I 102 vini rossi più votati dalle guide. Trionfo per Gaja. Toscana in testa

I 102 vini rossi pi� votati dalle guide. Trionfo per Gaja. Toscana in testa I 102 vini rossi pi� votati dalle guide. Trionfo per Gaja. Toscana in testa

Cambiano le regole, cambia la classifica dei cento vini rossi pi� votati da un gruppo di 5 guide italiane (Bibenda, Cernilli, Gambero rosso, Veronelli, Vitae) secondo l’annuale report della rivista Gentleman, edita da Class. Da quest’anno vale la regola dell’unanimit�: vengono prese in considerazione solo le bottiglie presenti in tutte le guide. Ci� ha da un lato aumentato l’attendibilit� del risultato e dall’altro diminuito le sorprese.

E’ l’anno del ritorno degli immancabili. Il grande escluso Angelo Gaja conquista il podio pi� alto, con il Barbaresco Sor� Tildin 2020, seguito dal Sassicaia 2020 di Tenuta San Guido.

Un’altra nome assente delle scorse edizioni, si riaffaccia, Bruno Giacosa, con il Barolo Riserva Falletto Vigneto La Roche 2017 si piazza terzo. Per Gaja un trionfo: suo il Barbaresco Sor� San Lorenzo 2020 che ottiene il quarto posto. L’anno scorso fuori dalla classifica, quest’anno il pi� votato con 4 suoi vini tra i 102. Supera l’ ostracismo degli anni scorsi anche un altro vignaiolo Pio Boffa (ucciso dal Covid 3 anni fa) di Pio Cesare, con il Barolo Ornato 2019. Toscana e Piemonte sono protagoniste con, rispettivamente, 36 e 33 etichette. Cinque le posizioni venete (con netta prevalenza per gli Amarone della Vapolicella), altrettante della Sicilia, 4 dell’Umbria, 3 del Lazio edella Sardegna, 2 dell’Alto Adige, della Lombardia, delle Marche e della Basilicata, 1 del Trentino, dell’Emilia Romagna, dell’Abruzzo, della Campania e della Puglia.

L’edizione di questa meta-classifica curata dal decano della critica enologica, Cesare Pillon, con Emanuele Elli, grazie alla nuova regola ha consolidato le certezze, pescando da un database di oltre 3000 vini. Nella prima met� della classifica compaiono nomi storici o quanto meno molto noti di vignaioli e grandi aziende. Da Antinori a Bertani, da Col d’Orcia a Cotarella, da Argiolas a San Leonardo. Con etichette immancabili, da Masseto o all’Ex di Gianfranco Fino, dal Solaia al Tignanello, con altre icone come il Bricco dell’Uccellone di Braida o il Lupicaia di Castello del Terriccio.

Tra le “nuove proposte”, Pillon cita una azienda storica alle porte di Roma con il suo �Fiorano risorto nel vigneto che era stato estirpato�, e una cantina che continua dare buone prove Pietradolce, �con l’Etna rosso ricavato da viti centenarie di Nerello Mascalese pre-filossera, quindi non innestate, coltivate nella Vigna Barbagalli, a 950 metri di altitudine sulle pendici del vulcano�.