Il governatore di Odessa: «Così abbiamo aggirato i russi»

di Lorenzo Cremonesi

Per riaprire i corridoi nel Mar Nero sono stati usati droni, commando e guardiacoste. Ora i traffici sono ripartiti ma solo di derrate agricole

Il governatore di Odessa: «Così abbiamo aggirato i russi»

DAL NOSTRO INVIATO ODESSA �Stiamo vincendo la sfida con Putin per il Mar Nero�, esclamano gli ucraini. Sentire e vedere per credere. Il rumore delle gru in azione, il via vai di camion carichi di prodotti agricoli verso i moli, la presenza degli impiegati negli uffici della capitaneria, nonostante il timore delle bombe, e soprattutto le decine di cargo ormeggiati testimoniano la concretezza delle loro affermazioni.

�I russi volevano affamarci, bloccare le nostre navi, controllare tutto il traffico nel Mar Nero, ma non riescono nei loro intenti criminali. Grazie ai nostri droni, ai commando che operano in Crimea e ai soldati imbarcati sui guardacoste siamo riusciti a garantire con la forza militare il corridoio che ci permette di esportare il nostro grano nel mondo. � una vittoria al cinquecento per cento�, spiega senza mezze parole il responsabile dell’amministrazione della regione di Odessa, il 43enne Oleh Kiper. Al porto ci ribadiscono che in questo momento sono in fase di carico 44 cargo, che salperanno nei prossimi giorni per lo pi� colmi di grano, orzo, mais, e semi di girasole. Un altro centinaio attende alla fonda il proprio turno alla zona dell’imbarco.

Nei piani di Mosca non doveva affatto essere cos�. �Putin mirava ad ammazzare i nostri porti, azzerare il nostro traffico via mare. Il 18 luglio 2023 aveva scelto di silurare l’accordo sul grano mediato un anno prima da Onu e Turchia. Grazie a loro, in circa 12 mesi avevamo fatto partire 1.004 navi che avevano permesso l’export di 32,7 milioni di tonnellate della nostra produzione agricola. Fu dunque un colpo gravissimo per noi. Per tutto agosto siamo rimasti come paralizzati, non sapevamo che fare, se non cercare di incrementare i trasporti via terra�, ci racconta dal suo ufficio a Odessa il 57enne Dmytro Barinov, vice capo dell’autorit� che sovrintende tutti i porti ucraini.

Allora � lo stesso presidente Volodymir Zelensky a scegliere la soluzione militare: si decide di forzare il corridoio che dalle acque territoriali ucraine permette di scendere verso sud al largo di Romania e Bulgaria per raggiungere la Turchia e quindi dal Bosforo arrivare alle rotte mediterranee verso i mercati mondiali. I droni e i commando attaccano le unit� militari russe in Crimea, le costringono a riparare nel porto di Novorossijsk, intanto i guardacoste si concentrano nel �pescare� le mine. Il blocco russo si allenta, sinch�, il 5 ottobre, da Odessa parte un grande cargo carico di container battente bandiera panamense che era rimasto intrappolato sin dal giorno dell’attacco russo il 24 febbraio 2022. �Fu un successo. In settembre transitarono altre 4 navi, a ottobre 52, in novembre 110. A oggi sono in tutto 620, che ci hanno permesso di esportare 17 milioni di tonnellate di prodotti e con una prospettiva di ulteriore crescita�, aggiunge Barinov.

I successi sono comunque relativi. La morsa russa sull’economia nazionale ucraina resta pesantissima. �Il nostro export oggi si limita sostanzialmente all’agricoltura, perch� la nostra industria � in ginocchio. Infatti, non abbiamo pi� alcun traffico di container�, ammette Kiper. Se nel 2021, l’anno prima dell’aggressione russa, l’export navale ucraino ammontava a oltre 160 milioni di tonnellate annuali e si divideva su 18 porti maggiori, tra cui quello vitale di Mariupol, nel 2023 � sceso a meno di 62 milioni di tonnellate e i porti sono ridotti a tre nella zona di Odessa e ad altri tre scali minori del Danubio limitati a vascelli di piccolo cabotaggio con meno di 7 metri di pescaggio. Ma va anche aggiunto che i tentativi russi di attaccare le navi sono falliti. Ad oggi i droni hanno colpito un solo cargo, che batteva bandiera della Liberia, uccidendo un pilota ucraino.

�Accadde l’8 novembre, per� da allora le compagnie assicurative internazionali continuano a lavorare con noi grazie alle coperture finanziare garantite da Kiev�, dicono a Odessa. Di recente Turchia, Romania e Bulgaria hanno firmato un accordo per cooperare allo sminamento del mare che facilita il corridoio ucraino. La sfida per il Mar Nero continua.


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27 gennaio 2024 (modifica il 27 gennaio 2024 | 08:47)

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