Bardella invita i francesi alla«rottura responsabile» e a votare contro la«minaccia dell'estrema sinistra»
Il delfino lepenista esorta alla «rottura responsabile»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI - Nell’ora degli appelli solenni di tutti per evitare l’arrivo al potere di chiunque altro, anche Jordan Bardella ieri ha proclamato il suo. Con una lettera aperta il candidato premier del Rassemblement national ha invitato i francesi a scegliere la «rottura responsabile», e a votare il RN domenica prossima, contro «la minaccia esistenziale rappresentata per la nazione francese dall’estrema sinistra».
Con la «rottura responsabile», formula che sfiora un po’ l’ossimoro, Bardella cerca di percorrere la nuova china lepenista di lotta e di governo: predica la rottura per soddisfare la voglia di cambiamento dei francesi, assecondando quell’atteggiamento «abbiamo provato tutti, proviamo anche loro» diffuso fuori dal tradizionale elettorato dell’estrema destra; ma la rottura sarà «responsabile», assicura Bardella, perché il Rassemblement promette di riportare legge e ordine in un Paese alla mercé degli «incendiari che rivendicano una strategia del conflitto permanente», ovvero Jean-Luc Mélenchon e i suoi militanti estremisti della France insoumise.
Mélenchon è ovunque in questi giorni: un po’ per suo egocentrismo, un po’ perché viene continuamente tirato in ballo degli avversari, specie Bardella , per togliere credibilità alla coalizione di sinistra del Nouveau front populaire, che certo ha al suo interno gli insoumis di Mélenchon ma anche molti pacati socialisti moderati poco attratti dall’insurrezionalismo.
La strategia di Bardella è speculare a quella del NFP e anche dei macronisti, o di quel che ne rimane, che mettono in guardia contro il «salto nel vuoto» del RN al potere; il delfino di Marine Le Pen denuncia il «salto nel vuoto» altrui, e cerca di proporsi come una figura rassicurante, capace di proteggere i francesi dal caos di questi giorni e soprattutto da quello a venire, se mai il Nouveau front populaire si rafforzasse dopo il secondo turno di domenica.
Per dare sostanza a questa postura, da settimane Bardella e Marine Le Pen hanno cominciato le riunioni e i colloqui per farsi trovare pronti, se mai la maggioranza assoluta dovesse davvero arrivare, e se la prossima settimana fosse necessario formare il primo governo di estrema destra della storia della Francia post maresciallo Pétain.
L’ingresso del Rassemblement national nelle istituzioni in realtà non è cominciato oggi, ma con la prima grande vittoria parlamentare del 2022, quando i deputati RN passarono da 8 a 89. E anche il mondo dell’impresa e della finanza non sembra poi così terrorizzato dall’eventualità di Bardella premier: in fondo il suo programma appare poco convincente ma ancor meno rigido, tanto che una delle misure fondamentali — l’abrogazione della riforma delle pensioni e il ritorno alla pensione a 62 anni — è stata già abbandonata. Bardella e Le Pen insomma danno l’impressione di essere malleabili, pur di arrivare a formare un governo, anche perché l’ambizione più grande è fare un «governo di apertura» un po’ come quello che riuscì a Nicolas Sarkozy durante la sua presidenza (2007-2012), quando il presidente coinvolse anche personalità di sinistra come l’ex socialista Éric Besson all’Industria o il protagonista di lotte umanitarie Bernard Kouchner agli Esteri.
In attesa di trovare qualche deluso dalla sinistra pronto a collaborare, Bardella sta pensando prima di tutto a ringraziare chi ha spezzato il suo isolamento: quindi Éric Ciotti, il presidente dei Républicains che ha rotto il «cordone sanitario» anti Rn, sembra favorito per il ministero dell’Interno o gli Esteri, assieme all’ex capo di Frontex, Fabrice Leggeri, che ambirebbe però anche al posto di commissario europeo in sostituzione di Thierry Breton di nomina macronista.
Scartato perché troppo compromesso con il Cremlino invece Thierry Mariani, i cui ottimi rapporti con Putin oggi diventano imbarazzanti. In questa operazione di «rottura responsabile» che si associa a quella non dichiarata di «Bardella genero ideale», riemergono fatalmente alcuni scheletri nell’armadio. Per esempio la vecchia relazione sentimentale di Bardella con Kerridwen Chatillon, figlia di Frédéric Chatillon, l’imprenditore che da anni ormai vive a Roma ma che è stato a lungo vicino a Marine Le Pen e presidente del Gud.
Il Groupe union défense è un’organizzazione studentesca neofascista che imperversava con azioni violente nella facoltà di diritto di Assas a Parigi, legata ad antisemiti notori come Dieudonné e Alain Soral, e i cui esponenti nella «Gud connection» hanno ricevuto, secondo Mediapart, oltre tre milioni di euro di fondi pubblici dal Rn al Parlamento europeo tra il 2019 e il 2023 per la gestione di social media, video e newsletter. Più Bardella leviga la sua immagine, più gli avversari hanno interesse a offrirne una versione meno immacolata.