Lin Yu Ting come Khelif, anche lei fu squalificata al Mondiale: la questione del genere e del testosterone alle Olimpiadi

diRedazione Sport

La pugile di Taipei, come Khelif ha battuto ai punti una tagika e domenica affronterà i quarti

La taiwanese Lin Yu-ting (-57 kg, i pesi piuma), l'altra delle pugili al centro della controversia di genere di queste Olimpiadi, si è qualificata per i quarti di finale battendo l'uzbeka Sitora Turdibekova ai punti.

Lin Yu-Ting è la numero uno del tabellone nella sua categoria, e due anni fa ha sconfitto Irma Testa nella finale dei Mondiali. Domenica affronterà la bulgara Svetlana Kamenova Stamena, n. 8. 

Solo ieri, giovedì, si era registrata tra le polemiche la vittoria lampo dell'algerina Imane Khelif per il ritiro dell'italiana Angela Carini (categoria -66 kg). La questione sulla presunta intersessualità di Khelif ha suscitato reazioni che hanno coinvolto tra gli altri anche il governo italiano, con la premier Giorgia Meloni che questa mattina ne ha parlato anche con il presidente del Cio Bach

L'algerina Khelif ora affronterà  l'ungherese Anna Luca Hamori, che mette al bando tutte le polemiche: «Non ho paura. Non mi interessano le storie della stampa e i social media». Hamori è la prima pugile ungherese ai Giochi.

Khelif e Lin Yu-Ting nel 2023 ai Mondiali sono state squalificate per valori anomali del testosterone, che però producono spontaneamente e non per doping. La sanzione, va detto, comminata dalla Aiba, l'associazione mondiale della boxe, è stata contestata e sospettata di essere pilotata. La questione è però riesplosa in prossimità dei Giochi Olimpici, dove entrambe si sono qualificate con merito. Il Cio infatti ribadisce che se le Federazioni non dimostrano la colpevolezza degli atleti, non tocca a loro discolparsi

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Articolo in aggiornamento

2 agosto 2024

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