Lufthansa, l’utile vola a 1,7 miliardi. Su Ita: «L’Italia ha bisogno di un vettore di bandiera di successo»
di Leonard Berberi
«Dobbiamo liberare gli italiani dal dominio di un famoso vettore low cost in Italia». Dice proprio così Carsten Spohr, amministratore delegato del gruppo Lufthansa, durante una call con gli analisti sui conti del 2023. E quel «famoso vettore low cost» è Ryanair. Che lui non menziona. Per Spohr le nozze tra il colosso che guida e Ita Airways, la principale compagnia aerea del nostro Paese, non presenta profili problematici per la concorrenza. Anzi. L’unione tra le due realtà servirà proprio «a portare maggiore concorrenza» nella penisola. E a mettere in discussione il primato di Ryanair che, in questo 2024, ha poco meno del 40% dei posti in vendita sul mercato di breve e medio raggio da/per l’Italia, secondo i calcoli del Corriere sui dati forniti da Cirium.
di Leonard Berberi
«Su Ita non ci comportiamo come se stessimo andando in un ristorante italiano — chiarisce l’amministratore delegato —, per noi è un’opportunità di investimento. Quindi abbiamo analizzato molto bene quanto valore può creare per i nostri azionisti nei prossimi anni e quali potenziali rimedi, che ovviamente avranno un costo collegato, si dovranno sostenere». «Come per l’acquisto di un aeroplano, la chiusura di uno stabilimento in Technik o la sua apertura — prosegue — facciamo un business case e prendiamo una decisione».
di Leonard Berberi
Concetti, questi, noti alla Commissione Ue e all’Italia, sostiene Spohr. «Penso che sempre più persone stanno capendo a Bruxelles che l’aviazione europea deve mantenere la sua competitività globale». «Compagnie piccole come Ita hanno bisogno di una casa — continua — e le tre big europee (Lufthansa, Iag e Air France-Klm, ndr) hanno bisogno della possibilità di una crescita organica dove possibile». «Noi siamo fortunati ad avere degli aeroporti dove possiamo ancora crescere, per gli altri meno».
di Leonard Berberi
Il ceo ricorda che sulle fusioni in Lufthansa ne sanno qualcosa. «Abbiamo fatto queste operazioni prima: con Swiss, Austrian Airlines e Brussels Airlines e vediamo se troviamo un accordo» anche in questo caso. «Non mi arrendo ad essere ottimista sul dossier Ita anche perché credo sia buona per l’Italia e Lufthansa e anche per i clienti italiani che ora soffrono di una posizione dominante del 40% di un famoso vettore low cost europeo. Dobbiamo liberare gli italiani da questa situazione», si sbilancio. E aggiunge: «E sono sicuro che la signora Vestager mi aiuterà a farlo».
di Leonard Berberi
Spohr conta quindi anche sulla «collaborazione» di Margrethe Vestager, la commissaria europea per la Concorrenza che sta gestendo il dossier Ita-Lufthansa non senza aver introdotto ulteriori paletti negli ultimi mesi in quello che è il cambio di approccio dell’Antitrust Ue. Tanto che nei giorni scorsi Iag (gruppo che controlla British Airways, Iberia, Vueling, Aer Lingus) ha chiesto di sospendere l’iter di fusione con Air Europa proprio per capire meglio l’impatto dei sacrifici chiesti da Bruxelles.
lberberi@corriere.it
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