Il prof Vercellone sospeso per molestie attacca UniTo: «Io, vittima di una caccia alle streghe. Le mie, battute senza fini sessuali»
Il professore di Estetica: «Quando tutto viene sentito come violenza, nulla è violenza, e si rischiano di perdere di vista le cose davvero gravi e che danneggiano le donne»
«Ci tengo a lanciare un messaggio: mi scuso laddove qualcuno avesse percepito qualcosa di involontariamente inopportuno, ma vorrei sottolineare una cosa. Quando tutto viene sentito come violenza, nulla è violenza, e si rischiano di perdere di vista le cose davvero gravi e che danneggiano le donne. Chi fa danni veri giustamente paghi, ma evitiamo le cacce alle streghe». Federico Vercellone va al contrattacco. Non ci sta il professore di Estetica a essere accusato di aver molestato due sue ex dottorande. E aggiunge: «Riguardo alla sospensione dall’insegnamento della durata di un mese, adottata dall’ateneo, sto valutando con i miei legali il deposito di un ricorso in via amministrativa, e più in generale tutelerò la mia buona reputazione in ogni sede, contro questa assurda caccia alle streghe».
La sospensione
Il professore di Filosofia messo in castigo dall’ateneo per 30 giorni, senza stipendio e senza cattedra, ha deciso di parlare per difendersi dalle accuse di aver preso di mira con attenzioni sgradite due giovani donne del suo gruppo di studio. «La mia carriera e la credibilità della quale godo in università e in tutta la città penso parlino per me — sottolinea l’ordinario —. Contro di me non sono pendenti, né mai sono state presentate, denunce o querele di alcun genere. Come anche sono frutto di pura e assoluta fantasia le ipotesi che io abbia inviato foto a una studentessa, é ridicolo solo pensarlo».
Vercellone è uno dei più noti professori del dipartimento di Filosofia. Vanta un curriculum importante di scritti e collaborazioni. Ha ricoperto ruoli di primo piano all’interno dell’ateneo, dove lavora anche il figlio come ricercatore a Giurisprudenza. È finito nell’occhio del ciclone, dopo le segnalazioni raccolte dal consigliere di fiducia di Unito. Racconti, suffragati da alcune prove, che hanno spinto la commissione di disciplina a chiedere un mese di stop (su un massimo di sei che si potevano impartire), poi accordato dal Cda. A pochi giorni, dalle proteste dell’Assemblea Transfemminista che attacca l’ateneo di far poco per contrastare la violenza di genere.
L'accusa di molestie verbali
Vercellone è accusato di «molestie verbali», come raccontato dalle due dottorande. In questo caso, l’Università avrebbe valutato le sue parole da censura come figlie di un eccesso di famigliarità, in antitesi con il codice di comportamento. Poi c’è il capitolo degli «atti discriminatori» dell’ordinario nei confronti di una dottoranda. Una situazione che però sembra molto meno chiara, ammette la stessa commissione. Anche perché la carriera della giovane donna non avrebbe subito un rallentamento, anche se proseguita in un altro gruppo di studio dove si è poi trasferita.
«Battute senza fini sessuali»
«Si è trattato di battute e comportamenti amichevoli, che peraltro ho indirizzato sia a femmine che a maschi, che mi spiace siano state fraintese, ma non hanno mai avuto fini sessuali — replica Vercellone —. I nostri incontri si sono sempre svolti in pubblico, non ho mai contattato collaboratrici o collaboratori per incontri privati, mai ho mandato mie foto o video, come confermano le chat di Whatsapp che sono state prodotte integralmente all’Università». Il professore non si arrende ed è pronto a farsi valere per difendere il suo onore. E giudica negativamente la decisione di sospensione dell’Università. «L’Ateneo ha ritenuto di dare un segnale, specie su un tema così delicato e importante come la violenza sulle donne», ricorrendo a una punizione figlia di una logica che lui non può accettare: quella della «caccia alle streghe».
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