Borsa, tornano i «ribassisti»: ecco titoli di Piazza Affari nel mirino degli speculatori

Le posizioni nette corte tornano sotto i riflettori. A sorpresa nel mese di aprile l’Orso sembra essersi risvegliato dal letargo iniziato nell’ottobre 2023. Sia Wall Street che Piazza Affari hanno lasciato, sul terreno oltre l’1%. A spaventare i mercati sono state le notizie arrivate dagli Usa: il perdurare dell’inflazione su livelli elevati costringe la Fed a tenere i tassi di interesse «più alti più a lungo».
Le aspettative di sei manovre correttive di politica monetaria nel corso dell’anno si sono affievolite sino a svanire quasi del tutto e c’è chi inizia a ipotizzare addirittura un aumento del costo del denaro. Un contesto che riaccende l’appetito degli speculatori al ribasso, ovvero coloro che utilizzano le tecniche di vendita allo scoperto, molto rischiose e alla portata quasi esclusivamente di operatori professionali, per massimizzare i propri guadagni mentre la massa degli operatori vende solo per fare cassa. Un comportamento che è finito nel mirino delle autorità di vigilanza: pur se lecito dal punto di vista operativo, in Italia viene regolato e per questo è possibile monitorare quali siano in questo momento i settori e i titoli coinvolti così come gli investitori più attivi.

Meno banche

Rispetto all’ultimo mercato Orso, dove ad essere venduti erano soprattutto i titoli bancari, nel nuovo contesto, la speculazione batte sulle società del comparto industriale, o dei servizi ad esso legati. Questo perché, almeno in Europa, inizia a farsi sentire la recessione, che nella fase iniziale, colpisce soprattutto le società esposte all’economia reale. Eurogroup, Fincantieri e Industrie De Nora sono i titoli più venduti allo scoperto in questo inizio del mese di aprile, mentre l’unica banca ancora nel mirino dei ribassisti è il Monte dei Paschi di Siena.
Si allenta invece la pressione sui titoli dell’energia, ed in particolare Saipem, che in passato ha avuto numerose posizioni corte «attive», arrivate oltre il 10% del flottante (la quota di capitale libera di circolare sul mercato, nda) che invece nel corso degli ultimi due mesi si sono praticamente dimezzate.
Merito dell’andamento del prezzo del petrolio, cresciuto del 20% da inizio anno, vicino alla soglia di 90 dollari, che ha spinto su livelli record il portafoglio ordini della società, pari a 18 miliardi di euro. Fondamentali che hanno spinto gli analisti di Jp Morgan ad alzare il target price da 3 a 3,20 euro per azione, circa il 38% in più rispetto ai prezzi di inizio mese, mantenendo il rating Overweight.
In questo scenario L’Economia del Corriere della Sera ha fatto il punto sullo stato della speculazione ribassista in Piazza Affari, analizzando i dati riportati dalla Consob e relativi alle posizioni nette corte all’inizio del mese di aprile, i risultati sono riportati nella tabella a fianco.

Le posizioni

Come anticipato, i fondi speculativi hanno acceso un faro sulle società esposte al ciclo economico e tra queste Fincantieri, con una percentuale di capitale sociale oggetto di vendite allo scoperto superiore al 2%, che si avvicina all’8% se consideriamo il flottante. Posizioni corte importanti anche su Eurogroup Lamination, azienda che progetta, produce e commercializza componenti per motori e generatori elettrici. Nel corso dell’ultimo mese c’è stato un aumento del 20% delle vendite allo scoperto, che sono arrivate a rappresentare quasi il 10% del flottante. Il titolo riesce però a contenere l’attacco speculativo, con un rialzo del 4,1% da inizio anno. Tra le blue chip non finanziarie la speculazione ribassista continua a colpire Amplifon, con oltre l’1% del capitale oggetto di vendite allo scoperto. Un valore comunque in deciso calo rispetto all’ultimo mercato Orso estivo. La società continua ad attraversare un momento di riflessione in Borsa, con un rosso da gennaio ad oggi di circa l’1%. Sul titolo si è recentemente espressa Equita sim aumentando da 29 a 33 euro il prezzo obiettivo ma confermando la raccomandazione Hold. «Alziamo il target – si legge in una nota - alla luce di una visibilità sulla crescita 2024 in miglioramento, visti i buoni tassi di crescita organici attesi nel primo trimestre».

Il caso Azimut

Tra i titoli finanziari ancora oggetto di vendite allo scoperto Azimut Holding, colosso del risparmio gestito, che vede posizioni nette corte superiori all’1% del capitale. Il titolo da inizio anno si muove in territorio leggermente positivo. I riflettori sulla società si sono accesi negli ultimi giorni dopo l’annuncio della costituzione di Azi First, funzionale al progetto di creazione di una banca fintech e digitale in cui fare confluire circa il 50% degli asset italiani e circa 1.000 consulenti finanziari.

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