Kiev lancia l’allarme demografico: «Paesi Ue, non trattenete i nostri profughi»

di Lorenzo Cremonesi

Dai 52 milioni di abitanti nel 1991 l’Ucraina � scesa a 28 o 29. L’amministrazione Zelensky chiede agli alleati europei di �facilitare il ritorno dei cittadini ucraini�. In Italia ne sono arrivati dal 2022 190 mila

Kiev lancia l’allarme demografico: «Paesi Ue, non trattenete i nostri profughi»

A destra, l’alto Commissario dell’Onu per i rifugiati in una scuola nella metro di Kharkiv

Il governo ucraino � preoccupato per la drastica diminuzione della popolazione negli ultimi anni. Una crisi demografica profonda — dai 52 milioni di abitanti nel 1991 si � scesi agli stimati 28 o 29 odierni —, che complica l’andamento della guerra, specie nell’eventualit� che possa durare ancora a lungo, e pregiudica le prospettive di ricostruzione. Se ne parla con crescente angoscia sin dai primi mesi dell’aggressione voluta da Vladimir Putin due anni fa, quando circa 8 milioni di persone, specie donne e bambini, fuggirono verso l’Europa terrorizzati dalle bombe russe.

La novit� sta nel fatto che adesso l’amministrazione del presidente Volodymyr Zelensky sta cercando di correre ai ripari, e tra le misure in corso di pianificazione ci sono i passi presso gli alleati europei per facilitare il ritorno dei propri cittadini. Un tema che riguarder� anche l’Italia, dove sono registrati circa 190.000 nuovi profughi ucraini, e considerato che nei prossimi mesi sar� alla presidenza del G7.

Ne ha scritto di recente il portale europeo Politico ripreso e approfondito dal sito Ukrainska Pravda. Anche il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, ne ha accennato durante i suoi ultimi viaggi all’estero. �Sono in corso colloqui informali e contatti preliminari, si stanno esplorando le vie per favorire il rimpatrio�: la notizia circola negli ambienti di governo a Kiev e nei circoli diplomatici occidentali. Nel marzo 2025 dovrebbero scadere i provvedimenti temporanei adottati dalla Commissione europea per proteggere la gente scappata dall’invasione russa e per allora andrebbero chiarite le nuove politiche dell’accoglienza. Tra le prime preoccupazioni ucraine resta quella di incrementare il rientro dei circa 800 mila uomini in et� compresa tra i 18 e 60 anni, fuggiti violando la mobilitazione alla leva e i divieti all’espatrio promulgati dallo stesso Zelensky nelle ore successive all’aggressione.

�Al momento l’amministrazione ucraina non ha compiuto alcun passo formale — spiegano al Corriere alte fonti diplomatiche europee —. Kiev resta molto grata all’Europa per l’assistenza fornita ai propri cittadini. Ma certo la questione � sul tavolo e deve tenere conto della legislazione europea per la protezione dei diritti dei profughi. Se ne sapr� di pi� dopo che il governo Zelensky avr� risolto le polemiche interne per aumentare il numero dei suoi soldati e promulgato la nuova legge sulla leva�.

Della gravit� della crisi demografica sono consapevoli gli accademici e i commentatori locali. �Si tratta di una questione esistenziale per il nostro Paese. Ci sono regioni a ridosso delle zone di guerra nel Donbass, attorno a Kharkiv, Kherson e Zaporizhzhia, che sono quasi del tutto disabitate, restano pochi anziani e malati. Intere citt� come Bakhmut, Avdiivka, Marinka o Kupiansk sono vuote, completamente morte. Assistiamo alla paralisi economica e sociale. Gli sfollati interni si sono adattati a vivere nel sud-ovest, lontano dal confine russo, non torneranno. Ma ancora pi� grave � il fatto che oltre un quarto, se non met�, dei circa 6 milioni di profughi intendono restare nei nuovi Paesi di adozione. Oltre tre milioni stanno beneficiando di generose politiche dell’accoglienza in Germania, Polonia e Repubblica Ceca. I bambini vanno a scuola, imparano la lingua, i genitori ricevono casa e lavoro, stanno perdendo l’identit� ucraina�, ci spiega Alexander Demenchuk. Il politologo ricorda che anche la Russia, dal crollo dell’Urss 35 anni fa, subisce il problema della diminuzione demografica e dell’invecchiamento. I demografi prevedono che entro mezzo secolo i suoi cittadini potrebbero scendere dagli attuali 145 milioni a meno di 120. Ma la disparit� tra i due Paesi resta enorme. �Noi necessitiamo di nuovi soldati per combattere. I volontari che spontaneamente andarono al fronte due anni fa oggi sono morti, feriti o stanchi. Vanno rimpiazzati. Mancano giovani — aggiunge — L’Ucraina vive mesi di grandi incertezze. La situazione sociale � molto instabile e la crisi demografica non aiuta. Vedremo come verranno accolte le nuove disposizioni per incrementare la leva, compresi i tentativi di reclutare chi sta all’estero. Potremmo uscirne migliori, ma anche molto peggiori�.


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29 gennaio 2024 (modifica il 29 gennaio 2024 | 12:14)

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