Nucleare, la svolta dei «mini reattori»: l’alleanza Ue sulla e gli obiettivi dell’Italia
La Commissione europea lancia l'alleanza industriale sui mini-reattori modulari (Smr). L'iniziativa, evidenzia l'esecutivo Ue nella comunicazione sul nuovo target di riduzione delle emissioni di gas serra del 90% al 2040, è «volta a migliorare la competitività industriale e garantire una forte catena di approvvigionamento dell'Ue, compresa una forza lavoro qualificata». Bruxelles punta ad «accelerare la realizzazione dei primi progetti mini reattori modulari entro l'inizio del 2030 secondo i più elevati standard di sicurezza nucleare, sostenibilità ambientale e competitività industriale».
La diffusione del nucleare
La Francia è il Paese che fa maggiore affidamento sull’elettricità prodotta grazie alle centrali nucleari. Mentre la Germania ha chiuso definitivamente tre dei suoi reattori, dimezzando la produzione di energia nucleare (da 69 130 GWh nel 2021 a 34 709 GWh nel 2022). Anche in Belgio è stato chiuso un reattore nel settembre 2022. E la Spagna ha deciso di chiudere entro il 2035 le 5 centrali nucleari attualmente attive.
L’obiettivo italiano
Per quel che riguarda l’Italia il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in un’intervista al Corriere della Sera ha spiegato: «Si è avviato il percorso per un piano nazionale per la produzione di energia attraverso piccoli reattori, che potrebbero entrare in esercizio in sei o sette anni. Una scelta naturale perché i piccoli reattori si possono costruire in poco tempo e occupano pochissimo spazio. Il meccanismo è quello che vede lo Stato garantire un quadro autorizzativo e regolatorio, oltre che un sistema di incentivi per produrre energia da impianti di questo tipo».
Lo studio EY
Secondo un recente studio pubblicato da EY l’energia nucleare costituisce un elemento chiave per istituire sistemi elettrici a basse emissioni e in grado di far fronte alla crisi climatica. Il nucleare, attualmente presente in 32 Paesi con una capacità totale di 413 GW, gioca un ruolo significativo nell’evitare 1,5 gigatonnellate (Gt) di emissioni globali e ridurre la domanda mondiale di gas di 180 miliardi di metri cubi (bcm) annualmente. Utilizzando il costo livellato dell’energia elettrica (LCOE) come misura, che rappresenta il costo medio della generazione di elettricità per una centrale per l’intera durata della sua vita operativa, attualmente l’energia solare fotovoltaica rappresenta la fonte di elettricità più competitiva nella maggior parte dei mercati, ma l’energia nucleare è comunque in grado di competervi, spiega lo studio.
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I reattori di quarta generazione di Newcleo
Un’azienda che sta investendo molto sullo sviluppo di reattori nucleari di quarta generazione è Newcleo. L’obiettivo dell’azienda è produrre piccoli reattori nucleari che si alimentano con gli scarti di altri reattori. Il progetto richiede 3 miliardi di investimenti nel corso dei prossimi sette anni. L’azienda ha già raccolto 400 milioni di euro da circa 600 investitori, per lo più italiani. «Il 90% dei nostri azionisti ha passaporto italiano», ha spiegato il fondatore Stefano Buono all’Economia del Corriere della Sera.
Il primo reattore nel 2031
Tra gli azionisti ci sono: Exor, Banca Sella, Kairos, le famiglie Malacalza, Rovati, Petrone, Roveda, Bormioli, Colussi, Paolo Merloni, Claudio Costamagna, Benedetto de Benedetti e Ruben Levi. «Il primo reattore è atteso nel 2031 in Francia, dove abbiamo già avviato una serie di attività con l’autorità della sicurezza nucleare francese, un processo che a giugno termina la sua prima fase e che nel prossimo biennio ci porterà a una pre-autorizzazione per l’avvio della costruzione del nostro primo reattore», ha spiegato Buono.
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