati del 15%. Come detto in precedenza, non è raro che le vittime abbiano cliccato su annunci pubblicitari individuati sui motori di ricerca o sulle piattaforme di social media. 

Quel che non è chiaro è come alle piattaforme possano sfuggire le inserzioni pubblicitarie dei truffatori. Le inserzioni truffaldine in genere vengono poi rimosse in seguito alle segnalazione degli utenti. Segnalazioni spesso tardive e inoltrate dopo che sono già stati causati ingenti danni economici. Ma come è possibile che gli spietati algoritmi riescano ad inibire certe sponsorizzazioni (magari lecite) e non bloccare quelle truffaldine? I malfattori riescono ad eludere i criteri messi in funzione dalla piattaforme e mietuto dunque vittime, promettendo facili guadagni. Abbiamo chiesto a riguardo un commento a Meta e Google, nel tentativo di far luce su eventuali attività di prevenzione intraprese e sulle misure adottate, ma non abbiamo ottenuto alcuna risposta.

 il Garante della Privacy ha aperto un'indagine su OpenAI, che ha da poco svelato al pubblico le incredibili potenzialità di Sora, l'IA in grado di creare video iperrealistici. Tuttavia l'iniziativa del Garante non è che una goccia nel mare. OpenAI ha già spiegato quali implementazioni di sicurezza predisporrà, anche in funzione delle prossime elezioni statunitensi e prevenire la disinformazione. In realtà il problema nasce da servizi meno noti e con meno scrupoli, non troppo difficilmente individuabili in Rete. 

Anche le spunte blu sono un problema

Modalità di truffe a parte, non è obbligatorio utilizzare un video deep fake per riuscire a portare a termine la truffa. Come abbiamo visto, bastano le inserzioni sui social media e una storia montata ad arte. Ad onor del vero, non è solo Facebook a mostrare agli utenti e alle potenziali vittime, annunci truffaldini. Anche su X vengono pubblicate tali frodi. Ironicamente, in questo caso ad essere sfruttata è l'immagine del proprietario del fu una volta Twitter, Elon Musk.

Il problema di queste truffe, che prevedono l'acquisto di uno spazio pubblicitario da parte del malfattore (e che rimpolpano le casse dei social o dei motori di ricerca) è la scarsa supervisione delle stesse piattaforme. Inoltre, da quando Facebook, Instagram e X hanno permesso l'acquisto delle spunte blu, queste spesso "ingannano" gli utenti che sono invece incentivati a credere che gli account che sponsorizzano tali frodi, siano in realtà legittimi. In tal caso il guadagno delle piattaforme è duplice: da una parte ottengono soldi per gli spazi pubblicitari, dall'altra dall'acquisto delle spunte blu

Come difendersi 

In attesa che le piattaforme diventino più efficaci nel limitare, contrastare e prevenire queste attività da parte dei malfattori, è l'utente che sarà costretto a mettere al sicuro i propri risparmi. La regola generale è sempre la stessa: se è troppo bello per essere vero, probabilmente non è vero. Inoltre, difficilmente i volti noti dello spettacolo pubblicizzano modi facili e rapidi di guadagnare. Infine, come suggerito dalla Polizia Postale, bisogna sempre verificare che la società implicata nel presunto investimento, sia iscritta alla Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa). Un altro segnale da non sottovalutare è che nessuna società o piattaforma di trading risulta attualmente autorizzata ad operare nel nostro Paese. Prima di eseguire qualsivoglia investimento, sarebbe bene cercare informazioni, recensioni e opinioni online, per assicurarsi che altre persone non siano state vittime di truffa dalla stessa organizzazione. E quindi tenersene alla larga. Un po' come si fa con un prodotto del cui acquisto non si è sicuri. 

16 marzo 2024 ( modifica il 16 marzo 2024 | 13:27)

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