Airbnb, prelievo automatico su tassa di soggiorno e cedolare secca: versamenti diretti a Fisco e comuni

Dopo la ritenuta sulla cedolare secca, Airbnb è pronta a riscuotere anche la tassa di soggiorno sugli affitti brevi in tutta Italia. La piattaforma ne ha dato comunicazione ai locatori attraverso una mail, informandoli del nuovo sistema di versamento automatico dell’imposta ai comuni e agli enti locali titolari. L’attività avrà inizio dal 15 febbraio in 1200 comuni, con il resto a seguire nei mesi successivi.

Come funziona la riscossione automatica

Sinora, Airbnb aveva versato la tassa di soggiorno soltanto sugli affitti brevi in alcune città, in virtù di accordi specifici con 24 amministrazioni fra cui quelle di Milano, Roma e Firenze. La piattaforma non aveva esteso il sistema all’intero territorio a causa dell’estrema varietà delle normative locali quanto a tempi, modalità ed entità dell’imposta, nonché per via dell’incertezza normativa sul responsabile della riscossione. Negli ultimi mesi, però, l’azienda ha condotto un lavoro di ricognizione che consentirà di gestire il pagamento in forma automatica dell’imposta all’atto della prenotazione, come già accade in altri Paesi. In base ai dati più recenti, questa attività ha generato oltre 9 miliardi di dollari di gettito fiscale in tutto il mondo.

La transazione con l’Agenzia delle Entrate

L’iniziativa sulla tassa di soggiorno rappresenta anche un segnale di cooperazione nei confronti delle autorità italiane. A dicembre Airbnb ha raggiunto un’intesa con l’Agenzia delle Entrate per chiudere il contenzioso fiscale sulla mancata dichiarazione e il mancato versamento della cedolare secca sugli affitti brevi fra il 2017 e il 2021. La piattaforma ha accettato di pagare 576 milioni al fisco per concludere la controversia. Dopo aver 

Le novità della Legge di Bilancio

La legge di Bilancio 2024, nel frattempo, ha chiarito la normativa sugli affitti brevi, anche dal punto di vista delle responsabilità fiscali. Così, a partire da gennaio di quest’anno, Airbnb ha contattato i locatori non professionali per per verificare se desiderino che la piattaforma applichi direttamente una ritenuta fiscale del 21% (cedolare secca) sui guadagni derivanti da soggiorni brevi (fino a 30 notti).

I numeri di Airbnb in Italia

Intorno alla piattaforma americana, del resto, ruota ormai un sistema economico rivelante. In Italia ci sono oltre 400 mila annunci Airbnb, concentrati in particolare nelle grandi città. Gran parte dei locatori iscritti sono non professionali e due terzi di loro gestiscono un solo annuncio, non traendo dagli affitti brevi la loro entrata principale, ma comunque un contributo significativo al bilancio familiare. L’host tipico ha guadagnato nel 2022 poco più di 3500 euro.

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