Exor, dalla cassaforte di famiglia 57 milioni per gli Agnelli: corrono Stellantis e Ferrari, Juve in rosso

John Elkann

John Elkann, numero uno della holding Exor

Un numerino rosso che fa la differenza e che racconta come anche nel 2023 il valore degli attivi (al netto del debito) di Exor, holding di famiglia Agnelli, sia cresciuto di circa 7,3 miliardi raggiungendo 35,5 miliardi di euro (si attestava 28,2 miliardi a fine dicembre 2022). La premessa necessaria per individuare il metodo di calcolo del valore degli attivi:  le partecipazioni quotate e altri titoli sono valutati ai prezzi di negoziazione ufficiali del mercato. Le partecipazioni non quotate sono invece valutate al valore di libro determinato annualmente da esperti indipendenti. Un anno che ha pesato sulle società partecipate dalla holding degli Agnelli-Elkann-Nasi — controllata al 53% dalla scatola societaria Giovanni Agnelli Bv — determinando un utile consolidato di 4,19 miliardi, 33 milioni in meno dell'anno precedente. 

Il dividendo per gli azionisti

Il dividendo per gli azionisti sarà di circa 100 milioni, pari a 0,46 per azione (nel 2023 Exor era stato di 0,44 per azione, due centesimi in meno). Le azioni della holding sono circa 225 milioni (224.828.073) quindi il dividendo complessivo sarà pari a circa 103,4 milioni di euro. Questo significa che la Giovanni Agnelli Bv, primo socio di Exor con il 53,6% delle quote (125.343.372) nonché cassaforte della dinastia torinese visto che i soci possono essere solo i vari rami della famiglia Agnelli-Elkann, incasserà intorno ai 57,7 milioni in dividendi, rispetto ai 55 milioni per il bilancio 2022. La quota restante è da attribuire alla pletora di soci nel capitale di Exor, per la gran parte investitori istituzionali e retail. 

Il controllo della Dicembre

Ma come è strutturato l’azionariato della Giovanni Agnelli Bv? Dopo l’ultimo riassetto, la Dicembre (legata al ramo degli eredi Giovanni Agnelli e guidata da John Elkann) ha incrementato fino al 39,7% il controllo sulla società di diritto olandese. A seguire troviamo il ramo di Maria Sole che è il secondo azionista con l’11,2%, mentre gli eredi di Umberto Agnelli, rappresentati da Andrea Agnelli e dalla sorella Anna, hanno un pacchetto di loro proprietà sceso dopo gli ultimi aggiustamenti all’8,9%.

L’azionariato della scatola Giovanni Agneli Bv

Dicembre (John Elkann e eredi Giovanni Agnelli) – 39,7%
Ramo Maria Sole Agnelli – 11,2%
Ramo Umberto Agnelli (Andrea Agnelli e Anna Agnelli) – 8,9%
Ramo Giovanni Nasi – 8,7%
Ramo Laura Nasi-Camerana – 6%
Ramo Cristiana Agnelli – 5,05%
Ramo Susanna Agnelli – 4,7%
Ramo Clara Nasi-Ferrero di Ventimiglia – 3,4%
Ramo Emanuele Nasi – 2,5%
Ramo Clara Agnelli – 0,28%
Azioni proprie – 8,2%

Exor, 100 milioni di dividendi ai soci: 53 alla famiglia Agnelli (e 4 miliardi sulla Sanità)

Il confronto del valore degli attivi rispetto al mercato

Il Nav (cioè il valore degli attivi al netto debito) per azione è dunque aumentato del 32,7% nel 2023, superando l'Indice Msci World di 15,1 punti percentuali principalmente «grazie alle performance azionarie di Ferrari e Stellantis», sottolinea la nota. La proposta di cedola ai soci sarà ovviamente sottoposta all'assemblea degli azionisti di Exor. «Il principale fattore che ha determinato la crescita del nostro NAV per azione quest'anno è stata l’ottima performance delle nostre maggiori società Ferrari e Stellantis, il cui valore è
cresciuto rispettivamente del 52% e del 59%: un aumento combinato di 8,2 miliardi», spiega John Elkann nella rituale lettera agli azionisti. 

La galassia delle controllate

Exor è il socio di controllo, col 26,9% di Cnh Industrial. E’ il socio di controllo di Ferrari, col 22,91% delle quote perché il resto è flottante per scelta di Sergio Marchionne con la relativa quotazione a Milano e New York. Nella galassia Exor c’è anche la Juventus, il gruppo editoriale Gedi, il settimanale britannico The Economist. Infine gli investimenti negli ultimi anni che sanno di diversificazione nella strategia degli investimenti della capogruppo: i 200 milioni per l’app di mobilità newyorchese Via, gli 80 milioni per per Shang Xia, azienda cinese di moda e design cresciuta grazie a Hermes. Exor ha acquisito di recente una partecipazione del 2,96% in Philips, aumentando la propria quota che ora è al 15%.

Il valore di Stellantis

Interessante il ragionamento che riguarda Stellantis, di cui Exor è il primo socio e di cui Elkann riveste la carica di presidente. Stellantis ha posto «l'elettrificazione al centro nel suo piano strategico Dare Forward 2030 che mira a raggiungere entro la fine del decennio il 100% delle vendite di auto in Europa e il 50% delle vendite di auto e veicoli commerciali leggeri negli Stati Uniti costituite da veicoli elettrici a batteria. Stellantis è sulla buona strada per raggiungere questo obiettivo, con le vendite globali di BEV cresciute del 21% su base annua», dice Elkann. 

Exor, 100 milioni di dividendi ai soci: 53 alla famiglia Agnelli (e 4 miliardi sulla Sanità)

Ma i proxy advisor contestano le politiche di remunerazione

Eppure i rilievi sulla gestione sono parecchi. Di recente i consulenti dei grandi investitori internazionali hanno bocciato il compenso da 36,5 milioni di euro percepito nel 2023 dal ceo di Stellantis, Carlos Tavares. In vista dell’assemblea del 16 aprile 2024 il proxy advisor Iss e Glass Lewis hanno raccomandato ai fondi di votare contro la relazione sulla remunerazione dei manager della casa automobilistica. A loro giudizio, nonostante gli ottimi risultati economici e finanziari di Stellantis, la paga di Tavares è «eccessiva» e comporta un rischio per la reputazione aziendale alla luce dei piani di esuberi avviati dal gruppo in Italia, Francia e Stati Uniti. Iss e Glass Lewis non hanno risparmiato critiche al presidente di Stellantis, Elkann, per l’utilizzo personale del jet aziendale, costato l’anno scorso 430 mila euro. 

Exor, 100 milioni di dividendi ai soci: 53 alla famiglia Agnelli (e 4 miliardi sulla Sanità)

La diversificazione del portafoglio

Aumenta la diversificazione del portafoglio dopo la vendita di PartnerRe: «nel 2023 5,4 miliardi sono stati investiti in Società, Investimenti e buyback di azioni, mantenendo un solido bilancio con un rapporto LTV (Loan To Value) del 10% alla fine dell'anno», spiega Exor. Soprattutto «l'aumento del costo dei servizi sanitari, unito alla carenza di personale medico, sta portando a una richiesta di nuovi approcci innovativi nell'affrontare i problemi sanitari globali. Per queste ragioni, abbiamo investito complessivamente quasi 4 miliardi di euro nel settore dell'healthcare, investendo sia in società, sia tramite Exor Ventures», ha aggiunto John Elkann. Da quando è stata fondata, Exor Ventures ha investito poco più di 600 milioni di dollari in circa 100 società. «Nonostante un mercato difficile nel 2023, Ventures ha trovato molte buone opportunità, impiegando circa 100 milioni di dollari in 22 nuovi investimenti, di cui circa il 40% in startup in fase di lancio nel settore della salute», spiega una nota di Exor. 

Gli studi sul genoma

Dice Elkann che «i nuovi strumenti e dispositivi  sono capaci di elaborare dati biologici con un livello di accuratezza, velocità e volume senza precedenti. Come i semiconduttori nell'elettronica, i sequenziatori e altri strumenti per le scienze della vita permettono la conversione da analogico a digitale dei dati biologici, migliorando la nostra comprensione delle malattie. A partire dal sequenziamento originale del genoma umano nel 2000, le innovazioni tecnologiche hanno ridotto il costo del sequenziamento da qualche centinaio di milioni di dollari a 100 dollari di oggi. Questo è stato un importante fattore evolutivo nell'industria biotecnologica, dando vita a
nuove diagnosi e modalità terapeutiche, inclusi le terapie cellulari e geniche. Ci aspettiamo una rivoluzione simile in settori correlati come la proteomica, che il team di Ventures sta osservando attentamente».

Le strategie

Siamo d’altronde davanti ad una vera e propria discontinuità nelle strategie di diversificazione. Che potrebbe dire così: meno automotive, anche se Exor resta il primo socio di Stellantis, più e lusso moda e salute che garantiscono multipli più elevati rispetto ad un settore ad alta intensità di capitale ora che c’è da puntare sull’elettrico. Il costo della transizione (e i vincoli pesanti sulle emissioni di anidride carbonica con i target da centrare) inducono ad inevitabili fusioni per non comprimere del tutto la redditività. Sullo sfondo si staglia l’ipotesi di una fusione con Renault, spinta dal governo francese, seppure smentita dai vertici Stellantis.

Il focus sulla Juventus

Per la Juventus «il 2023 ha rappresentato un anno di transizione. Sotto il nuovo Consiglio di Amministrazione, presieduto da Gianluca Ferrero, l'attenzione si è concentrata sulla risoluzione dei problemi con la Giustizia Sportiva, sia in Italia che in Europa», spiega Elkann sottolineando che «la stagione 2023/24 è quindi l'anno zero per la Juventus, in cui la società sta ponendo le basi per il suo ritorno, sia in campo che fuori», aggiunge Elkann. Il 6 ottobre 2023 la Juventus ha comunicato il sostegno dell’azionista Exor all'aumento di capitale della società. Un impegno a sottoscrivere una quota pari al 63,8% e a sottoscrivere futuri aumenti di capitale per massimi 127 milioni di euro. Il 21 dicembre 2023 la Juventus ha comunicato che Exor si è impegnata a sottoscrivere le eventuali azioni di nuova emissione che dovessero rimanere disdetti al termine del periodo di offerta. Ma l'aumento di capitale è stato integralmente sottoscritto e dunque non c’è stato bisogno di un finanziamento ulteriore.

Il calo dell’editoria

«Il 2023 ha rappresentato un anno non semplice per due delle nostre aziende più piccole: GEDI e Juventus. Da quando il Gruppo Espresso e ITEDI hanno deciso di fondersi nel 2016 per creare GEDI, i quotidiani hanno visto una costante diminuzione della loro quota nel mercato pubblicitario, che ora è scesa al di sotto del 5% (era più dell'8% nel 2016). Allo stesso tempo, i ricavi pubblicitari raccolti dai player digitali sono rapidamente aumentati e ora si stima che rappresentino più del 40% del mercato. La diffusione di tutti i giornali italiani è diminuita in media di più del 10% all'anno, in particolare a seguito della pandemia di COVID, con una diffusione ora a 1 milione di copie, meno della metà del numero del 2016. Questa combinazione tra diminuzione della quota di mercato pubblicitario, unita a una minore diffusione e ai costi inflazionati, ha fortemente impattato il business dell’informazione», dice Elkann.

Exor, 100 milioni di dividendi ai soci: 53 alla famiglia Agnelli (e 4 miliardi sulla Sanità)

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